Grazie, Presidente. Ministro, abbiamo tutti applaudito il suo ringraziamento alle Forze dell'ordine e alla magistratura per la grande vittoria dello Stato, però quelle stesse fuori da qui chiedono come lei giustifica, Ministro, le parole del procuratore De Lucia, che invece smentisce le sue parole sui boss che non parlano al telefono. Caro Ministro, i boss parlano al telefono, si fanno i selfie in carcere e utilizzano, appunto, le comunicazioni. Visto che la mafia e le organizzazioni criminali sono organizzazioni segrete, dove ovviamente la corruzione è un fatto segreto, è un fatto interno all'organizzazione mafiosa, mi chiedo come giustifica lei questi suoi ringraziamenti rispetto alle parole dure che il procuratore De Lucia ha fatto.
Ministro, noi abbiamo ascoltato con attenzione il riferimento sia al tema drammatico e allarmante dei suicidi in carcere, sia al tema del lavoro come percorso di rieducazione dei condannati, però le sue parole, Ministro, non coincidono con gli atti di questo Governo. Come pensa, lei, di risolvere il problema del sovraffollamento in carcere, oggi al 114 per cento, dei suicidi in carcere, dell'altissima recidiva, del problema degli agenti della Polizia penitenziaria, se taglia i fondi agli istituti penitenziari, se taglia i fondi alla giustizia? Come fa lei a essere coerente con queste parole che ha affermato oggi?
Il caso dei suicidi è drammatico. Nei primi dieci mesi del 2022 abbiamo avuto 74 casi. L'Italia è il Paese con il più alto numero di suicidi nelle carceri. Un record nero e terribile, che trova sicuramente nel sovraffollamento carcerario una delle ragioni primarie. Poi, c'è lo scarsissimo livello di sostenibilità di vita in carcere, unito alla mancanza di una prospettiva differente di vita, che crea un mix sconfortante e pericoloso e che porta, appunto, decine di detenuti a togliersi la vita. Lei ha citato Voltaire, ma il grado della nostra democrazia e della nostra civiltà si misura proprio dalle condizioni e dalla qualità della vita in carcere.
Le dico che noi dobbiamo assolutamente essere chiari su questo. Per questo motivo il suo intervento in Aula non ci ha soddisfatto. Perché? Perché lei parla, ovviamente, di tanti buoni propositi, ma le scelte fatte nella legge di bilancio, appena approvata, vanno nella direzione esattamente opposta. Oltretutto, i tagli fatti a danno del sistema delle strutture penitenziarie collidono drammaticamente con la sua volontà, Ministro, di migliorare le condizioni di vita in carcere.
Più che a quest'Aula i suoi buoni propositi li dovrebbe comunicare al Consiglio dei Ministri e alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, perché il primo atto di questo Governo è stato quello del cosiddetto decreto Rave, dove avete inserito l'obbrobrio di un nuovo reato penale con una pensa sproporzionata e che prevede addirittura l'utilizzo - lì! - delle intercettazioni. Dunque, volete in un qualche modo depotenziare le intercettazioni a danno della mafia e del sistema corruttivo in questo Paese, mentre le volete mantenere, invece, per quei cosiddetti reati che voi definite urgenti e pericolosi, così come nel decreto Rave. Allora, di fronte a questa contraddizione, Ministro, io vorrei anche un po' più di sua onestà intellettuale, perché non si può dire una cosa, da un lato, e poi fare esattamente una cosa diversa dall'altro. E non è la prima volta, Ministro, che lei si contraddice.
Poi, ci sono tante altre cose nel suo discorso che non mi hanno convinto. Le ricordo, ad esempio, che c'è il principio, all'articolo 27 della nostra Costituzione, che sancisce che la pena deve necessariamente tenere conto della rieducazione del condannato. Allora, lei ha detto che ha incontrato l'ex Ministra Paola Severino sul proposito di recidiva zero. Ricordo che nel nostro Paese c'è la più alta recidiva di tutta Europa e l'unico modo per sconfiggere la recidiva è il lavoro e per ottenere il lavoro in carcere bisogna aumentare i fondi della legge Smuraglia. Io da questo punto di vista non ho sentito però, da parte sua, Ministro, nessun impegno concreto. Noi dovremmo facilitare il lavoro in carcere. Lei è veneto come me. Io vengo da Padova, che ha una realtà molto importante: c'è una realtà dolciaria in carcere, la cooperativa Giotto, che fa panettoni e prodotti dolciari per tutto il mondo. Quei carcerati, quei detenuti che lavorano in quelle cooperative una volta usciti dal carcere avranno un lavoro e potranno uscire da una condizione di soggezione al mondo criminale e non ricadere, appunto, in condizioni di criminalità.
Allora, facciamo degli atti concreti, Ministro. Rifinanziamo in modo considerevole e congruo la legge Smuraglia, per dimostrare che l'obiettivo suo e del suo Dicastero non è quello di dire parole buoniste sulla necessità del lavoro, ma di intervenire concretamente su questo. Ripeto, l'unico modo per tagliare il tasso di recidiva è insegnare ai pregiudicati un'altra strada, una possibile via di legalità. E mi lasci dire a conclusione di questo intervento, Ministro, che le parole del procuratore De Lucia mi hanno molto colpito. E mi hanno molto colpito anche le sue parole in senso negativo, cioè che questo Parlamento non deve essere supino alla magistratura. Nessuno deve essere supino a nessuno, ma noi dobbiamo intervenire per fare in modo che il grande lavoro dei magistrati, delle Forze dell'ordine e dello Stato, che contrastano ogni giorno la criminalità organizzata, sia un lavoro che continua, che continua soprattutto - come è stato detto da chi mi ha preceduto - anche nel contrastare il fenomeno corruttivo, perché non ci sono solo i reati mafiosi, ma c'è tutta una serie di reati collaterali, che vanno dalla corruzione all'illegalità diffusa, che sono un brodo fertile per le organizzazioni mafiose, anche nelle regioni del nord, anche in Veneto, anche in Lombardia, dove le associazioni criminali 'ndranghetiste e mafiose si sono radicate in modo pervicace, dove le aziende anche piccole del nostro tessuto, magari quando sono in difficoltà, trovano il mafioso e l'organizzazione mafiosa che sono pronti a prestare del denaro con un approccio usuraio che mette poi in difficoltà e in fallimento quelle aziende e in difficoltà tantissime famiglie.
Dunque il tema della criminalità non va affrontato solo con una prospettiva tradizionale, ma deve essere affrontato in modo sistemico e in modo integrato. Ecco perché, Ministro, le sue parole ci sono sembrate un grande impegno, un grande proposito, ma non vengono accompagnate e non vengono suffragate dai fatti. In questo Governo mancano i fatti e mancano le proposte serie e concrete.