Data: 
Mercoledì, 5 Marzo, 2025
Nome: 
Lorenzo Guerini

Presidente, onorevoli colleghi, Nicola Calipari ha compiuto il gesto più grande che un uomo possa fare: donare la propria vita per salvarne un'altra. Come ha ricordato lei, Presidente, è morto a Baghdad la sera del 4 marzo di 20 anni fa, su un'auto dei Servizi segreti italiani con a bordo la giornalista Giuliana Sgrena e l'autista Andrea Carpani.

La giornalista de Il manifesto era stata appena rilasciata dai rapitori a conclusione di una lunga trattativa condotta con efficacia e coraggio da Calipari, che aveva comunicato telefonicamente agli uffici del Governo di Roma il felice esito dell'operazione. La strada che l'auto percorreva era presidiata dai soldati americani, a causa delle frequenti azioni ostili nella zona e del passaggio dell'ambasciatore statunitense. Approssimandosi alla zona vigilata, il veicolo fu oggetto di numerosi colpi di arma da fuoco. Calipari si protese per fare scudo col suo corpo alla giornalista e rimase ucciso da una pallottola alla testa. Una vicenda i cui contorni, come ha ricordato il Presidente Mattarella, non sono ancora del tutto definiti.

A noi resta la sua concreta testimonianza. Calipari ha scelto di proteggere fino alla fine chi aveva liberato, come un padre verso i propri figli. Dobbiamo essere orgogliosi di aver potuto contare su persone come Nicola Calipari, orgogliosi di sapere che questi sono gli uomini dello Stato, che questo è lo Stato. A fare lo Stato sono persone serie e preparate - sono tante, tantissime - che lavorano per il bene comune nell'interesse dei cittadini, per la nostra sicurezza, per il rispetto della legalità. Molte di queste persone sono quotidianamente in prima linea, rischiano la vita a volte nel silenzio, lo sanno eppure continuano a farlo per le istituzioni, per la collettività, per tutti noi.

A fare lo Stato ci sono, quindi, anche gli uomini dei Servizi. Conosco la loro preparazione, la loro abnegazione, la loro fedeltà alle istituzioni, qualità riconosciute sia in patria che a livello internazionale. Attorno ai Servizi c'è stata diffidenza in passato, una diffidenza anche motivata: troppe vicende oscure nel nostro Paese, troppe trame, troppi misteri. Oggi sono cambiati e sono tra gli organi vitali del nostro Paese, sono al cuore delle nostre istituzioni e questo grazie alla speciale professionalità e alla sensibilità umana e civile di persone come Nicola Calipari, che credeva in questo cambiamento e per esso si adoperava. Anche per rispetto a lui, al suo ricordo e al suo esempio, dobbiamo continuare ad operare per garantire la loro adeguata efficienza a difesa della democrazia del nostro Paese, per la nostra sicurezza, per la sicurezza di chi opera e agisce in teatri ostili.

Vorrei, infine, rivolgere, anche a nome del gruppo del PD, un pensiero affettuoso e riconoscente alla famiglia di Nicola Calipari, ai figli Silvia e Filippo, alla moglie Rosa, che ha servito la Repubblica da questi banchi ed è stata mia collega e di altri al Copasir, distinguendosi per competenza, equilibrio e passione. A Nicola Calipari, uomo di forti principi, vero servitore dello Stato italiano, di cui essere fieri, il nostro grato e commosso ricordo.