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Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, il PNRR - è stato detto tante volte - doveva essere un'opportunità di rilancio per il nostro Paese, temo sia diventata una grande occasione perduta. E, nonostante il PNRR abbia rappresentato un'enorme novità sotto il profilo generale, perché per la prima volta il debito europeo è stato messo in comune per generare sviluppo, ho l'impressione che il Governo abbia guardato ad un altro aspetto del PNRR e, attraverso le numerose revisioni, ripensamenti, avete sapientemente orientato ed individuato Palazzo Chigi come soggetto unico della programmazione della spesa e scegliendo - altrettanto sapientemente, direi - soggetti attuatori ed obiettivi indipendentemente dall'efficacia e dell'efficienza di queste scelte. Quindi, conseguentemente, di questo ve ne deve essere dato atto, avete costruito quelle relazioni con mondi finanziarie ed imprenditoriali che una parte di questo Governo non aveva prima dell'insediamento. Quindi complimenti per questa scelta, che temo però risulti essere un disastro per il Paese.
Noi siamo preoccupati, signor Ministro, al di là delle sue dichiarazioni, perché gli obiettivi principali del piano sembrano essere completamente pretermessi. La coesione territoriale e la parità di genere, i giovani, erano l'anima - come è noto - del piano. Attraverso interventi trasversali avremmo dovuto imperniare intorno a queste figure ognuno degli investimenti previsti dal PNRR ed invece giovani e donne sono - come è noto, e questo non può essere obiettato - scomparsi dal piano e l'ultima proposta di revisione rappresenta proprio una pietra tombale per queste categorie. Faccio velocemente: sono scomparsi i 60.000 nuovi alloggi per studenti universitari, nonostante questo è stato più volte smentito, signor Ministro, e attendo di ascoltare la sua replica; così come è uscito dal piano il potenziamento dei centri per l'impiego (mi chiedo come sia possibile immaginare di riavvicinare al mondo del lavoro categorie che spesso sono ai margini senza investire nei luoghi che sono preposti a realizzare quello); e poi c'è un'altra cosa, signor Ministro, che è paradigmatica del vostro agire, circa una settimana fa lei ha smentito categoricamente la cancellazione del piano per i 100.000 posti negli asili nido. Ora, signor Ministro, non è vero e lei lo sa anche meglio di me, perché a proposito di obiettivi - perché lei ha correttamente parlato non di spesa ma di obiettivi - per raggiungere l'obiettivo legato a questa voce avete rivisto addirittura le regole sugli obiettivi su base regionale. E se l'Italia raggiungerà il target europeo al 2030 lo farà soltanto perché c'è, e avete santificato, una divaricazione assurda fra Nord e Sud. Il 33 per cento dei posti in asilo nazionali li avremo soltanto perché avete consentito a Lombardia, Piemonte e Veneto di superare il 60 per cento, 70 per cento, 80 per cento, mentre Campania, Calabria e Puglia raggiungeranno a malapena il 10 per cento.
Giusto per essere ancora più chiari, e forse questa cosa, signor Ministro, andrebbe detta in questi giorni di campagna elettorale, per esempio in Calabria: a Reggio Calabria solo un bambino su 20 avrà la possibilità di andare in asilo mentre, a soli mille chilometri di distanza, in una zona più vicina alla sua residenza, i bambini che oggi, da zero a tre anni, possono andare all'asilo sono sei su dieci, mentre il 99,28 per cento di quelli fra i tre e i sei anni frequenta una scuola d'infanzia.
È una situazione agghiacciante, signor Ministro, che si spiega con la vostra assoluta indifferenza rispetto al destino di una parte di questo Paese che è il Mezzogiorno. Rispetto al quale, signor Ministro, il PNRR non era un'occasione, era l'opportunità più importante ma, a furia di revisioni, abbiamo perso il conto di quante misure sono state tagliate per il Mezzogiorno. La percentuale del famoso 40 per cento di investimenti al Sud è circondata da un alone di mistero. Nei documenti ufficiali ci viene ripetuto che continua ad essere rispettata ma, a guardare i dati e i definanziamenti, mi permetta di dire, qualche dubbio viene. Dalle misure più piccole a quelle più grandi, in queste sei revisioni il Mezzogiorno è stato colpito più di altri territori. Risorse che sono state spostate di qua e di là. Anche là, per fare qualche esempio, il Pinqua (che con questa revisione esce definitivamente dal piano), fino a 9 miliardi e mezzo di euro tolti all'alta velocità in Calabria. Tagli che si sommano poi a quelli fatti in questi anni a carico del Sud, parliamo della decontribuzione, parliamo della ZES, parliamo di questa cosa incredibile che avete creato, questo mostro che avete creato, per dare un contentino a un nuovo ministro.
Signor Ministro, potremmo parlare di tante cose che tutte insieme mettono in fila il vostro totale disinteresse nei confronti del Mezzogiorno. Lo dico una volta per tutte, signor Ministro, se pensate che l'orizzonte della vostra attenzione del Sud si limiti a quell'inutile ponte vi siete sbagliati! Non comprerete i cittadini nel Mezzogiorno semplicemente dicendo loro che state investendo una quantità di soldi abnorme e del tutto inutile su un'infrastruttura che non serve a niente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
Poi c'è un altro dato che ci lascia molto perplessi, che è una confusione. Perché sei revisioni su tre in soli tre anni non possono suggerire altro che confusione e, probabilmente, anche un'acclarata - a questo punto - incapacità di ogni singolo esponente di questo Governo, compreso evidentemente il Presidente Meloni, di gestire i grandi progetti.
Il PNRR, signor Ministro - a proposito di quello che è stato detto -, è stato un regalo che avete ereditato, una dote di quasi 200 miliardi di euro che credo qualunque Governo in tutto il mondo vorrebbe ricevere.
Ed era soprattutto un risultato per il Paese, per il quale nessuno di voi ha portato il minimo contributo. Il vostro unico lascito - credo - che la storia narrerà rispetto all'attuazione del piano è un fallimento rispetto ad un progetto che l'Europa e una parte di questo Paese ha voluto per provare a superare alcune critiche divergenze fra Nord e Sud, e che invece, con le revisioni e con la gestione malaugurata del PNRR che state portando avanti, non verranno portate a termine.