Discussione generale
Data: 
Giovedì, 28 Dicembre, 2023
Nome: 
Maria Cecilia Guerra

A.C. 1627​ e A.C. 1627​/I

Grazie, Presidente. Oggi la Camera bassa, anzi bassissima, direi la Camera di servizio, per come siamo ormai considerati, inizia l'approvazione della legge di bilancio. Siamo dentro una grande farsa, un percorso finto, come è finto ogni percorso in cui l'esito è predeterminato e immodificabile. La legge di bilancio dovrebbe essere, però, l'intervento più importante per disegnare le politiche economiche e finanziarie del nostro Paese ed è, quindi, particolarmente assurdo che questa Camera non possa a questo proposito dire assolutamente niente. Eppure, ce ne sarebbero di cose da dire perché, venendo al merito, questa è una manovra costruita su piedi d'argilla. La misura più importante, la riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti, è finanziata per un solo anno e chiedendo i soldi in prestito. Noi, invece, crediamo che sia una misura dovuta e importante, che deve essere resa strutturale e che, quindi, debba essere finanziata non con debito ma riportando un poco di equità nel nostro sistema fiscale. Come? Per esempio chiamando a pagare le imposte chi oggi non le paga e non le paga o perché ha regimi estremamente agevolati o perché evade. Non è più tollerabile un sistema in cui a parità di reddito - ripeto: a parità di reddito - c'è chi paga zero di imposte e chi paga più del 40 per cento. Invece di superare queste iniquità, la riforma fiscale approvata dalla maggioranza, le cui prime mosse sono parte integrante della manovra, va nella direzione opposta, va, cioè, nella direzione di moltiplicare i regimi speciali di favore, facendo del nostro sistema fiscale uno spezzatino sempre più informe, sempre più iniquo e sempre più indegno, le stesse iniquità e indegnità che vengono riproposte sul tema dell'evasione. I decreti attuativi della riforma fiscale, che sono in corso di approvazione, introducono, infatti, nuovi condoni e ogni condono è uno schiaffo per chi le tasse le paga ogni mese con un prelievo in busta paga. Torniamo alla manovra. La seconda misura più importante di questa manovra è proprio il cosiddetto primo modulo della riforma dell'Irpef, una misura che è anch'essa pensata per un solo anno, finanziata per un solo anno. Non si è mai vista una riforma fiscale fatta con interventi provvisori per un solo anno. Questo è proprio un inedito assoluto. Se fate una riforma, se volete chiamarla così, dovete avere chiaro come la rendete strutturale, cioè come la rendete sostenibile nel medio periodo, insomma come la finanziate. Invece, nella vostra manovra la riforma fiscale, così come il taglio del cuneo fiscale, sono misure precarie (sappiamo che la precarietà piace molto a questo Governo). Per tenere in vita misure di questo tipo oltre il 2024 non si può finanziarle con debito ma bisogna fare delle scelte: o si finanziano riordinando le tasse, come noi chiediamo, o, come forse voi volete, si taglia la spesa, e noi temiamo che sia questa la vostra idea: trovare i soldi tagliando ancora di più la sanità, spingendola verso il privato, tagliando l'istruzione e le pensioni future, come avete già fatto in questa manovra. Quello che volete fare ancora non lo sappiamo, ma quel che è peggio è che ancora non lo sapete voi. Per ora quindi - ripeto - questa manovra di bilancio è solo un grande bonus una tantum che vale solo per un anno, un grande bonus una tantum che lascia, però, un'ipoteca fortissima di più di 15 miliardi per le manovre future. Rinascono, cioè, sotto altra veste quelle clausole di salvaguardia che così pesantemente hanno segnato il nostro Paese. Le avete inventate voi; le ha inventate Tremonti nel Governo Berlusconi del 2011, le abbiamo finalmente superate noi, con Gualtieri nel Governo Conte nel 2020, e ora le riproponete. Un'ipoteca fortissima proprio nel momento in cui l'Italia non è riuscita a costruire in Europa un'alleanza a sostegno della riforma del Patto di stabilità proposto dalla Commissione che per noi sarebbe stata molto migliorativa e ha, invece, subito e sottoscritto una riforma che impone parametri di finanza pubblica rigida, impone, cioè, rigidi parametri di riduzione del disavanzo e del debito uguali per tutti i Paesi e che vincolerà in maniera molto forte le manovre future.

Ma questo grande bonus una tantum non è il solo della manovra, pur rappresentandone la larga parte. La Presidente del Consiglio e tanti autorevoli esponenti della maggioranza ripetono ogni giorno “basta bonus”, ma la legge di bilancio svela la falsità di quest'affermazione, perché questo Governo non sta abbandonando interventi temporanei, chiamati appunto bonus, per introdurre interventi strutturali, cioè interventi di sistema, organici. Sta facendo, esattamente, l'opposto e vi faccio due esempi. Primo, è stata smantellata una misura strutturale e universale di contrasto alla povertà come il reddito di cittadinanza per creare una carta “dedicata a te”, distribuita a nuclei poveri una tantum, senza tenere conto della numerosità del nucleo familiare - così che prendono gli stessi soldi un nucleo con tre componenti e un nucleo con cinque, sei, sette, otto componenti - e con soldi distribuiti in modo casuale fra i comuni in modo tale che una famiglia più povera rispetto a un'altra, che potrebbe beneficiare della carta, non ne beneficia semplicemente per il fatto che risiede in un altro comune. Quindi, misura spot, misura mal disegnata, che ha sostituito invece una misura strutturale e universale. Il secondo esempio è questo. Avete ridotto il finanziamento della misura universale e strutturale di sostegno alle famiglie con figli, l'assegno unico e universale, appunto, non preoccupandovi di andare incontro al mancato take-up, per finanziare invece misure spot, temporanee, come la detassazione dei fringe benefit maggiorata per chi ha figli a carico o la decontribuzione per madri che già lavorano, ma solo se non sono lavoratrici domestiche o lavoratrici a tempo determinato, a termine, precarie.

Insomma, questa manovra è il pasticcio di un Governo che naviga a vista con misure senza futuro o perché improvvisate e con esiti casuali o perché non finanziate oltre i 12 mesi. Un quadro davvero preoccupante.