Data: 
Martedì, 17 Gennaio, 2023
Nome: 
Piero Fassino

Grazie, signor Presidente. È stato già ricordato il curriculum ricchissimo, di responsabilità politiche, istituzionali e giuridiche di Franco Frattini, quattro volte Ministro, vicepresidente della Commissione europea e commissario alla giustizia, presidente del Copaco con un lungo iter di responsabilità sul fronte della giustizia amministrativa e, in generale, della materia giuridica: avvocato di Stato, magistrato del TAR, consigliere giuridico del Ministro Martelli, segretario generale di Palazzo Chigi, consulente di molti ministri e Ministro, oltre che degli Affari esteri per due volte, anche della Funzione pubblica, dove applicò la sua esperienza giuridica a introdurre provvedimenti di riforma, di semplificazione e di riorganizzazione della pubblica amministrazione.

Lo ricordiamo come un uomo garbato, come un uomo attento all'interlocuzione, con ogni interlocutore, un uomo che fondava ogni sua assunzione di responsabilità sempre sulla ricerca dell'equilibrio e della verità. Ho avuto la fortuna di conoscere Franco quasi quarant'anni fa, quando assunse la responsabilità di giovane magistrato del TAR del Piemonte. Da allora, tra noi si è via via sviluppata un'interlocuzione che, pur nella differenza delle collocazioni politiche, ci ha sempre consentito un confronto denso e ricco. Da ogni confronto con Franco ho sempre avuto la fortuna di trarre insegnamenti ed elementi di arricchimento culturale, politico, personale. Come è stato detto poc'anzi, era un servitore dello Stato, che ispirava ogni sua attività a un senso delle istituzioni dello Stato molto rigoroso.

Era uomo anche di passioni politiche. Iniziò il suo percorso politico nella gioventù socialista, di cui fu segretario nazionale; appartenne a quella parte del Partito Socialista, che nel 1994 aderì alla formazione di Forza Italia e, successivamente, al Popolo della Libertà, di cui divenne rappresentante, vivendo quella sua collocazione sempre coerente con un'ispirazione liberalsocialista, che era l'ispirazione che muoveva Franco Frattini e altri che, come lui, avevano scelto quella collocazione politica. Non a caso, non mancò anche di esprimere valutazioni in dissenso o critiche nei confronti di alcuni passaggi della politica del centrodestra, fino a quando nel 2015 ritenne di sostenere l'agenda Monti e la formazione di Scelta Civica.

Da Ministro degli Affari esteri ha dovuto gestire passaggi particolarmente delicati e anche controversi, come la guerra in Iraq e il complesso rapporto con Gheddafi e con la Libia di Gheddafi, e sempre ha cercato di farlo con equilibrio e con la ricerca di posizioni che tenessero conto della complessità dello scenario internazionale in cui l'Italia doveva muoversi.

Per tutte queste ragioni anche noi ci uniamo al cordoglio che è stato espresso da ogni parte politica per la sua prematura scomparsa. Lo ricordiamo, appunto, come un servitore dello Stato di alta qualità e di alta responsabilità e ci uniamo, ovviamente, a tutti nello stringerci in un abbraccio di cordoglio alla moglie, alla figlia e ai suoi familiari.