Grazie, Presidente. Le udienze del giudice di pace sono rinviate al 2030; il processo telematico, in particolare quello penale, è in tilt, e ogni giorno dalle aule dei tribunali arrivano messaggi di allarme; il carcere sta esplodendo, il numero dei suicidi batte ogni record; e, se il Ministro considera buona cosa la stabilità politica del Governo, dovrebbe riconoscere che non è affatto una buona cosa la precarietà che si è diffusa negli uffici del Ministero della Giustizia, dove migliaia di dipendenti sono a termine e rischiano di andare via tra pochi mesi.
Questo è lo stato della giustizia italiana, una giustizia al collasso. Se noi chiedessimo agli operatori, magistrati o avvocati, se chiedessimo agli utenti della giustizia, i cittadini e le imprese, tutti ci direbbero che la giustizia italiana è a rischio del collasso. Tutti tranne lei, signor Ministro: è venuto in quest'Aula e ha usato parole a volte trionfalistiche, in altri casi auto-indulgenti, in ogni caso sempre distanti dalla realtà.
Ora, nel suo intervento, lei ha utilizzato alcuni argomenti: innanzitutto ha voluto toccare gli obiettivi raggiunti a suo giudizio, poi gli obiettivi che sono in corso di realizzazione. In realtà, non ha posto l'accento su alcune azioni che sono in campo, non le ha volute rivendicare. Infine ha difeso la separazione delle magistrature. Voglio seguire il suo schema e intervenire punto per punto sulle categorie di argomentazioni che lei ha usato. Gli obiettivi secondo lei raggiunti sono la nomina del commissario straordinario dell'edilizia nel sistema carcerario italiano, cioè, mentre il sistema carcerario italiano sta esplodendo, per lei è considerabile sufficiente il fatto che da 7 mesi esista un commissario straordinario per l'edilizia.
Siamo in presenza di 62.000 detenuti a fronte di 47.000 posti disponibili, meno di quelli che c'erano quando lei è diventato Ministro. Voi, il Governo delle destre, quello che fa carcere ovunque, oggi avete a disposizione meno posti nelle carceri italiane di quelli che c'erano quando avete iniziato. Questa è la situazione carceraria: i suicidi che hanno toccato vette record, 90 l'anno scorso, e 7 agenti della Polizia penitenziaria che si sono suicidati. Di fronte a tutto questo, qualche impegno un po' fumoso e generico. Non è più il tempo degli impegni generici, è il tempo di convocare tutte le opposizioni e i partiti di maggioranza e organizzare un piano per rispondere a questa drammatica situazione.
Non è possibile andare avanti così. Ha citato nella sua relazione il Protocollo Italia-Albania nella cooperazione in materia di immigrazione. Cioè, sostanzialmente, gettare dalla finestra 800 milioni di euro dei lavoratori italiani, dei pensionati italiani e delle famiglie italiane per fare un contenitore vuoto in Albania, quello per lei è un successo . E una sconfitta che cos'è, allora?
Ha poi rivendicato l'abrogazione dell'abuso d'ufficio, lei che è liberale, però siamo l'unico Paese di ispirazione democratica e liberale che espunge dal proprio codice penale l'abuso del pubblico funzionario che volontariamente viola la legge per discriminare un cittadino, negli stessi mesi nei quali voi state andando avanti con un disegno di legge in materia di sicurezza urbana, che prevede l'introduzione di un reato per la resistenza pacifica da parte di un detenuto punito fino a 8 anni di galera. Il cittadino che pacificamente resiste a un ordine dell'autorità viene sanzionato con 8 anni di galera e il pubblico funzionario che discrimina un cittadino non risponde più in sede penale. Stiamo squilibrando i rapporti tra cittadino e pubblica amministrazione, a scapito del cittadino, con una pubblica amministrazione sempre più forte e autoritaria. Questa è una democrazia che scivola pericolosamente verso l'autoritarismo e lei non può far finta di nulla.
Ha poi ricordato, nella sua relazione, come risultato positivo, la sottrazione delle competenze alle sezioni specializzate presso il tribunale in materia di immigrazione, che passano alla Corte d'appello. Cioè, lei rivendica di avere sottratto a quel giudice precostituito per legge la competenza a decidere, perché era un giudice sgradito, in barba a un principio fondamentale dell'ordinamento democratico. Poi ci ha ricordato che anche l'impedimento della pubblicazione delle ordinanze cautelari è una buona cosa. Ora, signor Ministro, lei è il Ministro che in quest'Aula ha difeso un Sottosegretario che ha reso pubblico ciò che era segreto, però è lo stesso Ministro che viene in quest'Aula a dire che un provvedimento di un giudice che dispone l'arresto di una persona deve rimanere segreto . In democrazia, i provvedimenti di giudici che intervengono sulla libertà personale sono pubblici, a garanzia anche della società, affinché possa formarsi un'idea, anche a difesa di un cittadino che eventualmente subisse un arresto arbitrario. Insomma, i suoi successi sono disastri, fallimenti.
E anche in relazione agli obiettivi che lei dice di andare realizzando, mi permetta, userei molta più cautela. Ha festeggiato i risultati sull'arretrato in relazione agli obiettivi del PNRR. Signor Ministro, i dati del suo Ministero, nell'ultimo trimestre del 2024, segnano un campanello d'allarme. Ad esempio, in materia di processo civile, il tasso di smaltimento si sta riducendo e assistiamo, per la prima volta, dopo 15 anni, nei dati del Ministero, alla diminuzione dei procedimenti definiti in sede civile. È una situazione pericolosa e occorrerebbe già oggi procedere a un'inversione di tendenza, non domani quando sarà troppo tardi. Certo, avete cancellato, per ora fermato l'ipotesi di cancellare l'improcedibilità della riforma Cartabia. Un anno fa l'avete votata in questo ramo della Camera. Noi siamo contrari. L'avete fermata al Senato perché, come noi dicevamo, ci sono 3 miliardi di euro del PNRR collegati anche a quelle riforme. Non potete fare carta straccia degli impegni che l'Italia ha assunto, soprattutto su un comparto così precario come quello della giustizia italiana, che, se perde risorse, rischia di andare ormai definitivamente nel disastro più totale.
Ha festeggiato anche, nella sua relazione, che durante il 2024 sono state mantenute 10.000 unità di lavoratori presso l'ufficio del processo. Non ha detto, però, che sono unità precarie. Non ha detto che rischiano di andare via. Non ha detto che, essendo persone che stanno svolgendo un ottimo lavoro, sono competitive anche per altri rami della pubblica amministrazione o per il settore privato. Siete intervenuti con una misura che prevede la stabilizzazione di 3.000 persone, sono 13.000, rischiamo di perderne 10.000. Come può andare avanti la giustizia italiana se disperde anche l'ufficio del processo? Non festeggi che erano 10.000 qualche mese fa, si impegni perché non siano molti meno nei prossimi mesi.
E ha festeggiato anche i piani di assunzioni in magistratura e in Polizia penitenziaria. I numeri, però, dicono che l'ufficio del giudice di pace, che nel 2025 vedrà attribuito per legge un aumento delle competenze, ha una scopertura pari al 70 per cento. In Polizia penitenziaria, i sindacati dicono che ci sono 36.000 persone. Quante erano prima che lei arrivasse al Governo? Erano 36.000, ma con 54.000 detenuti e non 62.000, come ora. Allora smettete di raccontare frottole, non sono credibili. Quei dati li pubblicate e poi vi tradiscono. Il sistema della giustizia è al collasso perché voi siete impegnati su altro: sulla giustizia divisiva, ideologica, che ha gli occhi rivolti al passato, a battaglie vecchie di 30 o 40 anni fa, in un mondo che cambia continuamente e così velocemente.
E poi ci sono le azioni che lei non ha rivendicato. Ad esempio, il fatto di aver introdotto decine di nuovi reati. Signor Ministro, ha provato una difesa, nella replica, piuttosto debole. Lei ha detto chiarissimamente, per molti anni, che è una strategia fallimentare quella di prevedere molti nuovi reati, perché non consentirà il miglioramento delle condizioni di sicurezza nelle città - e infatti non sta succedendo e siete anche a fare i conti con il fallimento sui temi della sicurezza - e, dall'altro lato, costruisce un sistema che lei aveva definito criminogeno e che viola i diritti delle persone.
Tra le altre azioni che non ha potuto rivendicare, c'è anche la definizione del codice sui crimini internazionali. Quando lei è diventato Ministro, disse in quest'Aula, due anni fa, che nell'arco di poche settimane sarebbe stato approvato il codice dei crimini internazionali. Quel codice è scomparso, ma non è scomparso soltanto il codice sui crimini internazionali, scompaiono proprio i criminali internazionali in Italia, i quali, una volta arrestati, vengono liberati e portati allegramente in Libia, là dove hanno commesso quei crimini!
Signor Ministro, il tema dei crimini internazionali è un tema che è tornato di grandissima attualità, era forse più facile parlarne qualche anno fa, oggi è decisivo, perché vengono violati in qualunque parte del mondo in modo sempre più massiccio. C'è l'obbligo di rispettare gli impegni che abbiamo assunto in sede di Statuto per la fondazione della Corte penale internazionale e c'è un obbligo anche di decoro e dignità del nostro Paese, che deve combattere senza indulgenza gli autori dei crimini internazionali.
Poi ha ancora una volta difeso la separazione delle carriere, ha provato - come dire - a evidenziare una controcritica alle obiezioni che noi abbiamo mosso. Tuttavia, signor Ministro, non possiamo scappare dalla verità, lei difende la separazione delle carriere, lei stesso, adducendo una motivazione che, da un'analisi comparatistica, emerge che vi è in molti Paesi ed è vero, ha ragione. Però, non dice mai che in tutti quei Paesi la separazione delle carriere è accompagnata alla sottoposizione del pubblico ministero all'Esecutivo. Non dice il falso quando dice che in questo disegno di legge ancora quello non è previsto. Tuttavia è del tutto evidente, come dissero e discussero i costituenti, che se il pubblico ministero è sganciato dal collegamento con i giudici, inevitabilmente finirà per essere un corpo a sé stante e, quando è un corpo a sé stante, sarà necessario ricondurlo sotto al potere politico, a meno che lei - le ripeto ancora una volta - non veda come unico modello possibile il Portogallo, che è l'unico Paese d'Europa che prevede una separazione senza sottoposizione del pubblico ministero all'Esecutivo; Paese nel quale è successo il più clamoroso caso di contrapposizione tra magistratura e politica, con il Primo Ministro che è dovuto andare a casa per un errore di trascrizione nelle intercettazioni.
Poi, ha detto oggi: il PM è già un superpoliziotto, ma, signor Ministro, se il PM oggi è già un superpoliziotto, quella è una patologia del sistema, che dovremmo contrastare, non fare di quella patologia la regola del sistema. Per tutte le questioni, che lei adduce, in termini di tutela e garanzia dei diritti ribalto la domanda: per lei non esiste il rischio di sottoposizione del pubblico ministero all'Esecutivo perché non è scritto nel disegno di legge, ma dove è scritto nel disegno di legge che aumentano le garanzie? Dove è scritto che l'accusa non diventa una sentenza di condanna? Non c'è scritto. Voi affidate al pubblico ministero il compito istituzionale di diventare un superpoliziotto, un accusatore seriale ed è un gravissimo errore, prodotto dall'intento punitivo nei confronti della magistratura - perché siete allergici all'autonomia e all'indipendenza della magistratura - e prodotto dalla vostra visione ideologica della storia, della politica e del diritto. Continuate a riproporre battaglie superate dal tempo, quando cita Vassalli non dice che, alcuni anni dopo, nel 1999, è entrato in Costituzione il giusto processo. Lei nega tutto quello che è successo in questi trent'anni, lo rimuove perché deve portare a casa una bandiera ideologica che non fa bene alla giustizia - e chiudo - quella giustizia nella quale avete tagliato, dal 2025 al 2027, 500 milioni di euro. Nel 2025 ci sono 170 milioni di euro in meno nel programma sulla giustizia civile e penale. Se questo è il modo che voi usate per affrontare temi di giustizia, noi vivremo una situazione sempre più difficile. Rispetto a questo modello, ci opponiamo con grande determinazione.