Dichiarazione di voto
Data: 
Martedì, 4 Settembre, 2018
Nome: 
Graziano Delrio

Presidente, i democratici italiani sono molto delusi da questa giornata; la potremmo definire una grande occasione persa, signor Presidente. Era l'occasione per dimostrare, come lei ha fatto correttamente nella sua locuzione per le vittime, che tutti noi ci sentiamo responsabili di un cambiamento, tutti noi ci sentiamo responsabili del fatto che questi fatti orribili che sono successi a Genova non debbano mai più accadere. Lei ha chiesto scusa a nome dello Stato; purtroppo, il Governo non ha seguito il suo profilo istituzionale, ha cercato invece, come sempre, non di promuovere un'azione unitaria, un'azione comune di tutto il Parlamento, per accertare la verità e la giustizia, per accertare la realtà dei fatti, per impedire che certe cose possano accadere di nuovo; no, il Governo oggi si è presentato, con i cittadini genovesi che piangono ancora i loro morti, con le immagini strazianti che abbiamo ancora tutti negli occhi, con il cuore ferito di tutta una città e una preoccupazione enorme di tutta una città per quello che sarà il suo futuro, perché Genova è una città fragile, è un territorio fragile, che necessita di cure particolari, molto più che altri territori, ebbene, a fronte di un bisogno che i nostri cittadini esprimono, di un bisogno che le comunità locali esprimono, oggi abbiamo continuato a sentire delle parole vuote, nessun impegno preciso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). L'unica cosa che il Ministro presente ha osato dire che poteva essere accettata non è quella di una legge speciale per Genova, che tutti, molti, qui dentro volevano e vogliono, perché tutti si rendono conto che c'è bisogno di dare sostegno nel più breve tempo possibile alle famiglie, che c'è bisogno di dare sostegno alle attività economiche, che c'è un problema di viabilità urgente, che c'è un problema di sostegno alle imprese, che purtroppo soffriranno tremendamente di questo isolamento. E invece che accettare la sfida di una legge speciale, che avremmo potuto scrivere insieme per il bene di Genova, e di cui il Governo avrebbe potuto intestarsi la paternità e i meriti, abbiamo sentito dire di impegni generici per migliorare la mobilità e di impegni generici di sostegno. Gli impegni vanno costruiti con gli atti concreti del Governo; gli atti concreti del Governo! Noi abbiamo bisogno subito di una legge speciale per Genova, di un sostegno vero a tutta l'area genovese, perché il tema del loro futuro dipende dalle scelte che faremo in queste ore. E visto che si è parlato del passato, mi consenta - non per rivendicare - di dire al Governo che magari legga gli atti che ha sottomano: i precedenti Governi hanno cercato per Genova - lo sa bene il sottosegretario Rixi - di promuovere investimenti per oltre 12 miliardi proprio per farla uscire dall'isolamento. La Gronda non ha rappresentato o non rappresenta un regalo alle concessioni autostradali. Basta menzogne! Basta menzogne! Nessuno ha mai prorogato la concessione! Basta bugie! Basta bugie! Nessuno ha mai prorogato la concessione! L'accordo con l'Europa fu fatto esattamente per evitare appunto sovra compensazioni, per controllare le tariffe, per impedire che tutto questo avvenisse a carico dei cittadini. Ed è stato un accordo molto rigido, molto migliore di quello che hanno sottoscritto gli altri Paesi di Francia e Spagna, proprio sulle remunerazioni, questa è la verità dei fatti. Noi siamo andati in Europa perché sapevamo dell'urgenza della Gronda, così come sappiamo dell'urgenza che tutto il sistema delle concessioni autostradali abbia una regolazione europea, per questo abbiamo voluto il codice dei contratti. E vogliamo sapere dal Presidente del Consiglio quali siano le parti del codice dei contratti che si vogliono riformare, perché proprio nel codice dei contratti stanno i principi di una riforma del sistema delle concessioni autostradali, che è stata evocata da tutti, e che non è possibile. Io sfido il Ministro Toninelli - lo ha detto bene l'onorevole Mulè - a venire in Aula a portare una sola revoca delle concessioni che non sia quella a seguito di questa tragedia terribile di Genova, perché lì, sì, ci sono tutti gli elementi per revocare le concessioni; ma ne porti solo una, senza provocare danni allo Stato. Mentre c'è il modo perché la cosa funzioni, e funzioni meglio, ed è il modo di continuare a lavorare per migliorare i contratti, per migliorare, diminuire ed adeguare i tassi di remunerazione a quelli europei, cioè per governare. Questo significa prendere impegni per Genova: governare. Per esempio, perché no la zona economica speciale per il porto di Genova, che è il principale porto italiano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Su Genova noi abbiamo messo a disposizione la possibilità di far partire la Gronda, i 6 miliardi del Terzo valico, di cui abbiamo perso le tracce, perché il contratto di programma di RFI non è ancora stato inviato alle Commissioni competenti; abbiamo avviato il progetto per la grande diga del porto di Genova, abbiamo unito Genova con Savona per fare in modo che il polo ligure fosse un polo centrale per le merci in tutta Europa. Genova ha bisogno di strategie, di progetti strategici, e questi progetti troverebbero l'opposizione assolutamente convinta, vicina, vicinissima. Così noi abbiamo proposto un tavolo di coordinamento con gli enti locali, e ci complimentiamo con il presidente della regione, con il sindaco, con tutte le autorità locali, perché stanno facendo egregiamente il loro mestiere, non di alimentare polemiche, ma di cercare soluzioni. Noi volevamo sapere oggi chi ricostruisce il ponte: chi? Abbiamo avuto nella risposta del Ministro nessuna risposta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), Presidente. L'unica risposta è stata sulle risoluzioni. Non abbiamo ricevuto una risposta su chi costruirà il ponte, su come verrà affidata la gara, sui tempi che ci saranno, sulle responsabilità finanziarie che si prenderanno in tutta questa vicenda. Abbiamo sentito parlare ancora di questa bugia della segretezza: ma quale segretezza? Gli atti sono stati pubblicati, e se non fosse stato dato l'input a pubblicarli integralmente, perché mai avremmo dovuto ricevere una diffida a non pubblicare? Perché mai? Di cosa stiamo parlando (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Abbiamo sentito parlare di potenziamento dell'organico, benissimo: c'è un concorso già avviato per 148 ingegneri, è stato prorogato da luglio ad agosto; è un concorso che abbiamo avviato noi con il precedente Governo; si concluda questo concorso, è ora di smettere di fare proclami, di ergersi a tribuni, di fare gli avvocati del popolo. È ora di cominciare a servirlo il popolo, perché il popolo di Genova ha bisogno di atti concreti, non di chiacchiere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ha bisogno di atti concreti! Guardi, mi permetta di dire una cosa finale: io non ho niente da insegnare al Ministro Toninelli, non ho proprio niente da insegnare, in tutta umiltà non ho lezioni da dare, ma mi lasci dire - Presidente, lo dica lei al Ministro, visto che non si è degnato di rispondere alle nostre richieste di trasparenza - che non si è degnato di dire chi aveva fatto queste pressioni e quali soggetti, e per quali interessi, e quindi non si degna di osservare la legge italiana, che impone a un pubblico ufficiale di denunciare queste cose (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E sono francamente sorpreso anche che lei, Presidente, mi consenta, non abbia almeno detto a questa Assemblea che lei inoltrerà gli atti in cui c'è questa dichiarazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Li inoltri, per favore. Allora, mi lasci dire in tutta umiltà che io non ho lezioni da dare, ma dopo vent'anni che amministro la cosa pubblica non ho nemmeno lezioni da prendere dal Ministro Toninelli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), me lo lasci dire con molta chiarezza. Lei dovrà dimostrare di essere all'altezza del suo compito, per ora, noi abbiamo solo sentito chiacchiere, lo ripeto, abbiamo solo sentito chiacchiere. Non uno dei poteri forti, così tanto combattuti e da combattere, è stato portato a chiamare responsabilità; vedremo come andrà a finire la questione della revoca e vedremo quante revoche di altre concessioni verranno portate in quest'Aula. Noi siamo pronti, però, a non discutere solo di nemici, ma ad assumerci la responsabilità di portare Genova e la Liguria fuori da una crisi che può diventare mortale per la sua economia e per le sue famiglie. Noi ci siamo; purtroppo, il Governo ha dimostrato di non esserci.