Grazie Presidente e ringrazio anche il Ministro Fitto, non potendo però condividere i toni un po' trionfalistici del suo intervento. La sensazione che resta, purtroppo, ma diciamo che ce l'ha ampiamente confermata il collega Bagnai con quest'ultimo intervento, è una sensazione di grande amarezza, una sensazione che per voi il PNRR non sia in fondo un'opportunità di crescita, ce lo ha detto prima Bagnai elencando tutte le spese che il PNRR comporterebbe e tutto quello che comporterebbe per le generazioni future. Ma è qualcosa che forse vi siete trovati di cui non siete riusciti a liberarvi e che in qualche modo dovete gestire, quasi un impiccio e non quella grande occasione, che invece noi pensiamo sia fondamentale per cambiare l'Italia, per modernizzare il nostro Paese, non solo con i fondi, ma anche con le riforme, per fare quelle transizioni, la transizione ecologica e la transizione al digitale, che oggi sono imprescindibili, se vogliamo continuare ad esistere nel mondo e non solo in Europa. Quella grande occasione per ridurre quelle diseguaglianze di cui ancora oggi il nostro Paese, purtroppo, è intriso: non solo le disuguaglianze tra nord e sud, ma anche le disuguaglianze tra generi e le disuguaglianze tra le opportunità che i giovani hanno non hanno e che invece altre generazioni hanno avuto. La grande opportunità di creare quei servizi che in troppe regioni ancora mancano, a partire, ad esempio, dagli asili nido e non solo, la sanità territoriale, le residenze universitarie, quei tanti capitoli che nel PNRR sono stati inseriti, servizi che potrebbero cambiare davvero la vita delle persone, dalle nuove opportunità non solo a chi oggi c'è, ma anche alle prossime generazioni. Questo ci voleva raccontare il titolo del PNRR, Next Generation EU, quelle prossime generazioni di cui noi oggi, di cui quest'Aula oggi, si deve far carico. Avete perso molto tempo per riformare la governance, lo avete fatto e oggi lei rivendica tra i grandi successi proprio questo, quello della cabina di regia della nuova governance, lo abbiamo sentito dalle sue parole. Invece, io penso che purtroppo abbiamo perso (e lo ha perso l'Italia) molto tempo in aggiustamenti in cambio di governance in nuove proposte che oggi ci consegnano un piano che, non solo è molto diverso dal piano iniziale, ma è anche molto diverso dalla vostra proposta iniziale di revisione. Un piano in cui mi spiace sentire dal Ministro e dai colleghi della maggioranza che sono intervenuti delle falsità, perché in realtà rimangono dei definanziamenti e quindi abbiamo perso dei soldi, abbiamo perso dei progetti, abbiamo perso delle occasioni per le persone, per i territori, perché non si può mentire. Se volete, non la usiamo quell'espressione che ci hanno imputato prima i colleghi del gioco delle tre carte, ma francamente questo sembra, perché una parte dei progetti per i comuni, ad esempio, sono stati rifinanziati a carico del bilancio dello Stato, su risorse nazionali, peggiorando così le nostre prospettive dei conti pubblici. Le avete messe sui fondi dal 2027 al 2029, parlo dei 6 miliardi per le piccole opere dei comuni, e quindi, prospetticamente, che cosa succederà ai nostri conti pubblici e soprattutto è una scommessa sul fatto che nel 2027, 2028 e 2029 quei fondi ci saranno. Lo fate sapendo che il PNRR si deve concludere entro il 2026, anche se ho sentito i colleghi che scommettevano su una proroga. Lo fate avendo creato per mesi un'incertezza nei tanti comuni che invece quelle risorse le volevano spendere e avendo posticipato e schiacciato la spesa sempre più vicino alle scadenze che ci sono imposte. Lo avete fatto anche con la Sanità, ci tornerò dopo, scippando 1,2 miliardi ai fondi ordinari della sanità. Mi spiace doverlo dire, contravvenendo a quello che ha detto il collega Rubano, che qui in realtà è mancato il coinvolgimento del Parlamento, è mancato perché certo ci sono state le sue relazioni, ci sono state le audizioni, ci sono stati molti momenti formali, ma io voglio dire forse pochi momenti sostanziali, a partire dal fatto che non ci sono mai state consegnate le singole schede di progetto. Ma è mancato non solo il coinvolgimento del Parlamento, è mancato moltissimo il coinvolgimento delle parti sociali, ce lo hanno detto in tutte le audizioni che sono state fatte, chiedendo ad esempio di poter accedere alla piattaforma Regis, ma di poter essere coinvolti nella rimodulazione del piano. Sono state disattese le attività di conoscenza e monitoraggio previste dal PNRR e non ritorno sul tema della Corte dei conti.
Il piano che ci troviamo a discutere oggi, purtroppo, lo dico, è decisamente sotto le aspettative, quelle di un grande Paese come l'Italia, uno dei Paesi fondatori dell'Europa. Purtroppo, ci state abituando a un'Italia, ad esempio, che parla per ultima in un momento così cruciale come quello della riforma del patto di stabilità. Samo di fronte a quella che avrebbe potuto essere una grande occasione, la più grande occasione di riscatto per il nostro Paese, ma la sensazione, anzi i numeri, ci dicono che non è così. Parliamo di numeri. Il livello di spesa è molto inferiore alle risorse che l'Italia ha già ottenuto siamo al 52,4 per cento, 45,6 miliardi a fronte dei 101,93 che abbiamo ricevuto. Non stiamo centrando alcune delle priorità trasversali che sarebbero fondamentali per il nostro Paese, in un Paese in cui il tasso di occupazione femminile è di 14 punti inferiore alla media europea (avete tagliato di oltre 100.000 posti gli asili nido e anche qua non ci torno), in un Paese che è ultimo per il tasso di occupazione giovanile e quindi in cui queste due priorità dovrebbero essere per noi fondamentali, il 70 per cento dei bandi del PNRR va in deroga rispetto a quelle prescrizioni, rispetto ai meccanismi per favorire l'inclusione delle donne, dei giovani e delle persone con disabilità e solo il 6 per cento presenta misure premiali di genere. Purtroppo, io credo che questo non sia accettabile non per noi dell'opposizione, non sia accettabile per come è messa oggi l'Italia. Non state centrando neanche gli obiettivi di riuscire a sopperire alle disuguaglianze che ancora oggi rimangono tra nord e sud e lo dico, Ministro, da lombarda. Lo dico anche unendomi alle regioni e qui torno sul grande tema della sanità. Io vorrei capire se questo Governo crede ancora nella sanità pubblica, quella sanità che avrebbe dovuto garantire un servizio universale, per tutte e per tutti in tutti i territori, perché dagli ultimi tagli, da quel taglio di 1,2 miliardi, noi crediamo non sia così. State togliendo più di 300 case di comunità, state togliendo più di 100 ospedali, quindi state togliendo la possibilità per le persone, che già oggi in Italia faticano a curarsi, di poter avere in futuro una nuova occasione per poterlo fare.
Il mio tempo sta finendo ma voglio dirle solo questo, Ministro. Qui non trova dei detrattori, non li trova su questi banchi, forse i detrattori sono sui banchi della sua maggioranza e il collega Bagnai lo ha detto in modo netto e chiaro. Qui trova, non solo noi ma anche le parti sociali, persone che hanno voglia di contribuire alla riuscita di questo piano, perché hanno voglia di dare all'Italia un'occasione, lo vogliono dare non solo al nostro Paese ma le persone che hanno bisogno di poter guardare al futuro con più speranza e il PNRR questo è, nuove generazioni che possono avere speranza di crescita e occasioni di opportunità.