Data: 
Lunedì, 18 Gennaio, 2021
Nome: 
Michele Bordo

Signor Presidente della Camera, signor Presidente del Consiglio, rappresentanti del Governo e colleghi, il Presidente Conte ha fatto bene, come d'altronde aveva chiesto anche il Partito Democratico, a scegliere di parlamentarizzare la crisi. Era necessario verificare subito l'esistenza di una maggioranza politica e permettere a ciascuna forza e a ogni singolo parlamentare di assumersi con trasparenza le proprie responsabilità di fronte al Paese. Diciamo la verità agli italiani: la crisi è stata provocata dal narcisismo esasperato e dall'irresponsabilità di pochi. A chi in queste ore lancia messaggi più distensivi, rispondo che avrebbe dovuto pensarci prima; aver fatto dimettere le Ministre è stato un errore molto grave.

La rottura è profonda, anche perché è dettata dalla volontà di Matteo Renzi di prefigurare per il suo partito una prospettiva politica diversa da quella per la quale lavorano il PD e il resto della coalizione; non è un mistero che l'obiettivo sia quello di far saltare il Partito Democratico per realizzare anche in Italia, come è stato detto, quello che Macron ha fatto in Francia con il Partito Socialista. Certo, non c'è riuscito, non ci riuscirà, le urne non gli hanno dato ragione fino a questo momento, Italia Viva è ferma sempre al 2 per cento, mentre il PD ha riacquistato una sua centralità nel panorama politico italiano ed europeo, ma è comunque a questo risultato che aspira. Non a caso, non ha mai voluto contribuire a trasformare questa maggioranza in una coalizione politica; il disegno era quello di rompere l'alleanza tra il PD, il MoVimento 5 Stelle e LEU, ridimensionando il Presidente Conte, con l'intento di conquistare maggiore spazio in un'area di mezzo, soprattutto a cavallo del centrodestra moderato.

Devo dire la verità, disorientano le affermazioni di chi in queste ore dice che, se il Presidente Conte vuole, la crisi può essere risolta in due ore. Dopo una rottura così grande, mi chiedo come sia possibile essere così disinvolti, come è pensabile che si possa dire nella conferenza stampa che il Governo è quasi un vulnus per la democrazia e, poi, affermare che in due ore tutto può essere risolto? Delle due l'una, o sono infondate le cose dette ai giornalisti e, allora, bisognerebbe chiedere scusa innanzitutto al Paese, oppure la crisi non può essere risolta in due ore. La politica ha un dovere di serietà nei confronti degli italiani, noi non abbiamo nessuno spirito di rivalsa o di vendetta nei confronti di Italia Viva, dopo quello che è successo in questi giorni, ma sentiamo certamente il dovere di riportare la discussione dentro i binari della serietà, perché, diversamente, i cittadini non comprenderebbero. La mancanza di una prospettiva politica per la coalizione è stata uno dei limiti più importanti di questi mesi, bisogna riconoscerlo, e secondo me è anche alla base di alcuni errori e lentezze dell'Esecutivo. È difficile offrire una visione di Paese e correre nell'azione di Governo senza un'identità chiara. Noi l'avevamo detto sin dalla nascita del Conte-bis che sarebbe stato complicato affrontare le difficoltà del governare senza una prospettiva politica per la coalizione. Una maggioranza sta in piedi non se ha solo l'intento di impedire agli altri di governare, ma se, su un progetto di Paese, poi, costruisce una prospettiva politica.

È questa prospettiva che è mancata fino ad oggi e secondo me la gestione e, forse, anche la soluzione di questa crisi passano soprattutto da come affrontiamo la discussione su questo tema. La maggioranza dovrà finalmente diventare una coalizione politica. Anche noi vediamo i limiti e i problemi che questa alleanza presenta, ma siamo anche consapevoli che questa coalizione è l'unica base dalla quale possiamo partire per costruire e, poi, allargare un'alternativa valida e competitiva rispetto alla destra sovranista. Strano che qualcuno non l'abbia capito, rischiando persino di vanificare i meriti e il coraggio che ha avuto quando ha scelto di essere determinante per la nascita di questo Governo. Anche per questo motivo è sbagliato lo strappo di questi giorni, le ragioni che c'erano ad agosto 2019 non sono scomparse oggi, la destra cui Matteo Renzi voleva impedire di consegnare il governo del Paese è sempre la stessa e, dopo la vittoria di Biden, ancora di più, sarebbe un errore oggi permettergli di andare al Governo, con il rischio di portare indietro l'Italia, mentre il mondo sta andando da un'altra parte. Anche con l'Europa i rapporti segnerebbero una brusca battuta d'arresto senza questo Esecutivo. Noi non dimentichiamo la deriva incontro alla quale stava andando il nostro Paese dopo le elezioni del 2018, quando eravamo ai margini nei contesti internazionali; oggi, grazie anche al ruolo del Partito Democratico, abbiamo invece riconquistato il nostro protagonismo in Europa, recuperando una nuova centralità, che è stata poi determinante nelle scelte sulla pandemia e la gestione della crisi. Nessuno di noi pensa che vada tutto bene nell'azione di governo: sarebbe stato necessario - lo abbiamo detto - che il Presidente del Consiglio agisse prima e cogliesse per tempo alcuni rilievi e istanze della maggioranza per assumere più tempestivamente un'iniziativa politica, ma una cosa è rilanciare - come noi abbiamo sempre sostenuto, con la proposta di un patto di legislatura e con il contributo fornito per migliorare il piano del Recovery Fund, altra cosa è distruggere con questa crisi al buio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). In una coalizione è necessario rispettare le idee di tutti e fare uno sforzo di sintesi, ma se prevale invece l'ego smisurato, la presunzione, secondo cui valgono solo le proprie opinioni, la conseguenza è l'impossibilità di portare avanti un lavoro comune. Noi abbiamo provato fino all'ultimo ad evitare la crisi; la disponibilità data dal Presidente Conte, frutto anche della nostra insistenza, al patto di legislatura e al tavolo per far ripartire l'azione di governo, meritava una risposta diversa, non l'irresponsabilità della rottura. C'è il rischio vero - e non perché noi lo diciamo - che questa crisi possa precipitare il Paese verso nuove elezioni - certo in questo momento sarebbero improvvide, ma non le possiamo escludere - ma il PD non è disponibile a qualsiasi soluzione pur di evitare le urne. Per noi non ci sono alternative a questo Governo e siamo contrari ad ogni ipotesi di Esecutivo che coinvolga la destra sovranista. Quello che succederà in questi due giorni di dibattito parlamentare per noi è fondamentale: non ci interessa il mercato dei singoli parlamentari, ma la definizione e la condivisione di un progetto politico per il futuro del Paese e lo facciamo alla luce del sole, in Parlamento, rivolgendoci a quelle sensibilità moderate, europeiste, che fanno fatica a sopportare l'egemonia della destra di Salvini e Meloni. A queste forze diciamo che questo è il momento di venire fuori per il bene del Paese e contribuire alla costruzione di un'alternativa al campo, sempre più estremista, della destra italiana. Io sono fiducioso e credo che ce la faremo, che avremo numeri sufficienti per andare avanti e per noi, anche dopo il voto di domani, rimarrà intatta - lo abbiamo ribadito - l'esigenza comunque di continuare a lavorare per consolidare l'alleanza, sciogliere i nodi politici ancora aperti, realizzare le riforme necessarie per dare concretezza ai contenuti del Recovery, siglare il patto di legislatura e rafforzare il Governo per dare a questo progetto politico una prospettiva più solida. In questo momento - e concludo, Presidente - abbiamo un dovere di fronte agli italiani: assicurare la continuità ed evitare avventure incomprensibili, che rischierebbero di mettere definitivamente in ginocchio il nostro Paese. Noi, Presidente Conte, voteremo la fiducia per continuare nell'azione di governo, battere la pandemia, rilanciare l'economia. La maggioranza ci sarà: diversamente ognuno si assumerà le proprie responsabilità di fronte al Paese.