Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Ministro, grazie per la sua comunicazione, una volta ancora ricca, onesta, puntuale, al Parlamento, che ha messo, senza infingimenti, in chiarezza l'enorme sfida che abbiamo davanti, una sfida decisiva. Infatti, o riusciremo, attraverso misure e comportamenti adeguati, a evitare una terza ondata del virus e lo diciamo di fronte a dati incoraggianti sulla flessione della seconda, da cui, però - è bene ribadirlo e lei lo ha fatto - non siamo ancora affatto fuori, o riusciremo a bloccare, dicevo, una terza ondata e riusciremo contestualmente a rendere trasparente, efficace e di successo il piano vaccinale - e la contestualità è un elemento di ulteriore complessità in questo quadro - o noi perderemo questa sfida in termini di credibilità, di fiducia, di capacità di una risposta di resilienza, fin qui encomiabile, da parte dei cittadini italiani. Questa consapevolezza dovrebbe orientare la risposta di tutti noi all'ulteriore chiamata alla comune responsabilità - lo dico anche ai colleghi - che anche oggi lei ci ha fatto e che non può essere un rito stanco che precede la solita dinamica di faziosa contrapposizione politica per qualche presunto decimale nei sondaggi. Non ce lo possiamo più permettere. Anche questo Parlamento - le sue parole - è chiamato a un cambio di fase, perché o vinciamo questa sfida come Paese o la perdiamo tutti insieme. E pur tuttavia dobbiamo farlo esercitando fino in fondo il ruolo di indirizzo del Parlamento sull'azione del Governo, utilizzando questo spazio di confronto anche per fugare dubbi, per offrire quanto più possibile ai cittadini che rappresentiamo un quadro di certezze, pur in un tempo governato necessariamente da tanta incertezza sul futuro. Dobbiamo chiarezza e dobbiamo poi corrispondere puntualmente con i fatti a quella chiarezza, perché - lo ripeto - siamo di fronte a un atto decisivo: il vaccino o, per meglio dire, i vaccini, l'immunità diffusa, di gregge, come si suole dire, che in tempi auspicabilmente rapidi produrranno. Il vaccino è lo strumento per uscire da questo incubo collettivo che condiziona le vite di tutti, le relazioni, le dinamiche sociali, lavorative e affettive, che condiziona il percorso educativo e scolastico di una generazione, e per affrontarlo serve fiducia. Lei, signor Ministro, ha usato una parola fondamentale per produrre fiducia, una parola fondamentale per favorire un'adesione piena dei cittadini non solo alla campagna vaccinale ma alla strategia complessiva dei prossimi mesi. Quella parola è “trasparenza”: trasparenza delle responsabilità, trasparenza della catena decisionale, trasparenza sulla scelta delle priorità da dare, trasparenza sulla sicurezza, trasparenza su quali vaccini scegliamo di somministrare e perché, trasparenza sul modello organizzativo, trasparenza sulla dimensione universale della vaccinazione per tutti e gratuita, trasparenza sugli esiti.
Ecco, come Partito Democratico chiediamo sin da oggi trasparenza e chiarezza su un processo così delicato, sapendo che queste saranno decisive per il buon esito delle ottime intenzioni che lei oggi ha espresso e intorno a questa esigenza di trasparenza e chiarezza verso i cittadini, di cui questa sua comunicazione al Parlamento fa parte, mi concentrerò in questi pochi minuti, sull'elemento di maggiore novità che lei ha portato alla nostra attenzione: il piano strategico vaccinale. Come ha detto, si è fatta una scelta corretta, politicamente significativa, con la tempestività di costruire un'alleanza per i vaccini con un impegno comunitario.
Da quella dimensione, quella europea, nello specifico dell'EMA, l'Agenzia europea per i farmaci, attendiamo ora l'autorizzazione di questi diversi vaccini. Dispiace aver sentito oggi il presidente Zaia, a cui si è associato poco fa il collega Sgarbi, che ha detto, sostanzialmente, che il fatto che siamo in Europa ci fa arrivare tardi rispetto alla Gran Bretagna. In realtà, l'esserci affidati ancora una volta all'Europa, alla sua Agenzia indipendente, ci farà arrivare bene, ci farà arrivare con le garanzie di un'Agenzia indipendente, con dati ed evidenze disponibili sui diversi vaccini e sulle diverse tecnologie, perché è giusto ricordare che non stiamo solo parlando di vaccini di case farmaceutiche differenti, ma di vaccini con tecnologie diverse l'uno dall'altro ed è scelta corretta che l'Italia partecipi, con una quota significativa, all'approvvigionamento e alla fornitura di tutti i diversi vaccini. Altrettanto necessario sarà, però, signor Ministro, rendere espliciti, al termine del processo autorizzativo, gli elementi di sicurezza di questi vaccini, con un discorso pubblico trasparente, con evidenze comprensibili e con la chiarezza dei meccanismi di scelta su quali vaccini somministrare e a chi. Ognuno deve sapere cosa sta prendendo e perché quello e non un altro vaccino.
Questa trasparenza aiuterà a fugare paure, preoccupazioni ritrosie, quando non a prevenire fantasiose teorie anti-Vax, che pur, sappiamo, attraversano sottotraccia il nostro Paese e, ahimè, talvolta, anche questo Parlamento. Non banalizziamo le paure, non sottovalutiamo le domande, ma rispondiamo con competenza ed evidenze, ripeto, con massima trasparenza, presupposto per un'adesione responsabile e consapevole degli italiani a questa campagna e diciamo loro, a fronte della trasparenza dei dati e delle evidenze scientifiche, che vaccinarsi è un dovere, non come un semplice atto individuale, ma come un gesto di responsabilità civile e comunitaria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
E trasparenza vuol dire, signor Ministro, anche valorizzare il fondamentale ruolo di una farmacovigilanza rafforzata, come lei ha detto - bene le sue parole anche su questo -, per monitorare con una puntualità massima l'andamento di questa campagna vaccinale, gli eventuali eventi avversi rispetto ai vaccini, la diversa efficacia dei vaccini, gli esiti immunitari. In questo, bene la centralizzazione logistica e per l'approvvigionamento nella struttura commissariale, ma sul processo, come ha detto, di realizzazione e monitoraggio della campagna vaccinale, per accompagnare con rigore scientifico questi mesi decisivi, sarà fondamentale il ruolo dell'Agenzia italiana per il farmaco.
E ancora, signor Ministro, lo ha detto lei bene: vi è, nei prossimi mesi, una enorme sfida organizzativa, gigantesca, che non si può fallire. Bene il modello “Hub and Spoke” per il sistema di approvvigionamento e distribuzione, ma abbiamo la necessità che vi sia un processo puntualmente organizzato ed efficace fino all'erogazione del vaccino, in una necessaria armonizzazione dei modelli organizzativi differenti che vi sono nel nostro Paese. Non ci possiamo su questo permettere conflitti istituzionali, discussioni, polemiche in corso d'opera, scarico di responsabilità: serve una catena decisionale chiara e condivisa, serve un piano chiaro distribuito nel tempo, con certezze su logistica, modalità di somministrazione, definizione di chi somministra e con quale organizzazione.
Lei oggi ci ha detto, prima, cose molto importanti in questa direzione: abbiamo necessità che alle parole riusciamo a far corrispondere puntualmente i fatti, sapendo di doverci muovere su un terreno nuovo e contro i vizi organizzativi che, spesso, tengono al palo il nostro Paese. Dobbiamo - lo dico con serenità - riuscire ad assicurare un'efficienza anche migliore di quella che si è avuta con la campagna antinfluenzale. Bene aver già chiaro le categorie che per prime avranno i vaccini e la chiarezza e la trasparenza delle tempistiche, che, se ho ben compreso, entro la fine del 2021, dovrebbero portarci a somministrare il vaccino all'intera popolazione. Bene avere incluso fra le priorità, oltre agli operatori sanitari e sociosanitari degli ospedali, anche il personale delle RSA e delle strutture socioassistenziali. Mi permetto anche, Ministro, di segnalarle in questo senso l'attenzione agli operatori sanitari e sociosanitari che operano all'interno del terzo settore, non meno esposti in prima linea, spesso, anche nei contesti domiciliari.
Bene, quindi, un piano così scadenzato e precisato nelle priorità, che possa mirare ad ottenere una copertura vaccinale tale da coprire, quanto prima, tutte le categorie a rischio, altrimenti tutto rischierebbe di essere vanificato. Per una simile complessa organizzazione sarà davvero necessario un potenziamento del sistema informativo, della sua interfacciabilità con i sistemi informativi regionali, di un puntuale sistema di chiamata delle persone, di un altrettanto puntuale registrazione delle avvenute vaccinazioni, quindi, di un registro delle vaccinazioni, ancor più decisivo per vaccini che chiedono la somministrazione di due dosi a breve distanza.
Sarebbe anche questa l'occasione, signor Ministro, per rendere pienamente operativo lo strumento dell'anagrafe vaccinale nazionale e di quelle regionali, che abbiamo già da qualche tempo sulla carta, senza però poterne ancora pienamente fruire. Servirà, Ministro, anche una logistica che contempli le distanze, lei lo ha detto: le difficoltà di spostamento nelle aree interne, l'età delle persone a cui prioritariamente diamo il vaccino e, quindi, l'esigenza di soluzioni flessibili, dinamiche e di buonsenso. Bene anche coinvolgere ed ingaggiare in questa sfida tutti i professionisti sanitari, pur con l'attenzione di sapere che questo, talvolta, vorrà dire sottrarli ad altri compiti. Bene anche coinvolgere i medici specializzandi ,a cui chiediamo, ancora una volta, di esserci, dopo questi mesi che li hanno già visti protagonisti nelle USCA e, più in generale, nel contrasto alla pandemia.
Mi consenta su questo, signor Ministro, una digressione su un tema che si sta svolgendo parallelamente in queste settimane. Ricordiamoci dei medici specializzandi anche in sede di legge di bilancio per mettere al bando quell'odioso paradosso che è l'imbuto formativo, che tiene al palo non solo il futuro di tanti giovani medici italiani, ma anche quello della nostra capacità in prospettiva di risposta alla domanda, ai bisogni di salute.
E ancora, un altro elemento di chiarezza e trasparenza da offrire sarà capire come si intreccia tutto questo ambizioso piano vaccinale con il resto, con il sistema delle terapie in arrivo, con le linee guida che sono state già emanate sulle terapie esistenti, con la riorganizzazione del sistema di prevenzione della medicina del territorio. Infine, dovremo rendere anche chiaro come ci muoveremo da oggi fino al raggiungimento dell'immunità di gregge, che, verosimilmente, arriverà non prima della fine del 2021, se con l'efficacia della campagna vaccinale riusciremo ad assicurare una diffusione dei vaccini tale da metterci definitivamente, allora, al sicuro. Dovremo, cioè, rendere esplicito se, quando saremo alla fine della seconda ondata, con numeri auspicabilmente di nuovo molto bassi, riteniamo di reiterare una strategia che ha fatto ricorso alle misure di protezione individuale e alle norme igieniche, da un lato, e a chiusure e interruzioni delle attività sociali ed economiche in forma più o meno intensa, dall'altro, o se si ritenga utile completare, affiancare questa strategia con un modello di prevenzione ulteriore, che ci consenta non solo di agire in presenza di un incremento dell'indice di contagio, con le complessità che abbiamo conosciuto del contact tracing, con gli alti numeri di questi ultimi mesi, ma di intervenire a monte, prima, cioè, che riparta la dinamica esponenziale dei contagi. Credo che anche su questo, Ministro, nei prossimi tempi, in trasparenza, dovremo discutere.
Insomma, signor Ministro - e chiudo davvero -, ci aspettano settimane decisive, perché non ci può essere nemmeno un singolo rischio di fallimento del processo vaccinale. Ci giochiamo il futuro non solo sanitario, ma anche economico del nostro Paese e dobbiamo, quindi, preparare adeguatamente, tutti quanti dentro alle proprie responsabilità, il Paese a questa enorme sfida. Come lei ricordava, l'Italia è un grande Paese, che può e deve sicuramente vincerla.