Discussione generale
Data: 
Mercoledì, 17 Gennaio, 2024
Nome: 
Michela Di Biase

Signor Presidente, signor Ministro, è un momento importante quello della relazione ...

Mi auguro che possa fare due cose insieme. Dicevo che sarebbe momento importante quello della relazione sull'amministrazione della giustizia e noi siamo grati al Ministro per questa sua lunga relazione, però, ci consenta, proverò a entrare subito nel vivo di quanta distanza abissale c'è e c'è stata, anche in questa relazione, tra quelli che sono stati gli annunci a - i proclami, fatemi dire - a cui noi abbiamo assistito in campagna elettorale, e quale invece è la realtà che ci troviamo oggi di fronte. Tutto il pensiero del Ministro è stato ridotto a qualche legge correttiva, a una serie di proposte preoccupanti come il disegno di legge che vediamo in discussione al Senato e a scelte, su cui è già venuto l'onorevole Lacarra prima di me, sul tema della prescrizione e dell'abuso d'ufficio. Vede, in questo mio intervento vorrei e vorrò concentrarmi su due questioni, in particolare, che lei ha toccato nella sua relazione e riguardano il carcere e la giustizia minorile.

Voglio sottolineare come abbiamo - mi pare fosse poco prima dell'estate - vissuto il suo annuncio di un fantomatico piano sulle carceri. Lo dico perché prima dell'estate è stata data la comunicazione annunciando che il piano sarebbe arrivato in autunno. Ora noi siamo a gennaio inoltrato io leggo la sua relazione e debbo constatare che non c'è neanche un paragrafo che riguarda il fantomatico Piano carceri. Ora io non vorrei che fossimo davanti allo stesso caso del piano Mattei: cioè dove c'è la parola “Piano” questo Governo poi ha serie difficoltà a mettere nero su bianco le proprie azioni concrete. Vede, Ministro, io sono molto affascinata dai numeri e come lei non mi sottraggo e allora mi sono un po' dilettata in un calcolo rispetto a quello che significa la costruzione di nuove carceri. Mi soffermo su questo punto perché ho potuto ascoltare nella conferenza stampa della Presidente del Consiglio una certa sicumera nel descrivere la risoluzione del problema del sovraffollamento nelle carceri italiani, affermando che bastava e sarebbe bastato costruire nuove carceri. Perfetto, allora, io vorrei portare questa assemblea all'evidenza che per costruire un nuovo carcere occorrono 25 milioni di euro, solo per le mura, senza pensare al personale che lavora in quel carcere, le spese di quel carcere. 25 milioni di euro e oggi noi siamo davanti a circa 11 mila detenuti che hanno bisogno di un posto letto. Se la matematica mi sorregge in questo ragionamento (e mi faccia fare, scusi, anche qui una postilla: i tempi medi per la costruzione di un carcere solo mediamente tra i 5 e i 10 anni), allora ecco dal mio calcolo risulterebbe che noi avremmo bisogno in questo Paese di 44 nuovi istituti penitenziari per poter soddisfare le richieste di detenzione. E' legittimo da parte nostra chiedere qual è il tempo che il Governo si dà per la costruzione di 44 nuove carceri? Io su questo devo sottoscrivere l'intervento del collega Giachetti quando dice che né la costruzione delle carceri, né tantomeno il riutilizzo di strutture che oggi esistono vengono fatti, anche qui, a costo zero, perché è chiaro che questa non è la soluzione. Non lo è, Ministro, a maggior ragione, per le scelte che voi avete operato in termini di reati, perché guardi io mi rendo conto e lo immagino che non deve essere stato semplice per lei, per la sua storia, per quello che è stato il garantismo a cui ci ha abituato all'inizio della sua esperienza da Ministro e, probabilmente, avrà fatto i conti con la realpolitik e il percorso che è stato tracciato che si trova davanti (un percorso stretto, molto stretto). Ma da qui dal fare i conti con la realpolitik a determinare - e questo Ministro è una sua responsabilità – e dall'aver individuato le nuove fattispecie di reato, dall'aver tentato (e siete riusciti a farlo questo ed è una responsabilità che noi vi imputiamo a colpa) e ad aver smantellato la giustizia minorile, attraverso il decreto Caivano, è cosa molto, molto grave, che noi ci sentiamo di sottolineare. Quando lei Ministro ci dice e giustamente prende atto di quanto il tema delle carceri sia complesso e di come quelle condizioni in carcere siano, immagino, insopportabili: io credo che lei vada a visitare in carcere anche senza che venga annunciato da Ministro e mi auguro che vada anche in momenti in cui la situazione è drammatica. Lei Ministro ci dice di aver risposto a tutte le interrogazioni, non a tutte Ministro: lei ha risposto ha risposto a poco più della metà delle interrogazioni proposte dal Partito Democratico. La questione però a cui noi ancora non abbiamo avuto risposta è quella del disagio neuropsichiatrico in carcere. Oggi i carcerati che sono soggetti da malattia psichiatrica, Ministro, ricevono una visita e hanno un colloquio con lo psichiatra ogni tre mesi e con lo psicologo ogni 40 giorni. Anch'io voglio ricordare il ragazzo giovanissimo che si è suicidato a 25 anni. Il grido tremendo della madre che dice: io avevo avvertito che quella sarebbe stata la drammatica conseguenza. Allora, è chiaro che noi rispetto a questo tema, Ministro, dobbiamo cambiare passo e la soluzione non sarà la costruzione di nuovi carceri. La soluzione, Ministro, sarà quella di puntare sulle misure alternative alla detenzione, che voi, purtroppo, avete cassato anche dal decreto Caivano, anche quando si tratta di ragazzi. Lei, Ministro, ha voluto descrivere solo la parte più leggera del provvedimento, solo il richiamo al questore.

Ministro, voi avete inasprito le pene. Quindi, il carcere per i ragazzi, per i nostri figli, che non so chi ha definito in qualche modo (ho sentito parole dai banchi della maggioranza). Voi i ragazzi in questo modo non li state tutelando e il fatto che si siano aperte e che aprirete le porte del carcere ai ragazzi è il fallimento dello Stato e questa è una vostra precipua responsabilità.