Discussione generale
Data: 
Mercoledì, 1 Ottobre, 2025
Nome: 
Simona Bonafè

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Grazie, Presidente. Io penso che non ci possiamo approcciare a questa discussione se non partiamo dal fatto che il PNRR rappresenta un passaggio storico per l'Italia e per l'Europa. Ricordiamoci bene che per la prima volta l'Unione europea ha superato il tabù del debito comune e per rispondere a una crisi economica e sociale dopo la pandemia, che avrebbe messo in ginocchio le nostre società, ha messo in campo lo strumento Next Generation EU che, come dice per l'appunto lo stesso nome, aveva l'obiettivo di guardare alle nuove generazioni, con gli investimenti green, digitali e in capitale umano, per affrontare non solo i problemi di oggi, ma anche le sfide del futuro con un'economia più competitiva e con maggior coesione sociale.

Proprio perché noi consideriamo il PNRR un'opportunità straordinaria, capirà allora il Ministro il nostro disappunto nel vedere invece questo strumento epocale e irripetibile trattato come un semplice compitino ragionieristico - e mi permetta di dire, Ministro - alle volte anche fatto un po' male. Dietro a quelle tabelle che ci avete presentato, cioè dietro all'ennesima riformulazione di questo Piano, e - devo dire - anche dietro le parole che ho ascoltato oggi da parte del Ministro, tese a evidenziare molte scuse sulla non capacità di portare avanti determinati progetti, io non ci vedo la visione dell'Italia che sarà, cioè un'Italia più coesa, un'Italia più competitiva e un'Italia più moderna, così come il Piano inizialmente si era prefissato di fare.

Ci vedo un po' il gioco delle tre carte: spostare da una missione per mettere le risorse in un'altra missione, sperando che la Commissione poi ce la mandi buona e dimenticandoci poi che dietro all'attuazione del PNRR si gioca anche un'altra partita che è la partita della credibilità dell'Italia, perché è stato giustamente ricordato che noi siamo il Paese che ha ottenuto la maggior quantità di risorse di Next Generation EU.

Venendo alla proposta di riformulazione che è stata presentata oggi a questo Parlamento, devo dire che intanto il Ministro ci ha detto che saranno utilizzate tutte le risorse. Mi viene da dire: per fortuna, meno male, insomma, con tutta la fatica che abbiamo fatto a portare a casa quei soldi durante i Governi precedenti!

Ma, Ministro, lei mi permetterà una nota di metodo, che poi è anche una nota di merito. Ministro, ma a lei pare possibile che il Parlamento si debba esprimere su una proposta di modifica che riguarda 14 miliardi - giusto per capire di che cosa stiamo parlando: la manovra del 2024 era una manovra che prevedeva il doppio dei miliardi, quindi, insomma, una cifra consistente - con una proposta che ci è arrivata in 10 pagine - 10 paginette striminzite! - di spiegazioni corredate da due tabelle con una serie di titoli e basta?

Allora, io, magari, le chiederei, Ministro, se è troppo pretendere che dietro a ogni titolo ci sia anche la cifra della rimodulazione, l'impatto che avrà sulla competitività in una fase in cui vedremo e abbiamo visto l'impatto dei dazi sui dati Istat di agosto, l'impatto che avrà sulla coesione sociale e sulla crescita. Se è vero come è vero, e ho sentito anche qui, che il PNRR è lo strumento per rilanciare la competitività del Paese, queste cose per noi sarebbero fondamentali, sapendo peraltro che la riformulazione che ci è stata proposta non va ad incidere su progetti così secondari, ma va ad incidere su progetti fondamentali e su progetti importanti. Penso alla riduzione del rischio idraulico, penso alla realizzazione delle infrastrutture ferroviarie, penso alle alternative energetiche, penso al Piano PINQuA, che ha a che fare con la qualità dell'abitare, e penso al Piano “Italia a 1 Giga”. Peraltro, devo dire è che da quasi 3 anni ormai che questo Parlamento vi sta chiedendo cosa sta succedendo effettivamente non tanto sulle varie riformulazioni che avete presentato, ma soprattutto sull'attuazione del Piano, visto che manca un anno alla fine dell'utilizzazione di queste risorse.

Lei oggi, Ministro, ci ha dato dei dati. Se è vero che dei 140 miliardi ottenuti, cioè incassati - ne fate giustamente un vanto, è stato detto “un record in Europa” e noi quando il nostro Paese raggiunge dei record ne siamo ben contenti e felici -, ne sono stati spesi effettivamente 86, come lei ha detto due settimane fa in quest'Aula (86 in 3 anni), allora io dico, anche ai colleghi di maggioranza, che qui non si tratta di fare della sterile opposizione o di fare i gufi, ma di porsi domande legittime. Per esempio, come pensate di spendere le restanti risorse che ci restano e quelle che ancora devono arrivare con le prossime rate e soprattutto che cosa ne sarà di progetti fondamentali e importanti per la coesione sociale e per la lotta alle disuguaglianze, come per esempio gli studentati su cui è stato ammesso che siete molto, ma molto indietro? Quando parliamo di studentati lo stiamo facendo in un momento in cui il caro affitti mina direttamente alla radice il diritto allo studio. Per quanto riguarda gli asili nido, anche qui i numeri non tornano.

Dietro a queste richieste c'è la volontà di utilizzare al meglio le risorse in quest'ultimo miglio, nella speranza di rimettere il Paese sui binari della crescita. Anche qui non potete bearvi dei posti di lavoro in più. Se però il prodotto interno lordo cresce poco, o addirittura non cresce, vuol dire che state creando un esercito di lavoratori poveri e in settori a basso valore aggiunto nonostante il PNRR. E per l'appunto, è proprio il programma GOL che non sta funzionando e infatti lo avete rimodulato. Inoltre, finalmente avete ammesso che anche Industria 5.0 è un fallimento e infatti tornate a Industria 4.0.