Data: 
Mercoledì, 12 Marzo, 2025
Nome: 
Maria Anna Madia

Grazie, Presidente. Chi è Giovanni per me non lo dirò oggi, qui. Nella solennità di quest'Aula ricordiamo il professor Scambia, e non Giovanni o Giò, per dirlo con Emma, che abbraccio, insieme a Lulù e Tommasella. Anche se forse proprio una delle sue caratteristiche uniche e irripetibili - perché il professor Scambia non era solo il più bravo, ma era unico e irripetibile - è stata proprio tenere insieme, sempre unite, le sue straordinarie competenze di medico, ginecologo, chirurgo, oncologo, ricercatore, scienziato conosciuto in tutto il mondo con la sua umanità; il suo impact factor delle pubblicazioni scientifiche, mostruoso, come ha ricordato il preside della sua facoltà di medicina, dell'Università Cattolica, il professor Gasbarrini, con il suo sorriso.

La sua genialità aveva il coraggio di operare in situazioni davvero molto complesse, senza mai dare false speranze, con una camera operatoria, la sua, che non si fermava mai, con la sua umiltà; insomma, proprio di tenere insieme il professore con Giovanni. Ed è per questo che qui sulla terra lascia un cratere. Quando ho preso il taxi a Roma, il giorno del suo funerale, per andare al suo funerale, il tassista mi ha detto: “Signora, va al funerale del medico?”. Rispondendogli di sì, gli ho chiesto se lo conoscesse. “No, no, non lo conoscevo, non guardo la televisione, non conosco le persone famose, ma tutti parlano di lui”. Però il professor Scambia non stava sempre in televisione, ma stava, questo sì, sempre al Policlinico Gemelli.

È semplicemente diventato famoso perché da tanti anni è una speranza concreta per migliaia e migliaia di donne e per le loro famiglie. Ecco, spero che la sua passione inesauribile per la salute della donna e della vita nascente, nome bellissimo del dipartimento da lui diretto, contagi tanti giovani. A noi il dovere di raccontare, di raccontare chi era, di raccontare cosa ha creato, perché da una sua idea è nato l'IRCCS del Gemelli, diventato poi in pochi anni tra i primi, di raccontare come ha vissuto senza risparmiarsi, anche dopo la terribile diagnosi che ha ricevuto, senza risparmiarsi per curare le donne con il suo lavoro di ricerca per farne guarire sempre di più.

Ha vissuto troppo poco, è vero, ma in fondo è come se avesse vissuto 20 vite. Non ha sprecato i suoi talenti e quello che sta capitando in questi giorni, questo flusso continuo di restituzione di stima e di amore, lo dimostra. Ecco, che sia uno stimolo per la politica tutta, per tutti noi, per dare ai medici, al personale sanitario e ai ricercatori le condizioni e i mezzi per lavorare al meglio ed essere sollievo e poter essere sollievo della sofferenza di chi sta male. Che la politica sia sempre all'altezza dei suoi cittadini, dei suoi migliori cittadini.