Grazie, signor Presidente. Signor Presidente del Consiglio, colleghe e colleghi, questo è il giorno della chiarezza e della trasparenza ed è giusto che sia in quest'Aula una discussione sul futuro del Paese, sul presente del Governo e sul futuro del Governo. Quindi, subito, a nome dei Democratici italiani, dico che rinnoveremo a lei e al Governo la nostra fiducia, senza dubbio. La scelta di aprire una crisi al buio è un errore grave ed agli occhi dei cittadini è incomprensibile perché crea incertezza sul presente e sul futuro e interrompe - lo dico al collega Rosato - un dialogo e il rilancio dell'azione di Governo, che insieme le forze di maggioranza avevano deciso. Noi Democratici abbiamo iniziato questa avventura - lei lo ha detto, Presidente - con due pregiudiziali: una forte aderenza ai principi costituzionali. Il Parlamento è il rappresentante del popolo, il popolo non si esprime solo quando vota, lo dico con rispetto alla presidente Meloni. Non è solo attraverso il voto che il popolo si esprime, il popolo si esprime attraverso gli atti che ogni suo rappresentante, che rappresenta la Nazione senza vincolo di mandato ogni giorno decide e fa. Quindi, quello che noi stiamo facendo è in pieno rispetto dello spirito costituzionale. Allora, dicevo, due pregiudiziali: una era l'ancoraggio ai princìpi costituzionali e l'altra, come lei ha detto, una solida vocazione europeista, la scelta europeista che rafforza quello che per noi Democratici è la prospettiva principale e, cioè, la difesa, in questo Paese, dei ceti più deboli, perché istituzioni europee più forti, istituzioni italiane più forti significano una barriera di protezione per i ceti più deboli. Quando le istituzioni sono forti i poveri non hanno nulla da temere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E vorrei dirla con chiarezza questa parola: oggi, ancora una volta, noi siamo qui a dire che il rafforzare le istituzioni, dare stabilità al Governo, dargli un orizzonte solido è un modo per stare dalla parte dei più deboli. Questo è un punto essenziale, è un punto di cultura politica . E io credo che questo sia un punto che dobbiamo a questa comunità nazionale, che sta vivendo ormai da un anno una situazione difficilissima, alle donne e agli uomini impegnati ogni giorno, con sacrificio, generosità, amore per il prossimo, persino sacrificio per la propria incolumità. Penso a tutti gli operatori sanitari e socio-sanitari, penso a coloro che vanno a pulire i vecchi nelle case di riposo. Penso a loro, oggi. E quindi, questo nemico invisibile che ci minaccia trova questi coraggiosi volontari e questi coraggiosi medici, infermieri, operatori, ma non solo loro, anche gli operatori della sicurezza, i nostri militari, che io ringrazio per la loro collaborazione. Trovano tutta la nostra gratitudine, io vorrei ribadirlo qua, siamo grati a loro, a tutti coloro che sacrificano se stessi, le loro famiglie e la sicurezza delle loro famiglie. Vogliamo che questa capacità di sacrificio sia anche la capacità di sacrificio a cui noi ci adeguiamo, proprio in rispetto a loro. E quindi vogliamo ricordare ancora, ancora una volta - io lo continuo a dire ogni volta che intervengo, mi perdoni Presidente -, i morti, le vittime, perché, dietro a ogni numero, ogni sera, quando mi arriva quel numero maledetto, non sono rassegnato a fare della contabilità. Penso che dietro ci sono famiglie, storie, persone, memorie che perdiamo. Ogni giorno dobbiamo ricordarlo, ogni giorno, perché se diventa contabilità non saremo più una comunità, perché comunità significa responsabilità gli uni verso gli altri, significa cura gli uni degli altri, significa, sopra ogni altra cosa, sapere che la dignità e la preziosità della vita umana è quello che dà senso alla nostra convivenza civile. Allora, la campagna di vaccinazioni è avviata. Grazie, grazie per questo inizio positivo della campagna di vaccinazione. Sappiamo che non abbiamo ancora sistemato tutto, lo ha detto il Ministro Speranza con grande onestà. Lei oggi è venuto in quest'Aula e io apprezzo questo suo stile di oggi, senza arroganza, riconoscendo che abbiamo fatto passi avanti ma ci sono problemi, riconoscendo che anche le forze di opposizione hanno dato un contributo a risolvere molti problemi e a rispondere a molta della sofferenza che viviamo nel nostro Paese, ma proprio per questo, per evitare che si incrini la fiducia verso la capacità del Governo di provvedere e di proteggere, bisogna a tutti i costi che vi sia chiarezza nel piano vaccinale, che vi sia sicurezza sui provvedimenti sanitari, che sono la vera crisi che il nostro Paese sta affrontando.
Dobbiamo parlare anche sull'epidemia, continuare a parlare - lo dico al Ministro Speranza e lo dico a lei, Presidente del Consiglio -, noi Democratici, in questo momento, dobbiamo continuare a parlare un linguaggio di verità, perché, appunto, non ci sarà ripresa, non ci sarà un nuovo ruolo dell'Italia, non ci sarà nessun posto di lavoro che verrà salvato se prima non avremo fermato l'epidemia con tutti i mezzi a nostra disposizione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). La situazione sanitaria è difficile, ma anche la situazione sociale. Il CNEL ci ha detto, pochi giorni fa, che la situazione per l'occupazione si avvia a essere esplosiva: per 12 milioni di lavoratori dipendenti e autonomi l'attività lavorativa è stata sospesa e ridotta. Rischiamo, cioè, di raggiungere la cifra di perdita di oltre un milione e mezzo di posti di lavoro. Il 31 marzo termina il blocco dei licenziamenti, abbiamo delle sfide che fanno temere una crisi sociale profondissima, oltre che una crisi sanitaria. E allora, signor Presidente del Consiglio, ancora una volta il nostro sostegno è perché il nostro sguardo è rivolto a queste persone, a queste preoccupazioni, alle ansie di questi lavoratori. Dobbiamo proteggere e provvedere con tutti i mezzi: con la riforma degli ammortizzatori sociali semplificata, con gli strumenti di cassa integrazione sempre maggiori, con l'aiuto alle imprese perché ritornino a creare lavoro. Io penso che per questo, proprio per questo motivo, occorre un Governo forte, ambizioso e saldo. Lei lo ha detto: lei non è qui - ce l'ha detto con parole diverse, io uso parole, diciamo, più semplici - per sopravvivere, ma per dare un orizzonte di forza e di dignità a questa fiducia che lei chiede oggi per il bene degli italiani. Quindi, noi commetteremmo un errore se non ci rivolgessimo, per la situazione che si è determinata, ancora alla responsabilità di tutti, a tutte le forze sinceramente europeiste, sinceramente democratiche, che hanno una concezione democratica liberale, legata alle famiglie politiche che, peraltro, convivono e condividono l'orizzonte europeo. Il suo appello non solo è legittimo, ma è giusto in questo momento, per la gravità del momento. Come disse un europeista convinto, Alex Langer: torna il tempo dei mediatori, dei costruttori di ponti, degli esploratori di frontiera. È il momento in cui dobbiamo gettare ponti, è il momento in cui dobbiamo gettare ponti! Non solo il riferimento all'Europa è stato molto importante da parte sua; è stato molto importante nella sua replica, signor Presidente - lo abbiamo apprezzato -, il riferimento agli Stati Uniti, alla nuova Presidenza americana, che noi apprezziamo, incoraggiamo e che pensiamo possa aprire una fase nuova nella storia del mondo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che ha dimostrato plasticamente come il nazionalismo sia un pericolo, il populismo sia un pericolo per le istituzioni democratiche, sia un pericolo per sconfiggere i grandi nemici della comunità mondiale, dalle malattie alle crisi economiche; un pericolo.
Ed è per questo anche che noi abbiamo iniziato…e lo dico perché qui abbiamo sentito e tante volte abbiamo anche noi detto che i problemi esistono: è vero, i problemi esistono - lo sappiamo - anche nell'azione di Governo e lo ha detto anche lei, riconoscendolo oggi. Però, io vorrei ricordare che noi siamo nati con quelle pregiudiziali che lei ha detto, ma sostanzialmente - il Ministro Gualtieri lo ricorda - volevamo fermare l'aumento dell'IVA. Questo era uno degli obiettivi principali e oggi siamo seduti con i principali Paesi europei per ragionare di un salto di qualità dell'Unione europea, siamo seduti con le istituzioni mondiali per ragionare di un nuovo patto per il clima e, quindi, siamo di nuovo protagonisti. Questa vocazione, che abbiamo detto, di allargare lo sguardo ci ha portato ad avere altre ambizioni e dobbiamo coltivarne di nuove, sicuramente dobbiamo coltivarne di nuove.
E poi ho apprezzato il fatto che lei abbia detto che c'è, esiste, la centralità del Parlamento. Grazie per avere detto che desidera voltare pagina su questo punto - cercare di ridare - perché proprio le Aule parlamentari hanno sofferto in quest'ultimo anno per la straordinarietà dettata dall'emergenza, appunto, di queste semplificazioni di procedure ed è chiaro che il monocameralismo di fatto non è una cosa che può aiutare la democrazia. Se le istituzioni devono essere più forti, bisogna che le istituzioni funzionino come prevede la Costituzione, che abbiano il tempo di esaminare le leggi (quello che è successo con la legge di bilancio non si deve più ripetere, ovviamente). E, quindi, assolutamente questa centralità del Parlamento, che metteremo a fuoco proprio con il Recovery Plan. Su questo ancora grazie perché ci avete ascoltato, avete voluto fare del Parlamento il luogo in cui il Recovery Plan farà l'ascolto delle forze sociali, delle forze politiche, delle forze vive del Paese. Noi ci confronteremo sulla vostra bozza, che consideriamo un passo avanti notevole rispetto alla prima versione (è importante), e ci confronteremo, da quella bozza, per riaprire un dialogo vero con il Paese e, quindi, per riuscire a dare a tutti la possibilità di esprimersi, perché - ripeto - su questa cosa - su questa cosa - noi verremo misurati.
Signor Presidente, noi siamo certi che lei vuole costruire una nuova alleanza fondata su basi solide, sulla ferma volontà di portare il Paese fuori da queste ore buie, ambiziosa anche nell'idea di rivoluzionare l'Italia nell'approccio a tanti problemi, penso soprattutto a quella ecologia integrale che già altre volte abbiamo citato. Abbiamo bisogno, quindi, di un Governo che sappia sciogliere anche i nodi e le difficoltà incrociate fino ad ora e, quindi, noi democratici abbiamo detto fin dall'inizio che ci vuole un nuovo patto di legislatura che delinei obiettivi chiari, che sappia stabilire un cronoprogramma di azioni, che sappia indicare le priorità, le priorità. È il tempo di affrontare queste difficoltà, è il tempo di affrontare questo patto di legislatura. Lei ha detto che lo faremo presto e io ne sono convinto - e le diamo fiducia - anche perché lei ha usato questa parola, di essere rapidi perché il Paese non può aspettare le risposte che necessita.
Ho finito. Vede, Presidente, molti si stanno chiedendo se dopo questi due giorni il suo e il nostro Governo sarà più debole o più forte sulla base dei numeri, ma io le dico che il punto non sarà se il Governo sarà più forte o più debole, ma se sarà più giusto, se sarà ancora più giusto, perché il Governo non è che uno strumento nelle mani dei cittadini che chiedono risposte alle loro attese, alle loro speranze, alle loro richieste, e le risposte non sono forti o deboli, ma sono o giuste o ingiuste. Noi siamo chiamati a rispondere non solo dall'emergenza sanitaria, ma dall'urgenza di una voce che sale dal nostro Paese e che chiede un Paese più giusto, più unito e più forte. Per questo noi ci siamo e lavoreremo al suo fianco.