Discussione generale
Data: 
Mercoledì, 24 Febbraio, 2021
Nome: 
Giuditta Pini

Grazie, Presidente, e grazie, Ministro. Molto bene la comunicazione univoca e che finalmente ci sia una voce unica a parlare per il CTS e per chiunque, perché più voci si sono, più confusione si crea. Bene anche la gestione e la produzione anche nazionale e il dibattito sull'apertura riguardo ai brevetti del vaccino. Molto, molto bene. E, insomma, bene anche il fatto che si continui con una linea di dialogo con il Parlamento. Però, ci sono anche alcune cose che non funzionano, che non hanno funzionato nei mesi precedenti e che cerchiamo insieme di migliorare, almeno per i mesi che avremo davanti, che saranno ancora lunghi e complessi. Per esempio, parliamo di vaccinazioni. Le categorie che possono accedere al vaccino devono essere chiare e univoche in tutto il territorio nazionale. Ci sono stati e ci sono ancora adesso dei problemi molto seri. Ho presentato una interrogazione insieme a tutti i colleghi, ma ci sono tantissimi esempi. Per esempio, gli operatori sociosanitari, che lavorano a contatto con disabili gravi e gravissimi, se non sono dipendenti diretti delle ASL o non lavorano in una RSA, non hanno diritto ad essere vaccinati. È frutto tutto questo del nuovo piano vaccinale, che c'è stato anche dopo una serie di indagini dei NAS, che in molti casi poi sono state archiviate, ma che hanno portato a una restrizione dei termini. Questa restrizione, come tutte le restrizioni in un momento come questo, ha fatto sì che si sia creata confusione. Facciamo un altro esempio, gli assistenti di volo, che sono esclusi dalle categorie da vaccinare urgentemente. Anche questo è frutto di una burocratizzazione delle liste di queste categorie, che non ha aiutato e non sta aiutando. Facciamo ancora un altro esempio, sono stati tantissimi. È una situazione, siamo in mezzo a quella che i cinesi chiamano la maledizione cinese, quindi la famosa frase “ti auguro di vivere in tempi interessanti”: noi stiamo sicuramente in mezzo a tempi interessanti. Ognuno di noi e soprattutto chi ha l'onere e l'onore di sedere in un Dicastero come il suo, così importante, porta su di sé un enorme peso. Cerchiamo insieme di capire, anche attraverso gli errori che facciamo, come migliorare. Ci sono dei criteri, che possiamo mettere, che possiamo avere, per esempio, per tutte le persone che non si presentano il giorno della vaccinazione? Per tutti i vaccini che rimangono - per esempio, quelli Pfizer e Moderna -, che poi dopo devono essere utilizzati, ci sono dei criteri univoci? Facciamo un esempio, in Emilia Romagna, c'è da anni ed è stato poi utilizzato anche in altre regioni il metodo - sempre per stare in tema di assistenti di volo - dell'overbooking.

Ci sono delle liste, in cui ci si può iscrivere e si ha diritto, a un certo punto, ad essere chiamati; se, però, qualcuno rinuncia o non si presenta il giorno della visita, si chiama una persona che ha dato disponibilità a passare prima. È una cosa semplice, è una cosa che funziona già, che c'è già e che, per esempio, potrebbe essere utilizzata per fare in modo che non si gettino via dosi di vaccino, che non sia onere esclusivo degli operatori sociosanitari che vaccinano, poi, dopo, dover giustificare a chi danno quei vaccini e che consentirebbe di non sprecare nessuna dose, ovviamente sapendo che è una situazione molto complicata. C'è questa applicazione che gira in questi giorni che ti consente di calcolare quando toccherà a te essere vaccinato; io per esempio sono attorno al maggio del 2022, spero e speriamo tutti che ci sia, anche grazie alla capacità produttiva del nostro Paese, la possibilità di vaccinarsi prima e di fare in fretta, però, è ovvio che bisogna trovare anche i modi per cui non si sprechi una sola dose di vaccino e chi usa quelle dosi per non sprecarle non incorra in denunce o in procedimenti che, sinceramente, annichiliscono anche il lavoro di molti.

Poi, un altro tema importantissimo è il tracciamento; il tracciamento, per come era stato pensato e concepito, prima della seconda ondata, è fallito, ha completamente intasato i dipartimenti di igiene pubblica che non sono riusciti a stare dietro al sistema di tracciamento e non ha portato a un sistema di tracciamento efficace. Ci sono, però, tantissimi esempi, anche nel nostro Paese, anche adesso, di sistemi di tracciamento innovativi o che vengono usati in modo sperimentale e che consentono di avere un tracciamento di massa e di localizzare il virus. E in un momento come questo, in cui arrivano le varianti, come quella brasiliana o come quella sudafricana, è ancora più importante utilizzare questi metodi. Abbiamo la disponibilità di esperti, di aziende, di enti locali che hanno utilizzato questi metodi, cerchiamo di coinvolgerli.

Proprio ora che avremo delle zone speciali rafforzate e, quindi, che riusciremo a isolare il virus in alcune zone è possibile che, all'interno delle scuole, per i ragazzi che vanno a scuola, non ci sia ancora un sistema univoco e chiaro in tutto il Paese di tamponi e di tracciamento? Un sistema in cui si capisca chiaramente, per esempio, quanti e quali sono i casi all'interno delle scuole, come fare per recuperarli e che non sia solo relegato alla volontarietà dei presidi nel comunicare al Ministero quanti e quali casi hanno avuto nelle classi? È passato un anno, purtroppo, da quando abbiamo iniziato questo incubo insieme a tutto il mondo. È anche il tempo, però, per cercare di portare a sistema una serie di azioni e di interventi che ci sono stati in tutto il Paese, che sono stati portati avanti, che possono essere più qualificanti e che possono essere più utili per tutti, rispetto ad altri che sono stati portati avanti; lo ripeto, siamo in mezzo alla famosa maledizione, quindi, si va anche, purtroppo, per tentativi, perché siamo tutti noi alla prima volta in cui ci troviamo in questa situazione, però, insomma, cerchiamo insieme di uscirne, perché altrimenti sarà più complicato per tutti. Ovviamente, per tutto quello che possiamo fare, il Partito Democratico c'era prima, c'è adesso e ci sarà. Come consiglio per il Ministero direi di ascoltare anche i componenti della Commissione affari sociali della Camera quando diciamo: fateci dare una mano, ecco, perché noi siamo qui apposta e ci piacerebbe veramente essere utili, come tutti noi credo, per uscire da questo incubo. Sono sicura che insieme potremo farcela.