A.C. 4768-A/R
Presidente, colleghi, allora prendo la parola volentieri da chi ci invita a fare misure strutturali e chi non è capace, non dico di organizzare di un'Olimpiade, ma neanche un albero di Natale. Ma veniamo alle cose serie, dopo che ci hanno incolpato pure della denatalità di questo Paese. Dicevo, veniamo alle cose serie perché di cose serie si tratta. La manovra che conclude il nostro quinquennio può essere riassunta in tre parole per noi molto importanti: coesione sociale, crescita ed equità nel segno della continuità perché tutto è meno che un lavoro improvvisato. Ho sentito qualcuno che ci chiedeva discontinuità e noi invece volentieri e con convinzione, orgogliosamente parliamo di un segno di continuità perché il disegno di legge di bilancio è la conferma che l'azione messa in campo per portare il Paese fuori dalla crisi è stata efficace. Facciamo dunque qualche confronto da dove siamo partiti e dove siamo arrivati. Sono numeri che corrispondono ad un benessere diverso del Paese: di certo non è tutto risolto ma i numeri servono a mettere in fila le cose e a riportare un po' di verità nel dibattito. Partivamo, infatti, con un PIL a - 2,8 per cento e lo lasciamo a 1,6 per cento: dove eravamo e dove siamo. C'era stato consegnato un Paese, da qualcun altro, con una disoccupazione al 13 per cento: oggi quel numero è all'11 per cento. In tre anni sono stati creati 1.200.000 posti di lavoro e anche poi arriveremo sui tipi…
Dicevo di 1.200.000 posti di lavoro e poiché si dice quali sono questi posti di lavoro, la qualità del posto di lavoro, voglio dire che oltre ad aver eliminato i voucher, di essi 837.000 - non sono dati né del Partito Democratico né del Governo - sono posti a tempo indeterminato ed è il dato di ieri. Gli inattivi sono diminuiti: che cosa significa? Che c'è più fiducia e che le persone si mettono a cercare lavoro. Per noi sono dati positivi così come lo sono quello sull'occupazione dei giovani e quello sulle donne. Abbiamo fatto tutto senza mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Abbiamo fatto tutto riuscendo a sterilizzare le clausole di salvaguardia che ci portavamo dietro: clausole che in altre parole avrebbero significato certamente più tasse. In questi anni - noi lo rivendichiamo - siamo riusciti a ridurre le tasse perché così conteggiamo gli 80 euro; così conteggiamo la tassa sulla casa; così l'IRES alle imprese; così l'IMU e l'IRAP per le imprese agricole; così la diminuzione del canone RAI; così gli imbullonati sulle imprese. Per noi però crescita e coesione sociale sono fatti concreti perché purtroppo nel dibattito ancora una volta questa sera abbiamo parlato di spot, di maquillage, di mancette e di regalie: ebbene, in tutti i settori vorremmo sapere se questi sono spot o regalie oppure se sono fatti concreti, fatti che parlano per noi.
Sulla scuola in questi anni abbiamo assunto e stabilizzato 130.000 insegnanti e, con questa manovra, ne abbiamo assunti altri 18.000. Abbiamo istituito un fondo per aumentare lo stipendio degli insegnanti in base alla volontà di aggiornamento, di formazione e di innovazione didattica. Questo dice che non sono fondi a pioggia ma sono fondi legati al rendimento delle persone che si vogliono impegnare per migliorare il settore dove lavorano, come la scuola.
Allo stesso modo sulla sicurezza: veramente - se non fossero cose serie - mi farei una grossa risata su chi ha tagliato brutalmente la sicurezza nel nostro Paese, salvo poi mettersi la medaglietta. Ebbene, abbiamo aumentato le indennità per oltre 500.000 persone che ogni giorno difendono la nostra sicurezza. Queste per noi non sono parole in libertà, non sono spot elettorali, sono risorse, sono uomini che possono vestire la propria divisa con una sicurezza economica maggiore e con una maggiore sicurezza anche rispetto alla loro carriera perché abbiamo promosso quasi 6.000 assunzioni straordinarie anticipate così come avevamo promesso e così come c'era stato chiesto. Abbiamo finanziato però anche lo sblocco del tetto salariale. Abbiamo finanziato il riordino delle carriere. Abbiamo finanziato e reso strutturarle gli 80 euro anche nei comparti. Anche nelle università i docenti beneficeranno degli scatti di stipendio una tantum che da tempo erano richiesti.
Ho sentito parlare alla mia sinistra di disuguaglianza: ne parliamo volentieri perché abbiamo introdotto per la prima volta nel nostro Paese una misura strutturale e universale di contrasto alla povertà, il ReI. In particolare, nel disegno di legge di bilancio, ne abbiamo esteso la platea e il quantum: questa è una risposta concreta alla disuguaglianza, non sono parole. Lo stesso si può dire sulla sanità: per aumentare la qualità e l'efficienza del Sistema sanitario, abbiamo aumentato le risorse che ora sono 114 miliardi.
Insomma è venuto il momento di dire basta alle bugie sui tagli della sanità. Abbiamo stabilizzato 3.500 precari della ricerca sanitaria. Abbiamo introdotto il super-ticket che tanto era richiesto e giustamente lo abbiamo previsto.
Voglio parlare ancora delle pensioni perché noi abbiamo trovato un Paese che nei vari settori - penso alla scuola e penso al settore pubblico - comprendeva precari storici, che è un po' un ossimoro. Nel nostro Paese abbiamo agito anche per la riduzione dei danni fatti nel passato e penso in particolare alle pensioni. L'aspettativa di vita - voglio ricordarlo - è stata introdotta dall'ultimo Governo Berlusconi e, dallo scorso anno, abbiamo messo in piedi una struttura che pensiamo sia diversa: a diversi lavori corrispondono diverse aspettative di vita. È questo il principio che ci ha animato nell'introduzione dell'APE, ovvero l'anticipo pensionistico, di cui ancora una volta nel disegno di legge di stabilità abbiamo aumentato la platea, i possibili beneficiari e le categorie di beneficiari. I lavori usuranti, come era richiesto da molto tempo, saranno esclusi dall'adeguamento all'incremento della speranza di vita.
Abbiamo sentito parlare anche di lavoro: come è curioso che ancora si metta in contrapposizione in quest'Aula che cosa si fa sulle imprese - ora ci arrivo - e che cosa si fa per i lavoratori. Penso che, come abbiamo dimostrato, continuiamo ad agire in particolare sugli sgravi contributivi per i giovani perché, se da un lato, continuiamo a dire che i giovani cercano un'occupazione, dall'altro lato, come può lo Stato aiutare? Per tale ragione sono stati stabiliti sgravi contributivi per le nuove assunzioni, quest'anno in particolare dedicati agli under 35 ma diventano del 100 per cento per quanto riguarda le assunzioni nel Sud, di cui molto spesso alcuni si riempiono la bocca senza però muovere un dito: noi ci crediamo davvero e così lo abbiamo dimostrato.
Anche sulle imprese abbiamo sentito imprecisioni in quest'Aula. Penso che di meglio non potevamo fare: d'altra parte, anche in questo campo i numeri lo dimostrano con il recente balzo dell'export dell'Italia che significa più made in Italy nel mondo, significa più assunzioni, significa più crescita per le imprese. Siamo orgogliosi anche in questo caso di aver prorogato l'iper-ammortamento e il super-ammortamento perché si sono rivelate misure efficaci. Non sono mancette alle imprese: sono misure per far crescere le nostre imprese e, quindi, anche aumentare l'occupazione (mi sembra persino banale dirlo). Nella stessa direzione abbiamo rifinanziato la legge “Sabatini” per investimenti nuovi e macchinari ma anche il piano Impresa 4.0.
In particolare, mi rivolgo all'ex Ministro Brunetta, che qui non vedo e che tanto in questi giorni si è peritato in dichiarazioni: sulla pubblica amministrazione siamo davvero orgogliosi di avere sbloccato il contratto e di aver rinnovato i contratti della pubblica amministrazione fermi per troppo tempo. Questi sono fatti. Le risorse passano da 300 milioni a quasi 3 miliardi nel 2018: è un risultato davvero storico e vogliamo sottolinearlo perché lo è.
Sempre nel segno dell'equità e della giustizia - vado alla spicciolata perché molte sarebbero le misure sia in termini di crescita sia in termini di equità sulle quali soffermarci - ricordo i 5 milioni per demolire gli edifici abusivi di cui tanto abbiamo parlato, ma anche il Fondo per risarcire le vittime delle banche che è stato raddoppiato passando dai 50 ai 100 milioni: non è ancora abbastanza ma è più di quello che era stato previsto.
È stato aumentato l'ecobonus e introdotta la web tax per far pagare anche i giganti del web. In nome della trasparenza abbiamo evitato i pagamenti in contanti degli stipendi: anche questo significa passi avanti per i lavoratori. Allo stesso modo, abbiamo disciplinato la tax credit per le imprese culturali e quelle creative.
Se per voi queste sono mancette, per noi non lo sono. Se per voi questi sono favori alle lobby, per noi sono misure di crescita per il Paese e per i cittadini. Se per voi sono spot elettorali, noi tutto questo lo chiamiamo giustizia sociale e attenzione per i più deboli. Per noi questa è la strada che ha portato il Paese fuori dall'incubo della crisi. Siamo alla fine della legislatura e siamo fieri di poter consegnare il Paese migliore di come l'abbiamo trovato: è stato un lavoro duro che ha dato risposte a molti di coloro che erano stati lasciati soli precedentemente.
Sinceramente, davanti a tali numeri, lascia stupefatti sentire gli attacchi di chi ha portato il Paese sull'orlo del precipizio e di chi non è mai stato capace di fare uno straccio di proposta come abbiamo visto anche in molte amministrazioni, compresa quella in cui ci troviamo. Presidente, ho concluso. Ci presentiamo, quindi, a testa alta davanti agli italiani, certi di lasciare un Paese più forte e più capace di affrontare le sfide del futuro.