Discussione generale
Data: 
Giovedì, 22 Dicembre, 2022
Nome: 
Valentina Ghio

A.C. 643-bis-A

Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghe, onorevoli colleghi e componenti del Governo, la mancanza di visione e di prospettiva di questa manovra si evince in tante parti, come è stato citato anche oggi, e la mobilità rientra pienamente in questo quadro. Francamente, dopo la pandemia, che ha cambiato anche le necessità di mobilità degli italiani, e dopo quanto accaduto negli ultimi anni, ci aspettavamo che ci fosse una considerazione diversa, con un'impostazione di visione, di prospettiva, sul trasporto pubblico locale, sulla mobilità sostenibile, sui principali asset del trasporto, incluso il tema della portualità. Invece, i numeri e l'impostazione politica della manovra ci dicono il contrario. Del resto, come avevamo avuto modo di segnalare nella discussione parlamentare, la mutata denominazione del Ministero delle Infrastrutture, che ha tolto la definizione di mobilità sostenibile, ci aveva già preoccupato non poco ed evidentemente qualcosa voleva dire. E vede, signor Ministro, non perché, come qualcuno ha detto, siamo troppo legati alle parole, ma perché temevamo da subito che la nuova denominazione rientrasse in una logica più ampia di scelte identitarie ed ideologiche, che avrebbero generato un importante errore di valutazione, che, nella concretezza della manovra, ha fatto poi fare un balzo indietro alle politiche di mobilità e ambientali del nostro Paese, senza esprimere un'idea chiara di innovazione e di sostegno alle diverse forme di mobilità.

Ci aspettavamo, quindi, misure che sostenessero il complesso del sistema dei trasporti, a partire dal trasporto pubblico locale, che ne rappresenta il cuore, per la mobilità delle persone, per il raggiungimento dei servizi essenziali, per ridurre l'isolamento delle aree interne, e perché siamo convinti che il mantenimento e il miglioramento di un servizio di trasporto pubblico locale adeguato ed efficiente rappresenti oggi una delle strategie più importanti per ridurre quelle disuguaglianze che questa manovra ha accentuato, laddove la distanza è diventata sempre più elemento generatore di nuove e significative disuguaglianze. Non vi siete occupati di questo.

Ci aspettavamo anche che il Governo cogliesse il grido di allarme lanciato da diversi sindaci, da nord a sud, dall'ANCI, rispetto al tema della sostenibilità economica del trasporto pubblico, che vacilla a causa dell'incremento dei prezzi e del carburante, delle minori entrate della bigliettazione da COVID, ma niente di tutto questo. Non c'è stato un adeguato incremento del relativo Fondo nazionale del trasporto pubblico locale. Nella manovra non abbiamo trovato nulla di tutto questo. Ancora una volta saranno i cittadini, insieme ai comuni, a pagarne il prezzo. Le grandi città sono in enorme difficoltà, a scongiurare gli incrementi del costo del biglietto, a garantire la stabilità delle stesse aziende. A fronte di un miliardo di risorse necessarie stimate per far fronte alle necessità del servizio, avete stanziato in manovra soltanto 100 milioni per il 2023 e 250 per il 2024, del tutto insufficienti, e avete respinto il nostro emendamento che ne chiedeva almeno 400 nel 2023. Anzi, avete tolto pure un aiuto prezioso alle famiglie, come il bonus trasporti, che non è stato rinnovato, ed è una nuova dimostrazione della miopia di certe scelte. Una misura che ha funzionato bene, che è stata utilizzata.

E qual è stata la scelta di questo Governo, quando una misura funziona e sostiene i bisogni delle persone? La si cancella, senza avere idea e senza dare sostanza a una misura alternativa e compensativa, che si proponga lo stesso fine. E si evince con chiarezza, a livello generale e specifico, che nella manovra manca anche una qualunque prospettiva di sviluppo e di pensiero rispetto alla riconversione ecologica dei mezzi, alla digitalizzazione dei servizi, ai percorsi di intermodalità, all'innovazione sull'integrazione dei trasporti, per sostenere quel presidio delle aree interne, con le quali tanto vi riempite la bocca quando si parla di dissesto e spopolamento, ma per le quali non si destinano risorse quando è il momento di dare concretezza, facendo ricadere l'onere, ancora una volta, sugli enti locali e sulle famiglie già vessate dall'inflazione. E quindi torniamo all'importanza di quei nomi e di quelle parole, che, in realtà, corrispondono ad una visione della politica e del mondo dove le scelte di tutela dell'ambiente, della mobilità sostenibile, dei bisogni di mobilità delle famiglie, non sono pervenute. Questa mancanza, che troviamo nella manovra, incide concretamente sulla vita delle persone, peggiorando la loro qualità di vita.

E un altro salto indietro questa manovra lo fa quando definanzia le misure per la mobilità sostenibile e la sicurezza stradale, con il tentativo di smantellamento, prima, e di riduzione drastica, poi, a seguito dei diversi emendamenti presentati dal Partito Democratico e da buona parte dell'opposizione sul tema del Fondo per lo sviluppo delle reti ciclabili urbane, peraltro in presenza di dati di contesto che richiederebbero di andare in direzione opposta al Piano della mobilità ciclistica, politica strategica nazionale, che prevede un incremento del 20 per cento della quota di spostamenti in bicicletta, incremento che può essere conseguito solo con l'indispensabile concorso finanziario dello Stato, altrimenti, ancora una volta, si chiede l'intervento esclusivo dei comuni, che oggi hanno i bilanci ridotti all'osso anche a causa dell'insufficienza degli stanziamenti di questa manovra, che non sono nemmeno lontanamente vicini a compensare gli incrementi dei costi energetici a loro carico. D'altra parte, cosa ancora più grave, con questo taglio si ignora l'incremento degli episodi di violenza stradale, di uccisione dei ciclisti, che stanno crescendo, e non si contribuisce a mettere in campo un finanziamento strutturale per incrementare la sicurezza stradale. Signor Ministro, vede, prima di questa manovra, nel 2023 erano previsti 47 milioni di euro sul Fondo della mobilità ciclabile, ora ne abbiamo 2 milioni sul 2023 e 4 nel 2024: briciole, che, nei fatti, fermano un processo virtuoso innescato negli ultimi anni e sono indice di una volontà manifesta di tornare clamorosamente indietro su questo tema.

E infine voglio parlare anche della portualità, un settore strategico sul quale dalla manovra non si evince una direzione chiara. Noi crediamo che lo Stato debba riacquistare capacità di indirizzo strategico sui porti. È un tema centrale, che andrà trattato nell'ambito del percorso di riforma, che - leggiamo sui giornali in questi giorni - dovrebbe essere avviato a breve. Ma ci ha molto stupito il mancato rifinanziamento di misure strutturali per il settore. E siamo contenti per il bonus portualità per i lavoratori e imprese, che abbiamo sottoscritto, introdotto da un emendamento in corner, ma non basta a mettere in campo gli interventi di cui il settore ha bisogno. Anche qui ci aspettavamo un livello di attenzione maggiore. Manca il rifinanziamento del Fondo portualità per interventi strutturali, che abbiamo riproposto. Manca il rifinanziamento della misura del Ferrobonus, che aveva evidenziato una grande utilità, soprattutto a supporto della logistica integrata, che noi abbiamo riproposto. Manca il rifinanziamento di misure introdotte nella scorsa legislatura, importanti dal punto di vista della tutela ambientale e della sicurezza, come i risarcimenti per le famiglie delle vittime di amianto. Non sono state colte le grandi preoccupazioni evidenziate dai rappresentanti della portualità in questi giorni: pensiamo all'allarme lanciato da Assiterminal sull'incremento del 25 per cento dei canoni demaniali, al quale non è stata data alcuna risposta.

In conclusione, il quadro che emerge sul tema dei trasporti e della mobilità, così come su tutta la manovra, ci appare carente deludente, senza un pensiero di prospettiva, senza misure concrete che vadano incontro alle esigenze dei cittadini, con un balzo indietro rispetto ai temi della sostenibilità, senza raccogliere le esigenze manifestate dai sindaci delle principali città del nostro Paese.

Interventi limitati, cancellazione di percorsi in essere, mancanza di visione di futuro. Crediamo davvero si possa fare di meglio e di più per sostenere la mobilità dei cittadini, la transizione ecologica e lo sviluppo dei settori trainanti del nostro Paese, e per migliorare concretamente la vita dei cittadini che dite di voler tutelare.