Data: 
Mercoledì, 6 Settembre, 2023
Nome: 
Chiara Gribaudo

Grazie, Presidente, anche per aver voluto questo momento di commemorazione, che era giusto tenere in quest'Aula, per ricordare a ciascuno di noi la grande responsabilità della rappresentanza di fronte a tragedie come queste. Infatti, la piaga delle morti sul lavoro, più di tanti altri problemi, interroga le nostre coscienze.

Sono stati giorni di cordoglio e dolore, di manifestazioni partecipate e intense, in modo particolare nelle comunità colpite, quella di Brandizzo e di Vercelli, ma in tutto il Piemonte, che è stato nuovamente ferito. Sì, perché la morte di Giuseppe Aversa, di Giuseppe Sorvillo, di Saverio Giuseppe Lombardo, di Michael Zanera e di Kevin Laganà, tre generazioni stroncate sui binari, ci ha fatto ricadere nello sconforto del 2007, in Piemonte, anno di due tragedie enormi, quelle dei sette operai della ThyssenKrupp e dei cinque lavoratori del Molino Cordero; e poi, nel 2021, i tre operai caduti a Torino il sabato prima di Natale. Purtroppo, i morti sul lavoro hanno ormai una cadenza quotidiana nel nostro Paese, ma nella regione Piemonte, ahimè, si registra il triste primato di più morti contemporaneamente: un'autentica tragedia nella tragedia.

Da quest'Aula mandiamo nuovamente un messaggio di cordoglio e vicinanza alle famiglie, in questo caso naturalmente da parte della comunità del Partito Democratico ai familiari delle vittime e ai loro cari, e un ringraziamento particolare al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella (Applausi), che, con la sua scelta importante, ha restituito subito l'idea, doverosa, che lo Stato debba essere presente in queste drammatiche situazioni, per lavorare insieme e debellare l'oltraggio alla convivenza civile per l'appunto, perché mai il diritto al lavoro dovrebbe entrare in contrasto con il diritto alla vita.

Oggi è ancora il momento del dolore. Abbiamo bisogno tutti che venga fatta presto luce su questa vicenda. Spero che, di fronte a tragedie simili, la politica tutta, senza divisioni, possa riconoscere che non si può liquidare la faccenda con la solita risposta assolutoria: “È stato un errore umano”. Lo dico perché, al massimo, possiamo parlare di errore disumano.

Serve accertarsi che non vi siano responsabilità di terzi, che, per negligenza o profitto, o per la sempre più ricorrente fretta e urgenza, non abbiano seguito le dovute precauzioni prescritte dalla legge e dagli atti che ne conseguono. Questa è la priorità degli inquirenti della magistratura, che stanno indagando e che ringraziamo per il loro lavoro, in cui abbiamo piena fiducia. Ogni vita spezzata non è un numero che accresce o diminuisce una statistica, è una storia che si interrompe, un dramma per chi resta. Il problema non è più norme o moduli in più da compilare, ma più investimenti e più controlli da far rispettare.

La sicurezza non può essere una pratica burocratica o un costo, bensì un elemento fondante del lavoro. Dai cantieri all'agricoltura, dall'edilizia ai trasporti, ai rider serve smantellare un sistema culturale che crede che tagliare i costi e i tempi non abbia ripercussioni, mentre, purtroppo le ha, e ricadono sui lavoratori e sulle lavoratrici. Da questa tragedia troviamo il coraggio di affrontare il tema dei subappalti negli appalti pubblici e non solo.

Alle famiglie delle vittime e alle comunità ferite dobbiamo dimostrare uno sforzo aggiuntivo, a partire dalla nostra regione - il Piemonte -, uno sforzo che deve vedere uniti sindacati, imprese e istituzioni tutte. Mettiamo un punto, la sicurezza sul lavoro è la priorità del nostro Paese, lo deve essere anche per la Commissione di inchiesta che farà il suo lavoro. Solo così onoreremo i 5 morti in questa tragedia, perché non possiamo solo usare parole, anche se importanti, ma dobbiamo produrre atti coerenti e conseguenti. Noi ci siamo - lo dico alla maggioranza -, perché la sicurezza sul lavoro è un patrimonio di tutte e di tutti.