Data: 
Mercoledì, 7 Agosto, 2024
Nome: 
Tony Ricciardi

Grazie, Presidente. Ben 262 vittime su 274 minatori che quella mattina scesero fino a quota 1.035, un chilometro sotto terra, nelle viscere della terra, in un luogo dove non c'è distinzione, perché la morte non ti chiede il passaporto, non ti chiede di che nazionalità sei (12 nazionalità).

Ma la storia di Marcinelle non inizia l'8 agosto 1956; inizia esattamente tre giorni prima della prima seduta dell'Assemblea costituente, Presidente, il 23 giugno 1946. Noi dovremmo riaccendere i fari su un pezzo di storia. Noi ci siamo abituati, la nostra Costituzione e questo luogo ci segnalano e ci fanno insegnare e trasmettere alle future generazioni che noi siamo una Repubblica fondata sul lavoro. Noi, in realtà, Presidente, siamo una Repubblica fondata sull'emigrazione, perché il primo atto che la neonata Repubblica compie è esattamente siglare l'accordo con il Belgio, l'unico accordo, sui 184 accordi che, dal 1861 al 1955, l'Italia siglerà con altri Paesi esteri, dove c'è uno scambio: carbone scambiato con minatori. Ogni minatore, Presidente, valeva 200 chili di carbone.

Marcinelle è la grande catastrofe del fordismo. L'Italia che deve ripartire dall'atrocità della guerra ha esigenze energetiche e il carbone, in quella fase storica, rappresentava il petrolio. Ma Marcinelle non è solo questo, perché Marcinelle è la provincia italiana. L'emigrazione, in questo Paese, è stata per un secolo emigrazione della provincia. Improvvisamente, con l'8 agosto 1956, vengono alla ribalta i piccoli paesi di provincia - Manoppello, Lettomanoppello - e non è un caso che l'Abruzzo sia il territorio maggiormente colpito, perché lì, qualche anno prima, l'allora Ministro del Lavoro, Fanfani, va, chiude una miniera e dice: fateli partire, come hanno fatto in giro per l'Italia, perché gli offriamo un'opportunità, con le famiglie.

Vivere a Marcinelle significava, Presidente, vivere nelle baracche degli ex campi di concentramento. Io sono fiero di essere italiano, Presidente, sa perché? Perché noi l'8 agosto di ogni anno, ormai da un ventennio, celebriamo l'emigrazione italiana nel mondo, ma non celebriamo coloro che hanno avuto successo, non celebriamo coloro che hanno preso l'ascensore sociale: celebriamo il sacrificio di persone che inconsapevolmente hanno scritto pagine di storia indelebile. Marcinelle, l'anno successivo ed esattamente a Roma, diede l'accelerazione al Trattato di Roma, che, all'articolo 48, sancì l'inizio della libera circolazione in Europa. Allora, oggi, come è stato ricordato dal collega Testa, il Bois du Cazier è patrimonio dell'UNESCO ed essere patrimonio dell'UNESCO significa essere patrimonio dell'umanità tutta e, grazie a quel sacrificio di 136 italiani e di altre 11 nazionalità insieme alla nostra, oggi noi possiamo dirci in questa Europa, che tanto discutiamo, degni di essere cittadini europei, perché proprio all'indomani di quell'8 agosto di 68 anni fa probabilmente è nata la scintilla che ci ha portati a essere più integrati, a essere europei e a essere, soprattutto, degni e riconoscenti di una storia plurisecolare, che è fatta di migrazione ed è fatta di migrazione soprattutto da questo Paese.