Grazie, Presidente. Buongiorno Ministra, intanto chiedo a lei, a me stessa e a tutti noi di non parlare più di morti bianche, se possibile, perché allude all'assenza di causa specifica, di intenzionalità e di responsabilità.
Posso dirle che, invece, in tutte le inchieste della Commissione che presiedo, è ravvisabile sia una causa specifica, una responsabilità e spesso un'intenzionalità che, magari, se non era diretta a un infortunio mortale, era diretta a crearne tutte le condizioni. Allora Ministra, effettivamente, non sono morti bianche, sono morti ingiuste (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Dobbiamo anche dirci che spesso nascono da una visione distorta del lavoro che mette prima il profitto e dopo la sicurezza, mentre noi sappiamo che le due cose devono camminare insieme. Insieme, perché la sicurezza non può essere un pezzo di carta fatto bene, ma deve essere una sicurezza sostanziale, deve permeare non solo i lavoratori e lavoratrici, ma anche i datori di lavoro; deve essere un patrimonio condiviso e non un onere, un diritto soggettivo e collettivo, esigibile e reale.
La sua Relazione, Ministra, sostiene che mai come oggi risulta fondamentale promuovere la cultura della prevenzione nei luoghi di lavoro, a tutti i livelli e in tutti i contesti sociali, e su questo siamo d'accordo, ma vorrei provare a spiegare cosa si intende per cultura della sicurezza. Nella Relazione sull'incidente ferroviario di Brandizzo l'abbiamo definita: insieme di atteggiamenti e valori dell'organizzazione personali che guida e indirizza le azioni dei lavoratori nella gestione dei rischi e dei pericoli lavorativi. Siamo tutti d'accordo cioè che serve la formazione e il rispetto delle norme, ma dobbiamo chiederci: quale cultura della sicurezza hanno dei lavoratori sottoinquadrati? Quali cultura della sicurezza hanno coloro che, magari, non parlano neanche la nostra lingua? Quale cultura della sicurezza hanno i laboratori a cui vengono affidati dei compiti da svolgere in meno tempo di quello che servirebbe? Lavoratori che sono mandati, dobbiamo dircelo, allo sbaraglio, chiamati poco prima dell'inizio del cantiere. Per non parlare, poi, dei lavoratori irregolari che certamente sono fuori dai numeri che noi abbiamo e ci sono e lo sappiamo.
Serve quindi una cultura della sicurezza sì, fatta bene, soprattutto a scuola, però glielo voglio dire con molta franchezza: non serve aggiungere altri impegni ad un calendario scolastico che è ancora fermo alla raccolta del grano. Abbiamo bisogno di aggiungere delle ore in più pagate per i docenti, deve essere chiarissimo il percorso di formazione, perché non servono appunto accavallamenti. Viviamo in un paradosso, Ministra: nel Paese in cui abbiamo pochi giovani, i più preparati fuggono da questo Paese per costruirsi un vero lavoro, soprattutto un salario dignitoso e una vita più dignitosa; chi rimane qui invece vive di stage e di precariato che non aiuta a crearsi una vita vera e propria.
Allora questo è un tema che dobbiamo utilizzare proprio perché emerge anche nella sua Relazione. Certo, c'è l'assicurazione a tutela di chi è venuto a cadere, purtroppo, durante uno stage, ma non è sufficiente e lo dico perché penso a Patrizio Spasiano, 19 anni, il primo morto di quest'anno. Siamo stati a Caserta con la Commissione d'inchiesta a incontrare anche familiari e a vedere: quel ragazzo era lì a fare un lavoro che non doveva fare, che non sapeva fare e non doveva essere lì in quel momento. Allora sì, Ministra, serve più attenzione, più attenzione e più controlli perché, soprattutto tra i più giovani - mi verrebbe da dire sempre, ma a maggior ragione per i più giovani - noi dobbiamo essere più attenti, altrimenti ci sono delle strumentalizzazioni inaccettabili.
Mi permetto di suggerire anche questo, Ministra, sarà una piccola cosa, ma glielo dico qui: forse, potrebbe essere utile nell'era della comunicazione, tra le tante campagne, avviare una vera campagna informativa - magari un po'meglio di come avete fatto sui referendum - in cui spieghiamo ai cittadini tutti quanto è importante la sicurezza sui luoghi di lavoro. Facciamolo, è una proposta concreta, non ci vuole molto. Facciamo questa opera culturale complessiva in questo Paese.
Poi, c'è il capitolo appalti e subappalti: su questo, mi dispiace Ministra, ma lei non ha detto nulla, avete fatto nulla, solo annunci e, invece, è lì, nella catena dei subappalti e degli appalti che sappiamo si annida maggiore precarietà, maggiore insicurezza, minore formazione alla sicurezza sui luoghi di lavoro ed è lì che dovete intervenire. Vanno bene i tavoli, ma lo sapete già, lo sappiamo già.
Peraltro, ne approfitto per dirle che avevamo chiesto di avere i numeri sugli appalti e su quanto la situazione precipiti quando ci sono gli appalti in termini di infortuni, in termini purtroppo anche di infortuni mortali. Aspettiamo ancora questo dato, deve essere pubblico e lo chiediamo pubblicamente.
Registriamo, invece, il dato positivo, quello, appunto, della relazione dell'INL con l'aumento degli accessi ispettivi, benissimo. Era un lavoro frutto del Governo Draghi e del Ministro Orlando, frutto anche del decreto n. 146 del 2021 che ha aumentato le sanzioni in materia di salute e sicurezza. Bene proseguire in questa direzione. Sempre dalla relazione rileviamo che, già nel corso del 2024, si sono dimessi, però, 50 ispettori tecnici vincitori di concorso; al nuovo concorso si sono presentati solo 1.228 candidati per 1.000 posti. Se consideriamo che i posti sono suddivisi per regioni è probabile che molte parti del Paese rimarranno scoperte di ispettori. Allora, Ministra, credo potrebbe essere utile conoscere lo stato del personale ispettivo nelle diverse regioni e non solo per direzione interregionale e rendere pubblico questo dato che, oggi, di nuovo, non abbiamo. C'è un tema di rinuncia alla presa di servizio, dopo la vittoria del concorso, a causa della sperequazione tra retribuzioni e responsabilità. Se non colmiamo questo gap, Ministra, l'emorragia continuerà. Non basta il reclutamento di personale, ma si deve finanziare la contrattazione di secondo livello e non fare come nel decreto PA, dove avete fatto un pasticcio, avendo escluso l'Ispettorato e il Ministero del Lavoro dai 190 milioni che sono stati stanziati. Il personale che si occupa di queste materie deve avere una giusta retribuzione e ne approfitto per ringraziare tutti i Corpi dello Stato che, ogni giorno, nonostante tutto, lavorano nel bene e nell'interesse dei posti di lavoro, dei lavoratori e delle lavoratrici.
Sulla patente a crediti - Ministra, non ho tempo - serviva, sì, bisognava farla meglio, che è quello che noi chiediamo. Lei ha dato dei numeri, ma non ha detto una cosa importante, non ha detto che non è stata tolta neanche una patente a punti. Eppure gli infortuni, anche mortali, sono proseguiti. Questo perché? Perché si va troppo lunghi e perché diventa l'ennesimo onere burocratico e l'autocertificazione non è sufficiente.
Poi, su questo, potremmo parlarne, ma ho bisogno di dirle ancora una cosa: gli spazi confinanti. Bene, se si fa la norma, si faccia la concertazione con le parti sociali e chiediamo agibilità anche per gli RLS di sito. È fondamentale questo passaggio. Bene se si va in questa direzione. Però, Ministra, dopo questa esperienza da presidente di Commissione - e poi chiudo - mi faccia dire, lei lo sa, abbiamo incontrato molti familiari delle vittime. E, allora, se è una vergogna che si esce al mattino e non si torna dopo che si è andati a lavorare, e ancora più vergognoso che i familiari delle vittime non vengano riconosciuti e non abbiano una giustizia in tempi certi. Su questo, Ministra, io mi sono convinta che serva il gratuito patrocinio per i familiari delle vittime e che serva una procura speciale. In altre epoche storiche della Repubblica, quando ci sono stati dei morti per fenomeni, ovviamente, che non voglio accostare, ma comunque preoccupanti - penso al fenomeno della mafia - è stata istituita una procura speciale. Allora, attenzione, credo che sia arrivato il momento di dirci che, a maggior ragione, con il cambiamento e le trasformazioni nel mercato del lavoro, abbiamo bisogno di competenze specifiche, di personale qualificato e pagato e abbiamo bisogno di non lasciare sole le piccole procure che sono invase anche dagli incidenti sul lavoro. Perché altrimenti noi rischiamo di non dare giustizia ai familiari delle vittime e vuol dire che lo Stato perde due volte. Non possiamo permettercelo, Ministra. Abbiamo invitato i familiari delle vittime agli stati generali su salute e sicurezza che abbiamo fatto alla Camera. Qui, c'è l'atto del convegno, dove anche lei, Ministra, è intervenuta, dove abbiamo fatto un lavoro corale tra le parti. Cerchiamo per favore di non svilire questo Parlamento. Lei ha dato disponibilità all'ascolto, si passi alla pratica. La proposta della procura, la Pdl c'è, così come ce ne sono altre.. Discutiamole qui, non con decreti-legge d'urgenza e le fiducie. Fateci lavorare e lavoriamo nell'interesse del Paese. Noi ci siamo, Ministra, perché dobbiamo difendere il lavoro i lavoratori e le lavoratrici di questo Paese.