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Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, ci troviamo qui a discutere, ancora una volta, di un Piano che è diventato un grande buco nero. Io prenderei a prestito le parole del Ministro, che condividiamo: non avete fatto tutto, non avete fatto tutto bene.
Il PNRR resterà scolpito nella storia del Paese, purtroppo, come il Piano nazionale “dei ritardi e dei rimpianti”, se così andiamo. Ogni volta che intervenite ascoltiamo parole in libertà e numeri al lotto, un racconto che è una sorta di disco rotto, un po' l'orchestra del Titanic che continua a suonare la propria litania mentre il PNRR - quello vero, quello che non avete nelle carte e nei numeri, quello che dovrebbe essere messo a terra nel Paese reale - cola a picco.
Tutti gli osservatori, Ministro, rilevano un elemento chiave, centrale, indiscutibile: il ritardo drammatico nella spesa. Lo scrivete, del resto, anche voi nella vostra relazione: a fronte di 140 miliardi ottenuti, 194,4 complessivi, abbiamo speso finora soltanto 86 miliardi. Sapete cosa vuol dire? Lo sa meglio di me, Ministro: che dobbiamo spendere ancora, in meno di un anno, 110 miliardi di euro - questa è la realtà -, quando ne avete spesi, in tre anni e mezzo, solo 86 miliardi!
Come farete a spendere queste risorse? Questo era quello che lei doveva dirci oggi e doveva dire al Paese, ma non l'ha fatto, e ci risparmi, la prego, anche i ragionamenti da azzeccagarbugli sui tempi: i progetti devono essere conclusi entro il 31 agosto 2026 e i pagamenti richiesti entro il 30 settembre. Non si può andare oltre, a meno di non spostare gli investimenti su altri fondi, cosa che lei dice di non voler fare ma sarà costretto, invece, a fare se i tempi dovessero essere questi, quelli che leggiamo.
Allora avreste dovuto parlare di questo oggi, non di autocelebrazione retorica, ma di come farete a non perdere fondi decisivi per famiglie, imprese, giovani, donne e lavoratori. Invece arriva qui oggi, Ministro, con un documento di 11 paginette, una relazioncina di 11 paginette in cui non dice nulla sul contenuto reale di questa ennesima modifica, solo indicazioni generiche. Questo guardi, Ministro, può andare bene come “manuale delle giovani marmotte”, ma non può essere una relazione da inviare al Parlamento della Repubblica italiana per un'ulteriore revisione di 14 miliardi di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza! È intollerabile, e vorrei essere chiaro: sono e siamo indignati.
È un documento che rappresenta una presa in giro e un'offesa grave al ruolo del Parlamento, perché non dice nulla sugli specifici progetti in ritardo, nulla su quelli che non si faranno più, nulla sulla destinazione esatta di 14 miliardi indicati e non mettete il Parlamento in condizione di contribuire al dibattito con un confronto che non sia di pura circostanza e convenienza. Allora, lei ha detto in più occasioni che si parla solo di ipotesi di modifica perché deve discuterne con la Commissione, ma le passa per la mente che, forse, dovrebbe discuterne innanzitutto con il Parlamento, Ministro, e poi dopo con la Commissione?
Le passa per la mente che la legge obbliga a confrontarsi, in modo serio e concreto nel merito delle proposte di riforma che fate, con il Parlamento? Perché il Parlamento non può essere considerato il passacarte del vostro Governo e deve avere la possibilità di discuterle nel merito le riforme, cosa che voi non consentite di fare. La vostra relazione oggi rappresenta una presa in giro, però, anche per come rappresentate i numeri: continuate con un gioco delle tre carte, dite che avete centrato 334 obiettivi e traguardi con toni trionfalistici. Bene, ma non dite l'altro lato della medaglia, che dovete completare ancora 280 tra obiettivi e traguardi su 614.
Dovete completare, a meno di un anno, ancora la metà del Piano, Ministro, questo è quello che voi omettete di dire. Da questo punto di vista permetteteci, ormai, di non sopportare più il vostro atteggiamento, perché ogni volta che l'opposizione denuncia i ritardi clamorosi e si propone, si offre di supportarvi, di aiutarvi, di contribuire a migliorare l'impianto del Piano se ci sono degli elementi da migliorare, da parte vostra arrivano critiche aspre e anche sarcastiche, come quelle arrivate pochi minuti fa qui in quest'Aula, come se noi non avessimo a cuore le sorti del Piano.
Allora chiariamolo, Ministro, una volta per tutte a voi, a chi ci ascolta e alla vostra maggioranza: se l'Italia ha avuto questi quasi 200 miliardi di fondi europei non lo dobbiamo al caso, non lo dobbiamo a formule magiche, ma lo dobbiamo alla capacità, alla visione e al coraggio delle forze progressiste e democratiche.
che al Governo “Conte 2” hanno ottenuto questo risultato, e a figure che erano in Europa, come il compianto David Sassoli alla guida del Parlamento europeo, che hanno consentito di ottenere queste risorse. L'algoritmo, i criteri e le risorse sono il frutto di una valutazione e di una scelta politica fatta da chi aveva a cuore le sorti del Paese e dell'Europa, questa è la realtà. E la verità è che quando noi ci battevamo per salvare migliaia di vite umane dalla pandemia e rilanciare l'economia dal COVID voi facevate le barricate con i no-mask e i no-vax e non avete mai sostenuto il Next Generation EU, né in Italia né in Europa, questa è la verità.
Oggi vi siete trovati a gestire un Piano da quasi 200 miliardi di euro grazie a noi che siamo oggi all'opposizione e che continuiamo ad essere costruttivi nelle critiche che rileviamo. Voi state, invece, dilapidando o rischiando di dilapidare davvero un patrimonio e l'impianto economico-sociale del Piano.
Del resto, Ministro, se andava tutto bene o se procede tutto secondo i programmi, come dice lei o come rilancia la Premier in ogni occasione a social riuniti - perché conferenze stampa non se ne fanno più -, ci spiega perché presentate oggi una nuova revisione da 14 miliardi di euro, che è quasi l'importo di una mezza legge di bilancio, con centinaia e migliaia di progetti che saltano? Perché stravolgerlo di nuovo, Ministro?
Lei aveva il dovere oggi di mettere da parte la retorica e dire la verità al Paese. Perché noi lo condividiamo in pieno quello che lei ha detto, è che poi non l'applicate nei fatti, perché dovreste ricordarvi innanzitutto voi che il PNRR non può essere, non è il piano della propaganda di Fratelli d'Italia o del Governo, ma il Piano dell'Italia intera, è il Piano che riguarda le famiglie italiane, il futuro dei nostri cittadini, delle nostre imprese, dei nostri lavoratori, dei nostri giovani.
Allora dovevate ricordare la verità. La verità è che stanno fallendo missioni importanti legate a Ministeri che lei conosce bene, che oggi sono in clamoroso ritardo, i cui ritardi voi avete certificato in questa relazioncina da 11 pagine che ci avete fatto la cortesia di consegnarci. Su questo punto, ci consenta un'operazione verità allora, perché l'abbiamo sentito troppe volte anche oggi indirettamente: non solo gli enti locali, Ministro, in ritardo, sono i Ministeri del Governo ad essere i più inefficienti nell'attuazione del PNRR. È inutile che si agita, è così. Fatemi ringraziare, anzi, a nome del Partito Democratico tutti, i tanti amministratori locali che hanno fatto e stanno facendo i salti mortali in tutta Italia per attuare oggi circa l'80 per cento delle risorse a loro destinate, mettere a terra i progetti sui loro territori nonostante la vostra confusione e le vostre modifiche.
Voi al Governo siete responsabili dei ritardi e del rischio del fallimento totale, Ministro, anzitutto per i tagli sanguinosi fatti finora. Io capisco che è complesso per lei spiegarlo - e ha la mia vicinanza - però al di là dei suoi pattinamenti retorici: 100.000 posti in asili, prima finanziati, voi li avete cancellati, questo è un dato di fatto. Dica lei a 100.000 bambine e bambini che continueranno a non avere un posto nei nidi o nelle case dell'infanzia per colpa vostra, lo dica lei alle famiglie di questi bambini. Così come in sanità, 500 case, ospedali di comunità già finanziati li avete cancellati voi appena arrivati al Governo.
E lo dica lei agli italiani che oggi non possono curarsi che non avranno più quell'infrastruttura dedicata alla medicina territoriale, che invece era finanziata e già prevista nel piano iniziale. Allo stesso tempo saltano - lei ce lo conferma oggi - alcuni piani. Uno lo avete pensato voi: quando parla di farraginosità della misura a Transizione 5.0, lei ammette il fallimento di una misura che avete creato voi e oggi siete costretti a tornare indietro, ma avete perso anni di tempo, di misure che potevano invece sostenere la crescita delle nostre aziende.
Tornate indietro perché stanno saltando il Piano Italia a 1 Giga, agroalimentare, percorsi per persone con disabilità e addirittura cancellate oggi - è scritto in questa vostra relazioncina sempre - misure per la gestione del rischio idrogeologico in Emilia-Romagna, Toscana e Marche. Ministro, ma le sembra un trionfo quello che voi state facendo oppure no? È un fallimento totale per i ritardi nell'attuazione dei vostri Ministeri. Allora, invece di prendersela con i fantasmi e continuare con la retorica, richiami il suo Governo, richiami i membri del suo Governo alle proprie responsabilità. Noi ci permettiamo qualche appello, innanzitutto al Vice Premier Salvini, che è così occupato. Invece di impegnare le proprie energie in politica estera, abbracciare l'ambasciatore russo imbarazzando il governo e l'intero Paese, invece di difendere Orbán, Le Pen, invece di prevedere un piano per il Ponte sullo Stretto tagliando i fondi alle strade provinciali si occupi delle reti idriche, del trasporto stradale, degli autobus e dei treni regionali, dei progetti sull'idrogeno che sono saltati oggi per la sua incapacità ed erano già finanziati.
Così come a voi e a tutto il Governo: fermatevi su alcune misure, prendete, mettete le energie che servono sull'attuazione del Piano. Invece di buttare un miliardo di euro in centri disumani in Albania, occupatevi dei centri per l'impiego in Italia, delle politiche attive che state ammazzando, state distruggendo e non state portando avanti, quello dovreste fare. Allora, invece di smantellare, dovreste attuare questo Piano perché il Piano rappresenta non solo una speranza di futuro e rilancio dell'Italia, ma rappresenta un simbolo politico di un'Europa della solidarietà, un'Europa diversa, un'Europa vicina ai cittadini, ai territori, simbolo del lavoro, di quello che dovremmo realizzare: gli Stati Uniti d'Europa.
Realizzare il PNRR vuol dire collocarvi dalla parte giusta della storia, Ministro, vuol dire dare un contributo al rilancio, al futuro, allo sviluppo del Paese e al rilancio dell'intera Europa. Se non dovesse riuscire a portare a termine il piano nei modi e nei tempi previsti come vi abbiamo indicato, Ministro, ci faccia però una cortesia, lasciamoci con questa condivisione, abbiate almeno la serenità, la dignità di prenderne atto: se fallite nel PNRR, avete il dovere di dimettervi, di rassegnare le dimissioni, perché vuol dire che avete bruciato il più grande piano di investimenti.