Grazie, signor Presidente. Gentile signor Ministro, abbiamo ascoltato con grande attenzione, ancora una volta, le sue parole; un discorso pieno di enfasi, ci perdonerà, però noi non riusciamo a condividere e non comprendiamo neppure il suo entusiasmo e la sua soddisfazione. Nelle sue parole vediamo solo buio, Ministro Fitto, buio. Oggi lei doveva venire qui e chiedere innanzitutto scusa, scusa per i danni che state producendo con i ritardi che avete accumulato voi finora, non altri, scusa per le criticità finanziarie che state iniziando a creare al nostro Paese, come rileva anche il Fondo monetario internazionale, scusa per le tensioni che state scaricando su comuni e imprese a causa dei tagli annunciati. Ve lo ricordiamo, Ministro Fitto: avete parlato voi, nel vostro documento, a seguito della cabina di regia, di misure da eliminare e cancellare dal PNRR. Non lo abbiamo inventato noi o le opposizioni, l'avete scritto voi!
Siccome in questi mesi avete mostrato quasi una sorta di insofferenza antieuropeista alla gestione e all'attuazione del Piano, crediamo utile ricordare in premessa, davvero in breve sintesi, perché oggi abbiamo a disposizione le risorse del Next Generation EU. Per una ragione molto semplice, Ministro Fitto, che è confermata dal vostro ritardo e dalla vostra incapacità di gestire questo Piano: non c'era la destra al Governo in Italia e non decidevate voi in Europa. Fortunatamente, in Italia c'erano due Esecutivi che hanno lavorato con serietà e ai quali noi rivolgiamo un forte ringraziamento per il lavoro svolto: il Governo Conte, prima, e Draghi, poi. Dovreste ringraziarli anche voi, invece di fare scaricabarile su di loro per coprire le vostre inadempienze. E allo stesso modo, in Europa e a Bruxelles, quando si è trattato di decidere, c'erano figure come la von der Leyen, come Paolo Gentiloni e come il compianto David Sassoli, che sono state decisive per costruire uno strumento che ha aperto le porte dell'Europa alla solidarietà.
Finora avete fatto l'esatto opposto di quello che era necessario fare, avete creato un clima politico di sfiducia e tensione, passando mesi non ad attuare il Piano, ma ad annunciare di voler cambiare lo stesso, creando già di per sé un effetto annuncio devastante che ha paralizzato tante amministrazioni nazionali e locali. A questo caos politico avete aggiunto, poi, errori tecnici gravi, che hanno paralizzato l'attuazione del Piano stesso, presi dalla vostra ossessione per l'accentramento dei poteri e per lo smantellamento dei controlli esterni. Avete perso più tempo a centralizzare la gestione delle risorse che ad accelerare la spesa delle risorse stesse, e le conseguenze sono evidenti.
Per evitare mistificazioni della realtà, noi vorremmo che si facesse un'operazione di verità, oggi, in quest'Aula, e diciamolo forte al Paese: ad oggi la terza rata ancora non è stata pagata all'Italia. Questa è la verità! Ancora non è arrivata nelle casse del nostro Paese, nonostante i vostri annunci. La vostra “annuncite” acuta si scontra contro la realtà. Questa è la verità. E manca ancora il parere, o la decisione, del Comitato economico-finanziario.
Per la quarta rata avete bucato la dead line del 30 giugno e, come abbiamo appreso, peraltro solo dalla stampa, sono 17, su 27, gli obiettivi ancora in alto mare, tanto che avete deciso di modificarne ben 11. Anche su questo però dobbiamo dire che la Commissione ancora non ha approvato le vostre richieste di modifica e il pagamento della quarta rata rischia di arrivare solo nel 2024.
Questa è la realtà dei fatti ed è bene chiarire che non ci sono fattori esterni che stanno provocando questi ritardi e inadempienze. Tutto è rimesso alla vostra inadeguatezza drammatica e i responsabili siete voi. Così come siete pienamente responsabili delle scelte che state facendo e delle modalità con le quali state operando, soprattutto nei confronti del Parlamento. Su questo punto non siamo più disposti ad essere presi in giro. Lei, Ministro, non ha mai informato preventivamente - pur essendo venuto più volte in audizione alle Camere, qui, in quest'Aula - il Parlamento della volontà di modificare gli obiettivi della terza e della quarta rata: mai! Allo stesso modo, non avete ritenuto opportuno discutere con le Camere prima di decidere se rivoluzionare il Piano, modificando addirittura 144 progetti sui 349 che mancano fino al 2026. Ma è mai possibile che le Camere ricevano il 27 luglio le ipotesi di revisione complessiva del Piano, da approvare entro il 1° agosto? Questo è un modo inaccettabile di avere un confronto col Parlamento! È offensivo e mortificante per il Parlamento e per le Camere!
Voi avevate il dovere - non solo politico, ma anche giuridico, peraltro - di condividere pienamente con il Parlamento l'ipotesi di revisione del Piano, ancor prima di approvarla in cabina di regia, e di confrontarvi con il Parlamento per decidere quali progetti cancellare, quali mantenere e quali aggiungere, anche semmai facendo una valutazione di impatto sugli stessi. Il PNRR, caro Ministro, non è proprietà privata di una forza politica o di un Esecutivo, è patrimonio dell'intero Paese: dovete ricordarlo bene sempre! Voi avete completamente bypassato le Camere e oggi vi presentate a comunicarci delle scelte già compiute, operate in modo pienamente discrezionale, che portano, peraltro, a riaprire i negoziati con la Commissione, con il rischio di accumulare ulteriori ritardi o con il rischio di non vedere neppure approvate le proposte che oggi ci state presentando.
Per questo, noi chiediamo due cose semplici. In primo luogo, siccome chiedete soluzioni e proposte, una proposta, noi, la abbiamo: per noi il Piano non va stravolto, bloccate questa ipotesi di revisione e tornate indietro. Siete ancora in tempo per evitare un danno drammatico al Paese!
E vi chiediamo, poi, serietà: il definanziamento - è scritto nel vostro documento - lo avete previsto, lo avete scritto e lo avete deciso voi. Per questo voi avete il dovere, oggi, di dire una cosa concreta: come pensate di garantire il pieno e completo rifinanziamento dei 16 miliardi di euro di progetti che oggi state cancellando, creando danni drammatici alle amministrazioni locali e alle imprese che hanno avviato già i progetti di intervento e di investimento.
Intendete farlo davvero? Con quali risorse? Avete il dovere di dirlo oggi, con chiarezza, al Parlamento, non domani o forse mai più, perché i danni li state creando oggi alle amministrazioni locali e alle imprese interessate. Ve lo diciamo con chiarezza: se pensate di recuperare i tagli che state operando al PNRR con fondi destinati alle politiche di coesione, rivolte prevalentemente al Sud, sappiate che noi saremo pronti a fare le barricate e ci opporremo con forza a questo non “errore”, a questo “orrore” politico!
Quei fondi, lo sapete bene, seguono regole, procedure e tempistiche differenti. Tanti di questi progetti rischiano di non poter essere finanziati con le risorse della Coesione e, comunque, sono fondi destinati già ad altri interventi, che voi a quel punto intenderete cancellare. È questa la vostra soluzione geniale alla decisione di definanziare questi progetti? Secondo noi no! Ad oggi è chiara solo una cosa: l'enorme mole di progetti che state cancellando e smantellando, interventi per 16 miliardi di euro, di cui 13 destinati agli enti locali per progetti di gestione del rischio alluvione e di riduzione del dissesto idrogeologico. Vi rendete conto del danno che state provocando? Con quale coraggio cancellate miliardi di euro per interventi di messa in sicurezza del territorio in un'Italia così fragile, in cui il 90 per cento dei comuni è a rischio idrogeologico? Con quale coraggio? Con quale coraggio bloccate interventi di riqualificazione urbana e piani urbani integrati, decisivi per recuperare aree importanti dei nostri comuni? E con quale coraggio, poi, tagliate i fondi della Missione 6 sulla salute, continuando ad accanirvi contro la sanità pubblica anche nel PNRR? Ma vi siete resi conto del risultato del vostro taglio? Oltre 500 strutture sanitarie, case e ospedali di comunità, già finanziati, rischiano di saltare per le vostre scelte scellerate e sbagliate. La sanità pubblica gratuita e universale va difesa e sostenuta con forza, non attaccata e smantellata, come voi state facendo, anche in questa revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza!
Da ultimo, contestiamo con forza - e mi avvio alla conclusione - la modifica del target di riduzione dell'evasione fiscale. È una misura sconvolgente, che fornisce un segnale drammatico di resa e mette a rischio servizi essenziali, che le tasse e il recupero dell'evasione dovrebbero finanziare. La domanda che ci poniamo oggi, però, è un'altra: con quale coraggio, signor Ministro, gettate la spugna nella lotta all'evasione, nel momento in cui togliete l'ossigeno a oltre 160.000 famiglie che hanno saputo, con un sms, che non riceveranno più il reddito di cittadinanza? Il vostro è un atteggiamento vergognoso: attaccare chi soffre e chi ha bisogno, e girare la testa contro gli evasori! Fermatevi e tornate indietro…
Chiudo. Questo è l'appello finale che ci sentiamo di rivolgervi: ascoltate il Parlamento, accantonate la propaganda e mettetevi alla stanga, come ha ricordato anche il Presidente della Repubblica. È in gioco il futuro dell'Italia e il destino dell'Europa: non potete consentirvi di bruciarlo.