Data: 
Lunedì, 9 Settembre, 2019
Nome: 
Chiara Braga

Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, il Partito Democratico, nell'intensa fase politica che ha caratterizzato la formazione di questa maggioranza, ha chiesto una significativa discontinuità con il passato. Nel mio intervento a sostegno del voto di fiducia vorrei sottolineare come essa vada assegnata prioritariamente in un ambito di valori da recuperare.

Abbiamo la possibilità di rimettere al centro della nostra azione politica il valore dell'educazione e della cultura, il valore della conoscenza, della competenza. La sostenibilità di un nuovo modello di sviluppo è la grande sfida del nostro tempo, e segnerà l'immediato futuro delle scelte politiche a livello nazionale, europeo, mondiale. Ebbene, la consapevolezza che parlare di sviluppo sostenibile vuol dire affrontare il tema di una nuova economia di lavoro e imprese che investono in innovazione e ricerca, di uno sviluppo tecnologico, scientifico, orientato alla tutela dell'ambiente, rende evidente che stiamo parlando esattamente di questo, di conoscenze e competenze. E stiamo parlando di cultura e di educazione alla tutela dell'ambiente, che non è e non sarà la semplificazione degli slogan, ma la ricerca di soluzioni possibili fondate sulla consapevolezza della natura e della misura dell'impatto delle attività dell'uomo sull'ecosistema.

Il contributo all'elaborazione collettiva di questa consapevolezza è venuto in questi anni da molti colleghi parlamentari della maggioranza, è arrivato dalla loro generosità nell'impegno in battaglie diffuse sui territori, dal lavoro parlamentare. Ora il suo Governo avrà la possibilità di ampliare questa consapevolezza, sapendo di poter interloquire con un Parlamento nel quale siedono, nella sua maggioranza, molti di coloro che nella scorsa legislatura sono stati protagonisti dell'approvazione di leggi come quella sui reati ambientali, sul sistema nazionale di protezione ambientale e di protezione civile. Questa nuova stagione di Governo per il Paese deve fondarsi su una visione di futuro che assuma la questione ambientale e della sostenibilità dello sviluppo come centrale, un cambio radicale di priorità già nei prossimi primi provvedimenti, a partire dalla legge di bilancio. Ursula von der Leyen ha posto l'ambiente al primo posto del suo discorso di insediamento come Presidente della Commissione europea: l'avvio nei primi cento giorni di un green deal europeo e l'impegno di rendere il nostro continente il primo continente a emissioni zero; l'introduzione di una carbon tax europea e la trasformazione della BEI, in parte, in una banca climatica europea. Il quadro che si sta delineando apre prospettive di grande interesse, anche per l'Italia.

Nel suo intervento, Presidente, i richiami a questi temi sono stati numerosi e significativi. Qualche giorno fa, il segretariato dell'Asvis ha prodotto una prima analisi delle linee programmatiche del suo Governo, rivelando come in esse ci sia un ampio riferimento all'Agenda 2030 e ai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile. È certamente un ottimo punto di partenza, è un segnale di forte discontinuità rispetto alla stagione che ci lasciamo alle spalle. Ora è richiesta coerenza di pensiero e di azione per concretizzare nelle politiche di Governo e in quelle legislative gli obiettivi indicati. In questo, signor Presidente, voglio dirle che potrà contare in questa Camera anche sulla presenza dell'Intergruppo parlamentare per lo sviluppo sostenibile, già attivo e che potrà sostenere l'azione del suo Governo e di tutti i Ministri nei diversi ambiti di competenza in modo trasversale. Qui infatti sta la chiave di volta per compiere quel salto di qualità necessario. La sostenibilità non è una questione ambientale soltanto, è un'opportunità di sviluppo, di innovazione, di competitività, significa creare nuova e buona occupazione, ridistribuire la ricchezza e i benefici tangibili in termini di salute e qualità delle persone. Per questo riteniamo prioritario inserire nella Costituzione il principio dello sviluppo sostenibile e trasformare il CIPE nel Comitato interministeriale per lo sviluppo sostenibile, così da orientare a questo scopo tutti gli investimenti pubblici.

La crisi climatica e ambientale impone la necessità di accelerare il processo di decarbonizzazione della nostra economia, aumentando la produzione di energia da fonti rinnovabili, l'efficienza energetica e attuando una transizione verso una mobilità sostenibile, investire su un'agricoltura competitiva e sostenibile come parte integrante delle politiche di salvaguardia e di sviluppo del territorio. Una nuova stagione di crescita, quindi, verde, giusta, competitiva per l'Italia, un piano immediato di investimenti pubblici verdi mirati alla mitigazione e all'adattamento del cambiamento climatico, al contrasto del dissesto idrogeologico, alla rigenerazione delle aree interne, alla bonifica delle aree SIN, delle discariche, ma anche un impegno a rivedere al rialzo, con ambizione, gli obiettivi del Piano nazionale energia e clima per garantire il rispetto degli Accordi di Parigi e accompagnare questo processo con misure di transizione equa; sostenere e accelerare gli obiettivi di autoproduzione e le comunità energetiche; realizzare una transizione più rapida all'economia circolare; dare urgentemente una regolamentazione efficace al sistema dell'end of waste, sbloccare la filiera del riciclo. Ministro, su questo punto noi chiederemo un impegno immediato, in particolare al Ministro Costa.

Accelerare il recepimento delle direttive comunitarie, ma anche riconoscere e impegnarci per realizzare gli impianti necessari al settore del trattamento dei rifiuti e alla valorizzazione, migliorare la qualità della tracciabilità del flusso dei rifiuti per combattere fenomeni di illegalità, attuare un piano per la strategia europea della plastica, sostenere un programma straordinario di appalti verdi nelle pubbliche amministrazioni e intervenire, anche, su una riforma fiscale che tenga conto degli impatti ambientali, rimodulando i sussidi ambientali dannosi e attivando incentivi e misure fiscali. Serve una nuova stagione di governo pubblico dei beni comuni, a partire dall'acqua, che garantisca tutela della risorsa, universalità dell'accesso e realizzazione degli investimenti necessari, partendo dalle diverse proposte legislative oggi all'esame del Parlamento. Procedere a una revisione delle concessioni autostradali e delle concessioni dei beni pubblici in generale ha senso nel proseguire e dare impulso a quel percorso di revisione organica che consenta e garantisca crescita degli investimenti, maggiore tutela degli utenti e rafforzamento del sistema dei controlli, avendo a cuore soprattutto il tema della sicurezza per le persone. Occorre completare il sistema di tutela ambientale e rafforzare la legge degli ecoreati, il sistema dei controlli, la tutela della biodiversità e il contrasto all'abusivismo edilizio. Possiamo dichiarare definitivamente chiusa la pagina vergognosa dei condoni edilizi in questo Paese.

Abbiamo il dovere di rafforzare le politiche di prevenzione e gestione delle emergenze e di dare impulso alla ricostruzione dei territori del Centro Italia e di quelli colpiti da altre calamità, anche attraverso un aggiornamento delle procedure e della governance, di dare le giuste e attese risposte ai familiari delle vittime. Facciamo che questa sia la legislatura in grado di dare al nostro Paese una legge nazionale sul consumo di suolo e una normativa nazionale organica per la rigenerazione urbana e integrata del territorio. Servono investimenti sulla casa e sulla mobilità sostenibile.

Presidente, io vengo da una provincia della Lombardia in cui, nonostante l'apparente attrazione esercitata dalle spinte pseudo localistiche, pseudo sovraniste, vi è chiara la percezione che uno sviluppo sostenibile reale passa solo attraverso l'integrazione, quella fatta di riduzione e non di divaricazione delle distanze tra le regioni italiane, quella fatta di uno sguardo aperto verso l'Europa e per questo serve un sistema di infrastrutture moderno, connesso e integrato. Le regioni del nostro Paese, le città italiane sono ricche di orgoglio e di storia, le aree interne non possono guardare solo a se stesse, in un “prima di noi” che vorrebbe semplicemente dire non esserci, sparire nella complessità del mondo contemporaneo. Rilanciamo la strategia per le aree interne e dotiamo il nostro Paese di una strategia nazionale e di un'agenda urbana per lo sviluppo sostenibile. Mi avvio a concludere, Presidente. Oggi si apre una stagione che carica tutti noi di responsabilità, affrontiamola con quello stile di sobrietà, di operosità a cui ci ha invitato, ancoriamoci alla conoscenza, alla competenza e guardiamo all'Italia intera, nella sua diversità e ricchezza di beni culturali e ambientali, guardiamo all'Europa, nostra sin dalle origini, e al futuro che dobbiamo costruire. Siamo certi che il Governo al quale ci apprestiamo a votare la fiducia saprà mantenere questo sguardo.