Grazie, Presidente. Illustre Ministro. Dopo due anni, sostanzialmente siamo qui a ripetere quello che è il decreto che ci permette di dare un ulteriore sostegno alla popolazione ucraina. È importante dividere l'aggredito dall'aggressore, io direi è fondamentale, ed è quello che abbiamo fatto noi, perché, mi faccia dire, è dalla foto, ormai è un po' sbiadita, di quel treno che andava in Ucraina e portava lì il Presidente Draghi, insieme a Macron e Scholz, che è iniziato il sostegno all'Ucraina. Un sostegno che noi, come Partito Democratico e come democratici, abbiamo sostenuto e continuiamo a sostenere fino in fondo perché per noi il fatto di dover sostenere chi viene aggredito è un tema fondamentale rispetto a tutto il resto.
Però in tutto questo anche il messaggio del Presidente della Repubblica di fine anno, che ci ha detto la speranza siamo noi, ci impone di andare in quella direzione.
Queste, però, sono le condizioni minime di quello che è accaduto, ma cosa manca a questo quadro? A questo quadro, a mio avviso, manca una forte iniziativa diplomatica per la pace. Non c'è stata una forte iniziativa diplomatica per la pace che, ovviamente, non fa parte di quello che è il mestiere della Difesa, ma è il mestiere del Governo e, in particolare, degli Esteri. Però, su questo noi dovremmo interrogarci perché mancano due cose che sono fondamentali dentro questa vicenda. La prima è un maggiore protagonismo dell'Italia dentro l'Europa, un maggiore protagonismo dell'Europa dentro la vicenda del conflitto russo-ucraino perché, se ci fosse stato un grande protagonismo, forse il tavolo della pace sarebbe stato più forte. È ovvio che non si poteva e non si può non sostenere – ripeto che si deve sostenere - il popolo ucraino perché è un popolo aggredito. Ma se contemporaneamente, invece di realizzare le condizioni di un'Europa più forte perché è questo il punto, l'Europa viene sempre di più indebolita. Da cosa? Viene sempre di più indebolita dai sovranismi, da chi non immagina di poter realizzare una condizione per la quale l'Europa sia più forte e, quindi, più unita, più coesa, sia in politica di difesa che in politica estera. Questo avrebbe dato una mano più forte a quella che era una possibile pace dentro la quale, a mio avviso, bisognava lavorare. Perché dico questo? Perché vede, Ministro, il punto di fondo dell'altra vicenda è la difesa unica europea. Noi dobbiamo lavorare in quella direzione. Dobbiamo avere un protagonismo più forte in quella direzione. Il tema non è semplicemente l'aumento della spesa militare. Il tema è l'aumento della spesa militare per ogni singolo Stato, e non una logica di efficientamento e di efficacia della questione europea. Quindi, a mio avviso, io la invito in questa direzione ad avere molto più protagonismo, a costruire le condizioni per le quali in Europa si ragioni perché se, invece, ogni Paese, da questo punto di vista, realizza la condizione di sovranità nazionale, ovviamente incomincia ad esserci una grande difficoltà. Ed è questo il punto di fondo sul quale, in realtà, si poggia l'altro problema ed è il motivo per cui, a mio avviso, noi abbiamo bisogno di un protagonismo diverso. Abbiamo bisogno di sostenere, da un lato, l'Ucraina, il popolo ucraino, ma, dall'altro, abbiamo bisogno di realizzare un protagonismo più forte del Governo italiano, ma soprattutto dell'Europa. Lavorare perché questo ci sia e, attenzione, perché lavorare in una logica in cui ci sia un rapporto Italia-America senza coinvolgere il dato europeo diventa un problema ulteriore. Anche perché, cosa desiderano i cittadini, cosa desidera ognuno di noi? Ovviamente ognuno di noi desidera la pace, ma dobbiamo essere consapevoli che questo continente è stato per ottant'anni circa un continente di pace. Ovviamente, dopo la vicenda russo-ucraina, insieme alle tensioni che ci sono in Kosovo e rispetto alla vicenda che riguarda la Palestina, dove c'è una tregua ma non è quello che in realtà si è immaginato, è chiaro ed evidente che, davanti a queste cose, abbiamo bisogno di realizzare quelle condizioni perché ci sia una possibile condizione di pace di ordine completamente diverso. Ecco perché noi sosterremo con forza quella che è la nostra risoluzione. Lo abbiamo detto con chiarezza e, per queste ragioni, ci asterremo sulla risoluzione del Governo.