Discussione generale
Data: 
Giovedì, 28 Dicembre, 2023
Nome: 
Irene Manzi

A.C. 1627​ e A.C. 1627​/I

La ringrazio, signora Presidente. Inizio il mio intervento con una citazione, con le parole che, nello scorso mese di settembre, il Ministro Luca Ciriani pronunciava in quest'Aula, rassicurando le famiglie sull'impegno convinto del Governo, nella prossima legge di bilancio, appunto, per sostenere i costi che le famiglie stavano sostenendo per il diritto allo studio e per poter garantire la frequenza dei propri figli. Il Ministro Ciriani diceva proprio che: l'impegno riguarderà la prossima legge di bilancio, in vista della quale il Ministero dell'Istruzione e del merito ha già allo studio una pluralità di proposte per intervenire sul tema delle detrazioni delle spese per i libri di testo, contestualmente all'adeguamento dei tetti di spesa, nonché sull'incremento dell'attuale stanziamento previsto per l'acquisto dei libri di testo. Era settembre, la scuola stava iniziando, le famiglie e gli studenti protestavano anche in maniera rumorosa davanti al Ministero dell'Istruzione e del merito e il Governo prendeva degli impegni anche abbastanza precisi di fronte alle mozioni che, come Partito Democratico, insieme agli altri gruppi di opposizione, avevamo presentato su questo tema in quest'Aula.

Siamo a dicembre, siamo al 28 di dicembre e stiamo esaminando una legge di bilancio in cui non c'è alcuna misura a sostegno del diritto allo studio e a sostegno delle famiglie. Questo speravamo, colleghi, che fosse davvero un terreno di incontro e di confronto, visto che non avete potuto esercitare quello che è il diritto fondamentale di ogni parlamentare, quello a presentare emendamenti alla più importante legge che viene approvata in queste Aule, la legge di bilancio. Speravamo che si trovassero su questo tema uno spazio e un'occasione di confronto. Invece, il Governo, non solo, non ha inserito nessuna misura riguardo al diritto allo studio, ma soprattutto ha costruito una manovra di bilancio che è priva di anima e di ogni idea possibile di sviluppo e di crescita di questa società.

Perché, colleghi, potrete anche investire risorse per il ponte sullo Stretto o disperderle, com'è avvenuto al Senato, in mille rivoli, dalla Fondazione Gazzetta Amministrativa all'Associazione antichissima rappresentazione dei misteri di Santa Cristina o ai canili della Val d'Aosta, e mi fermo qui, però non potete negare che mentre i Ministri Valditara e Sangiuliano sono impegnati a fare dichiarazioni intorno alla presunta egemonia culturale della nuova destra di Governo, voi avete dimenticato completamente di costruire e di contribuire a costruire il futuro delle generazioni più giovani di questo Paese, perché - lo ripetiamo ogni volta in quest'Aula e ne siamo profondamente convinti - l'investimento in cultura e istruzione è il modo più concreto, efficace e significativo per investire sulle possibilità di sviluppo di questo Paese e per consentire, soprattutto, a questo Paese di crescere finalmente in modo giusto, equilibrato ed armonico. In questo senso avevamo costruito al Senato e li abbiamo ripresentati qui quelli che erano gli emendamenti della nostra contromanovra, cercando di applicare un principio importante, il principio dell'investimento, anziché quello del taglio, perché di tagli questa manovra, nel settore dell'istruzione e della cultura, ne contiene molti. Non solo non recupera i tagli della manovra dello scorso anno, la manovra del dimensionamento scolastico, con i cui effetti tante amministrazioni, un po' in tutte le regioni d'Italia, si stanno confrontando drammaticamente in queste ore, ma, soprattutto, riduce tutte le risorse per i capitoli di spesa, non solo, nel settore dell'istruzione, ma anche nel settore della cultura, perché dopo aver stravolto nella scorsa legge di bilancio la “18app”, in questa vi siete impegnati a tagliare i fondi a sostegno delle biblioteche, il tax credit a favore delle librerie, penalizzando luoghi e strumenti che contribuiscono concretamente alla crescita democratica dei cittadini. Ve la siete presa con il cinema, salvo fare marcia indietro repentinamente di fronte alle proteste del settore e avete ben pensato di introdurre una gabella a misura del Ministro Sangiuliano che con propri decreti potrà prelevare risorse dagli incassi di monumenti e teatri per finanziare le proprie iniziative, con buona pace del concetto di imparzialità e di merito a voi tanto caro.

Eppure, noi davvero ci speravamo in una legge di bilancio diversa, in una legge che contrastasse la dispersione scolastica e i divari territoriali, che riconoscesse risorse contro il “caro scuola”, che riconoscesse le mense scolastiche come diritto essenziale da riconoscere ad ogni bambino e bambina in questo Paese, che investisse sulle comunità educanti, sui lavoratori dello spettacolo, che assicurasse risorse per il fondo affitti a sostegno degli studenti universitari. Eppure, avete bocciato tutti gli emendamenti che abbiamo presentato al Senato, avete bocciato gli emendamenti sul diritto allo studio, avete bocciato le proposte per stabilizzare quello che era il fondo per le biblioteche, che era stato istituito nel 2020 e che fattivamente aveva contribuito ad arricchire il patrimonio librario delle biblioteche di pubblica lettura, sostenendo tra l'altro il settore editoriale e non solo. Non c'è nulla a sostegno dell'infanzia, nulla per gli asili nido, tranne - va riconosciuto - che per una piccola realtà, quella del comune di Montereale Valcellina, vicino a Pordenone, che non ha ovviamente nessuna responsabilità, ma che si è visto assegnare risorse specifiche in quella che è una logica più elettorale che di prospettiva, la logica elettorale a beneficio di qualche collega senatore, ma che non ha alcuna prospettiva o visione o missione, soprattutto. Ebbene, sugli asili nido ci aveva provato anche il PNRR e ci sarebbe tanto davvero da investire, come sui lavoratori dello spettacolo a cui avete, in realtà, negato una possibilità concreta di investimento che noi nelle scorse leggi, con una legge delega sullo spettacolo dal vivo, avevamo riconosciuto. Non c'è nulla per i ricercatori, questa è la manovra delle gentili concessioni e noi alle gentili concessioni contrapponiamo un tema essenziale, quello dei diritti: il diritto all'istruzione e il diritto al lavoro, ovviamente. Servono, quindi, investimenti e servono opportunità.

Voglio concludere proprio in questo senso il mio intervento con un aneddoto, con una storia di cento anni fa in Sardegna, in cui una maestra assegnava ai suoi alunni un tema: “Se un tuo compagno benestante e molto intelligente ti avesse espresso il proposito di abbandonare gli studi, che cosa gli risponderesti?” Uno di quei bambini rispondeva rivolto al suo immaginario amico benestante: “Ma io, caro amico, non potrò mai abbandonare gli studi che sono la mia unica speranza di vivere onoratamente quando sarò adulto, perché, come sai, la mia famiglia non è ricca di beni di fortuna”. Quel bambino si chiamava Antonio Gramsci e con poche, semplici parole consegnava a noi questa profonda e forte riflessione. Una riflessione valida ed attuale oggi più che mai di fronte a una manovra di bilancio in cui tre parole - futuro, uguaglianza e giustizia sociale - sono del tutto sparite dall'orizzonte del legislatore.