A.C. 643-bis-A/R
Grazie, Presidente. Signor Presidente, Ministro, colleghe e colleghi, la legge di bilancio uscita dal Consiglio dei ministri era assolutamente iniqua e del tutto inadeguata a fare fronte alle difficoltà del Paese. Non siamo solo noi a dirlo, l'opposizione, ma è moneta corrente di tanti osservatori italiani ed internazionali. La legge di bilancio, così come è giunta in Aula a valle dell'esame in Commissione, dà a chi ha di più e toglie a chi ha di meno, manca totalmente di una visione del Paese e non investe sul futuro, anzi, conserva quelle caratteristiche di ingiustizia e di inadeguatezza.
L'Italia, alle prese con uno dei tornanti più complicati della sua storia recente, con un'inflazione ormai stabilmente a doppia cifra, con il costo dei beni di prima necessità che aumenta mese dopo mese e lo spettro di una recessione alle porte, aveva bisogno non solo di ben altro, aveva bisogno di tutt'altro. Aveva bisogno di più coraggio, di più energia e visione, di maggiore respiro e capacità di ascolto, di comprendere la profondità delle ferite di questo nostro Paese, ma, soprattutto, aveva bisogno di più giustizia.
Questa manovra, Ministro, è profondamente ingiusta. Tagliate i finanziamenti alla lotta alla povertà, alla sanità pubblica e alla scuola, e infilate nella legge una decina di condoni, come ai tempi andati. Questo si chiama far cassa sui più poveri, su più esposti e i più fragili, a cui togliete risorse per darle a chi le tasse non le paga. Ho letto che questa vostra strategia era nel programma elettorale: far crescere la ricchezza per poterla redistribuire. A noi pare, in realtà, che stiate facendo crescere la povertà per redistribuire la ricchezza. Questa è la verità, Ministro. Questa è la verità, colleghi.
E avete provato anche a fare di più e peggio. Avete provato anche a inserire uno scudo penale per i reati tributari, e solo la nostra ferma reazione, la reazione delle forze di opposizione, vi ha indotto a fare marcia indietro. Uno dei tanti pasticci di cui avete dato prova nella vostra condotta parlamentare su questa legge di bilancio, prima provandoci, poi facendo una ignominiosa marcia indietro, come ai tempi andati. Ho letto che, comunque, ritenterete in qualche prossimo provvedimento, perché, con tutta evidenza, strizzare l'occhio agli evasori vi viene naturale. Sappiate che anche allora troverete da questi banchi e in questi banchi un'opposizione determinata e rigorosa.
Ci avete detto che, nelle condizioni date di risorse e di tempo, questa legge di bilancio era, dopo molto tempo, la prima legge di bilancio politica. Messaggio arrivato forte e chiaro. Gli italiani hanno capito. Hanno capito che la destra di Governo considera la povertà una colpa, proprio come quella di Trump in America: se non trovi lavoro, non è perché manca o perché non si è in grado di svolgerlo, magari per motivi di salute, ma perché preferisci stare sul divano.
Questa della manovra di bilancio politica è, insomma, la carta d'identità della destra di Governo. Ma davvero mi chiedo, Ministro, come si fa a privare, fra qualche mese, circa 700 mila persone di un aiuto senza un'alternativa che prenda in carico le tante fragilità e le tante povertà? Ma, soprattutto, come pensate di trattare quei 200 mila lavoratori che un contratto ce lo hanno, un lavoro ce lo hanno, un reddito da lavoro ce lo hanno, ma è talmente basso che hanno il reddito di cittadinanza per poter sopravvivere. Lo toglierete anche a loro? Adesso ci direte che noi difendiamo il reddito di cittadinanza, dopo averlo criticato. Lo rispiego facile, facile, Ministro: per noi il reddito va riformato, soprattutto nella parte delle politiche attive del lavoro, ma certo non va eliminato come strumento di lotta alla povertà, perché è l'unico strumento che c'è.
Torniamo al messaggio della destra, la destra di Governo. La lotta all'evasione fiscale non è una priorità, questo lo abbiamo capito con chiarezza; si mettono in campo misure che favoriscono il ricorso al nero e l'evasione, come l'aumento del tetto fino a 5 mila euro per l'uso dei contanti o il divieto dell'obbligo del POS fino a 60 euro, che per fortuna, grazie alla nostra ferma opposizione e anche per il richiamo dell'Europa, avete eliminato. Il catalogo delle iniquità, però, è sostanzioso, ne riporto solo alcune. C'è il taglio delle pensioni, a partire da quelle degli operai specializzati che si sono spaccati la schiena per quarant'anni: non sono proprio dei ricconi, Ministro. C'è poi la stretta su Opzione Donna, anche questa pensata per risparmiare, pensata sulla pelle delle donne. Aumenta l'età per usufruirne, si introduce una distinzione discriminatoria tra chi ha i figli e chi non li ha. Non è un aiuto per le donne, Ministro, le donne in questo modo pagano il doppio. C'è la cosiddetta flat tax, la flat tax per i lavoratori autonomi fino a 85 mila euro di ricavi, anche questa pensata per i redditi alti, quando, invece, si sarebbero dovuti prevedere strumenti per quei lavoratori autonomi, tanti, spesso giovani, che non arrivano a dichiarare più di 20 mila euro l'anno. E senza contare, con la flat tax, il gravissimo squilibrio che si ha con i lavoratori dipendenti e i pensionati, i quali, a parità di reddito, arriveranno a pagare fino a 10 mila euro in più di tasse.
C'è, soprattutto, il taglio al finanziamento del sistema sanitario. Su questo, Ministro, Ministri, ascoltateci, ascoltateci, perché, per quanto riguarda il taglio alle risorse destinate dalla manovra alla sanità, siete riusciti ad andare sotto il 7 per cento, diversamente da come, nonostante tutto, noi eravamo riusciti a fare negli anni scorsi. Ve lo dico chiaro e tondo, ve lo diciamo chiaro e forte: giù le mani dal Servizio sanitario nazionale, giù le mani dalla salute dei cittadini, giù le mani dalla salute pubblica! Questa è la carta d'identità della destra, lo avete dimostrato anche in questa manovra di bilancio! Nel corso dell'esame della manovra per fortuna sono state introdotte alcune modifiche importanti, in alcuni casi anche grazie alla nostra azione. Penso al Mezzogiorno: ve ne eravate completamente dimenticati. Penso alla proroga al 31 dicembre dell'anno prossimo del credito d'imposta. Scusi, Presidente, però mi faccia capire come funziona.
Grazie, Presidente. Nel corso dell'esame parlamentare, dicevo, per fortuna sono state introdotte delle modifiche importanti, alcune anche grazie alla nostra azione. Penso al Mezzogiorno: ve ne eravate completamente dimenticati. Penso alla proroga al 31 dicembre dell'anno prossimo del credito d'imposta per gli investimenti, come pure per le zone economiche speciali. Penso all'indennità di discontinuità per i lavoratori dello spettacolo, penso all'avere reso strutturale il bonus psicologo, penso all'aumento delle risorse per gli esposti all'amianto. Bene anche le agevolazioni per le assunzioni dei giovani o qualche risorsa in più sull'assegno unico, però qui, Ministro, c'è il primo problema. A partire dal mese di aprile, per legge, l'assegno unico va indicizzato: mancano 2 miliardi, non li avete messi. Che farete, li stamperete? Avete giustamente sottolineato con soddisfazione il giudizio positivo dell'Unione europea, e ci mancherebbe, posto che fino al giorno prima avevate detto “con noi, la pacchia è finita”. Quello che però avete dimenticato di notare era che il riconoscimento arrivato dalla Commissione riguardava la linea di equilibrio dei conti pubblici che vi mette in piena e diretta continuità con i due Governi precedenti e smentisce fragorosamente le parole e le promesse della vostra campagna elettorale. Va bene, però almeno risparmiateci gli inni alla coerenza. Avete pure dimenticato che nel giudizio di Bruxelles anche la bocciatura sulle misure politiche, quelle sul fisco e sulle pensioni, quelle che caratterizzavano proprio la natura politica della vostra manovra, è lì.
Signor Ministro, nella narrazione con cui avete accompagnato la vostra prima legge di bilancio compare la parola “coraggio”, una manovra coraggiosa, dite. Noi pensiamo che non sia così; all'opposto, pensiamo che sia una manovra vigliacca, e non solo perché, come dicevo, la sua caratteristica è di togliere a tanti per dare a pochi, di accanirsi sulle persone e sulle fasce più fragili della popolazione, ma perché una manovra economica davvero coraggiosa, in un frangente così difficile, avrebbe richiesto una misura forte e strategica, come un reale e corposo taglio del costo del lavoro, come vi chiedevano le parti sociali. E, invece, è la manovra che contiene un aiuto consistente agli evasori, una punizione ingiusta per i poveri, una botta poderosa al welfare e l'attacco a tutte le misure popolari dei Governi precedenti. Questa è stata la vostra ricetta. In campagna elettorale dicevate di essere pronti. La verità è che eravate pronti a niente, ma disposti a tutto, pur di accontentare pochi e privilegiati e tenere unita una coalizione divisa, pasticciona e litigiosa. Allora, Ministro, ve lo diciamo ora e vi attendiamo alla prova: cambiate rotta subito, prima che sia troppo tardi, perché il 2023 sarà più duro. Adesso state ancora vivendo di rendita, ma il tesoretto della rendita si consuma e dovrete dimostrare se avrete davvero coraggio e forza politica. Quel giorno noi ci saremo, come sempre, se finalmente però vorrete ascoltarci, come non avete fatto durante l'esame della manovra di bilancio.
Oggi questa manovra, ingiusta e dall'orizzonte, corto non avrà il nostro consenso, e a questo Governo sordo e chiuso non daremo la nostra fiducia. Per questo daremo un voto contrario alla fiducia.