Discussione generale
Data: 
Martedì, 22 Dicembre, 2020
Nome: 
Debora Serracchiani

A.C. 2790-bis-A

Presidente, concentrerò il mio intervento su quelli che sono stati gli interventi legati al lavoro, che in questa manovra non solo non sono mancati, ma hanno rafforzato, rafforzato in modo molto evidente, quello che stiamo cercando di fare in questo momento.

Che non è soltanto aiutare per affrontare l'emergenza: stiamo cercando, e questa manovra di bilancio lo fa, di avviare un percorso importante, che ci permetta di uscire da questa emergenza gradualmente, attraverso strumenti che, soprattutto da marzo, quando cesserà il divieto di licenziamento, ci permetteranno di avviare un percorso virtuoso per la crescita del Paese. Non mi soffermerò, quindi, su quello che era già il contenuto della manovra di bilancio, come è arrivata dal Governo, ma voglio precisare che i temi di cui parlerò sono temi che portano la firma non solo del Partito Democratico. Alcuni hanno la prima firma dell'opposizione, altri di tutto il Parlamento, maggioranza ed opposizione. Non importa chi ha firmato questo emendamento; importa, invece, l'esito e l'obiettivo dell'emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) E devo dire che il lavoro del Parlamento è stato un lavoro prezioso, un lavoro di tessitura, un lavoro di rammendo, se vuole, Presidente, di quelli che sono stati i punti fondamentali della manovra di bilancio, che il Parlamento ha sensibilmente migliorato.

Cito questi argomenti, quindi, non soltanto, ovviamente, il prolungamento di dodici settimane degli ammortizzatori sociali, non soltanto l'imponente risorsa che è stata messa sugli sgravi contributivi, che hanno riguardato - questo lo ha detto più volte anche chi è intervenuto prima di me - non soltanto il lavoro dipendente, ma anche il lavoro autonomo. Cito, tra gli argomenti che sono più cari al Parlamento e su cui anche il Partito Democratico ha lavorato alacremente fin dal primo momento, l'amianto. Abbiamo stabilizzato il fondo vittime amianto e abbiamo reso per sempre la possibilità per le vittime e per i familiari delle vittime non professionali di ricevere quello che, ahimè, purtroppo, non è molto, ma è importante, perché abbiamo aumentato e stabilizzato per sempre, da 5.600 a 10 mila euro, quello che è l'importo che diamo, appunto, ai familiari delle vittime non professionali. Abbiamo lavorato sui lavoratori fragili. Sì, abbiamo cercato di dare una risposta che, per un periodo di tempo, ahimè troppo lungo, è mancata, ma che ora dobbiamo migliorare anche con quello che manca, che è la previsione appunto del non computare nel periodo di comporto l'assenza per malattia dei lavoratori fragili, già provati, ancora di più, dalla pandemia.

C'è molto per i lavoratori autonomi, come hanno detto i colleghi che sono intervenuti, un importante e imponente sgravio contributivo e, per la prima volta, un accenno - non posso non dire “accenno” - a quello che è, però, un percorso virtuoso, che dovrà essere il percorso di tutto il Parlamento verso la riforma degli ammortizzatori sociali, una riforma universale che coinvolga anche i lavoratori autonomi. Ebbene, per la prima volta, i lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata e i professionisti iscritti alla gestione separata avranno la possibilità di un'indennità straordinaria di continuità reddituale operativa. Non è molto, ma è un inizio importante ed è un percorso che dovrà essere ulteriormente stabilizzato e ulteriormente accresciuto, appunto con la riforma degli ammortizzatori sociali.

Anche ai pensionati abbiamo pensato, anche a loro, perché sono anch'esse delle persone che in questo momento affrontano la pandemia con grande difficoltà e non soltanto perché sono gli anziani i più colpiti, ma anche perché abbiamo chiesto a loro grandissimi sacrifici durante questi anni. Vorrei ricordare non solo la proroga di un anno di Ape sociale e la proroga di un anno di Opzione donna, ma anche quello che è stato un intervento importante per il Partito Democratico, che è stato appunto l'approvazione di due emendamenti. Uno: isopensione, che consente di aggiungersi a quelli di cui parlerò dopo, cioè i contratti di espansione. Aggiungono uno strumento in più, che, nel caso di ristrutturazione aziendale, permettono uno scivolo pensionistico, che anticipa la pensione di vecchiaia e la pensione di anzianità.

Poi gli esodati. Sono una ferita, quella degli esodati, che ci portiamo dietro da molti anni. Questo è un momento nel quale possiamo dare una risposta. Dobbiamo dare una risposta a queste persone in difficoltà, senza reddito e senza una pensione. Mi auguro davvero che questo emendamento possa rimanere nel corpo della manovra di bilancio.

L'attenzione, poi, alle donne - mi consentirà, Presidente, di sottolinearlo -. Ci sono non soltanto il fondo per l'imprenditoria femminile, ma c'è stata l'introduzione per la prima volta del fondo per la parità salariale, che è il frutto di un lavoro che la Commissione Lavoro tutta sta portando avanti da tempo e che vedrà - mi auguro nei prossimi mesi - la possibilità di licenziare la legge sulla parità salariale. Il congedo di paternità, che è stato aumentato da sette a dieci giorni. Il finanziamento dei luoghi delle donne. L'incremento del fondo per la rieducazione di chi ha commesso reati contro le donne.

Certo, avremmo potuto, come spesso accade, come abbiamo sempre detto, fare di più. Ma io credo che sia intanto un inizio importante, che deve andare verso quell'impegno che tutti ci siamo presi, di utilizzare molte delle risorse che arriveranno dall'Unione europea proprio per le donne, per garantire quella parità e affrontare una volta per tutte e superare quelle discriminazioni, che sono molto presenti nel mondo del lavoro e sono legate al genere.

Mi soffermo ora, Presidente, su quelli che sono i punti sui quali il Partito Democratico ha voluto, sì, intervenire in modo puntuale sulla manovra di bilancio. Noi abbiamo ritenuto, infatti, Presidente, che fosse necessario che nella manovra di bilancio fossero già rappresentate quelle politiche attive del lavoro, che riteniamo essere l'unica via di uscita, rispetto a quello che sarà un momento difficile che affronteremo, non soltanto dal mese di marzo in poi - ripeto - quando ci sarà il divieto di licenziamento, ma, già ora, con la perdita dei posti di lavoro e, dopo, con la necessità di una imponente riqualificazione. Perché questa crisi, Presidente, si accompagna a quello che è un cambiamento già profondo del mercato e del sistema del lavoro. La transizione digitale, la transizione ecologica, sta cambiando e cambia profondamente il nostro sistema. La crisi ha accelerato questi cambiamenti, la crisi ha reso ancora più visibili le nostre fragilità, la crisi ha dimostrato che esistono lavori e lavoratori invisibili a cui prestare attenzione. Le politiche attive del lavoro sono lo strumento per il Partito Democratico necessario, da mettere in campo per poter affrontare la crisi e vincerla. Noi avevamo presentato un emendamento, a prima firma del collega Viscomi, all'articolo 57. Lo abbiamo modificato poi nel percorso di esame della manovra di bilancio, anche per venire incontro ad alcune richieste del Ministero. Insistiamo: dobbiamo coinvolgere le agenzie per il lavoro. Insistiamo nel fatto che si debba avere l'assegno di ricollocazione in modo strutturale. E siamo contenti che sia stata accolta la nostra proposta di estendere l'assegno di ricollocazione, non soltanto a chi percepisce il reddito di cittadinanza, ma anche ai cassintegrati e anche ai disoccupati in NASpI, perché riteniamo che questo sia il momento nel quale questo aiuto dell'assegno di ricollocazione possa essere utile e necessario, per riqualificare professionalmente le persone e consentire loro, accompagnare loro, a farli rientrare nel mercato del lavoro. Voglio ricordare l'altro pilastro delle nostre politiche attive, il contratto di espansione, che abbiamo condiviso con tutto il Parlamento. È fondamentale, perché consente, da una parte, lo scivolo pensionistico per le imprese con più di 250 addetti. E, dall'altra, per le grandi imprese con mille dipendenti, in virtù di un piano industriale e di ristrutturazione importante vogliamo, a fronte di agevolazioni che vengono date, avere la possibilità, anzi la garanzia, che l'impresa faccia un'assunzione ogni tre uscite. Questo è un impegno fondamentale, è una politica attiva del lavoro vera, seria, concreta, che aiuterà molte persone in difficoltà, che si troveranno nella difficoltà di dover affrontare la crisi e anche, ovviamente, la perdita del posto di lavoro.

Presidente, questa manovra, per quanto riguarda il Partito Democratico, getta le basi della ripresa, che dovrà essere rafforzata con ulteriori provvedimenti. Non potranno mancare – dirò, ovviamente per poco tempo, soltanto i titoli di quelle che sono per noi riforme necessarie per la modernizzazione del Paese - la riforma delle politiche attive, di cui ho già parlato, la riforma degli ammortizzatori sociali, che dia uno strumento di protezione sociale a tutti i lavoratori a prescindere dalla natura del contratto che hanno, da ultimo, ma non da ultimo, la riforma della pubblica amministrazione, che dovrà essere la vera protagonista della crescita del Paese.

Un ultimo accenno, Presidente. Io penso che il Partito Democratico abbia anche dato attenzione ad un aspetto importante, che è all'articolo 5. C'è stato un emendamento, a prima firma del collega Sensi, che ha sollevato la questione legata all'INPGI, che mi auguro debba essere una questione per tutto il Parlamento. Siamo riusciti ad ottenere un piccolo passo avanti, ovviamente con un aiuto economico, e un piccolo passo avanti con una possibilità di tempo che ci siamo presi da qui al 30 giugno. Ma per fare le cose sull'INPGI è importante che si intervenga, lo deve fare il Parlamento, lo deve fare il Governo, e ringrazio l'onorevole Sensi per l'attenzione che ha posto a questo tema