Data: 
Mercoledì, 18 Marzo, 2015
Nome: 
Gianluca Benamati

 Grazie, signora Presidente. Signor Presidente del Consiglio dei ministri, onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, il tema dell'energia sarà uno degli assi portanti del prossimo Consiglio europeo ed è sin troppo evidente come l'energia costituisca per il nostro Paese un elemento primario nella gestione competitiva del sistema produttivo. Non intendo tornare in questa fase sul tema annoso della profonda dipendenza energetica dell'Italia dall'estero, sul mix particolare delle nostre fonti energetiche, sulle necessità del nostro sistema distributivo, ma cercherò, nel breve tempo disponibile, di concentrarmi sui temi oggetto del prossimo Consiglio europeo, temi, signora Presidente, assai rilevanti per il presente e soprattutto per il futuro del nostro Paese e che si traducono in due concisi ma ambiziosi obiettivi: fornire sicurezza degli approvvigionamenti energetici e competitività dei costi dell'energia per le imprese e le famiglie. Su questi fronti, molto è stato fatto a livello nazionale e a livello internazionale, ma molto rimane da fare. A livello nazionale non possiamo nasconderci che, se per il gas la liberalizzazione e i costi rispetto alla media europea possono considerarsi soddisfacenti, così non è per l'energia elettrica. Per questa, infatti, il differenziale con la media europea, seppur di recente ridotto dagli interventi del Governo sulle componenti parafiscali e sulle agevolazioni di sistema, permane ampio e penalizza le nostre aziende. Ma al di là delle peculiarità italiane, vincere oggi la sfida energetica per l'Italia significa anche vincere la battaglia per avviare con successo un vero mercato unico europeo dell'energia. Cogliamo quindi appieno, signor Presidente del Consiglio, l'importanza che l'unione energetica sia uno dei punti principali nell'agenda del Consiglio europeo del 19-20 marzo, e in questo ricordiamo l'impegno profuso sul tema durante il nostro semestre di Presidenza. Mi pare ora corretto richiamare, per me e per i colleghi che ascoltano, i titoli delle cinque dimensioni, delle cinque condizioni prioritarie per la realizzazione di questa unione: sicurezza energetica e solidarietà; un mercato interno dell'energia pienamente integrato; efficienza energetica come contributo alla moderazione della domanda di energia; decarbonizzazione dell'economia; un'unione dell'energia per la ricerca, l'innovazione e la competitività. Non è superfluo ricordarle, signora Presidente, perché i punti deboli del sistema energetico europeo, che per tanti aspetti possiamo accomunare a quello italiano, sono appunto l'esistenza di 28 distinti quadri energetici nazionali, a volte anche molto differenti ed anche molto competitivi fra di loro. Sono un cattivo funzionamento del mercato al dettaglio in molti dei Paesi dell'unione e l'invecchiamento delle infrastrutture di produzione e la carenza in quelle di connessione. Anche l'esistenza di isole energetiche, citata dal Presidente Renzi nella sua introduzione, è un problema serio. Tutto questo si traduce per l'Europa, che importa il 53 per cento del proprio fabbisogno energetico, in alti costi: il 30 per cento in più dell'energia elettrica e il doppio per il gas rispetto agli Stati Uniti; e in una insicurezza degli approvvigionamenti e nella disponibilità per molti Paesi. Tutte storture che possono essere superate con un vero mercato continentale dell'energia. Occorre, però, ed è bene sottolinearlo in questa costruzione, che vi sia un approccio che parta dalla valorizzazione delle complementarietà fra i diversi Paesi, per assicurare all'Europa la sicurezza delle forniture e un reale vantaggio competitivo, anche tramite l'individuazione di molteplici fornitori. Si pensi alle gravi tensioni per le concomitanti crisi, ucraina e libica, e l'applicazione di un vero principio di solidarietà fra i Paesi europei. Tutto ciò naturalmente partendo dall'assunto che la problematica relativa alla sicurezza energetica e al completamento del mercato interno si affrontano, riducendo il numero degli Stati membri non adeguatamente interconnessi, raggiungendo il numero di due nel 2020 dal numero di dodici che sono oggi. E per l'energia elettrica, secondo punto, valorizzando i mercati integrati a livello regionale. Bene quindi il target di interconnessione del sistema elettrico del 10 per cento nel 2020, rafforzando le interconnessioni fisiche anche mediante il pesante ricorso al piano Juncker. 
Estremamente positivo investire sull'efficienza energetica ma anche importante aprire i mercati chiusi a tutelare i consumatori, superando una volta per tutte le prebende e i protezionismi che ancora esistono in Europa. Questo, Presidente, è nei fatti il mercato unico dell'energia, una realtà alla quale l'Italia può dare un impulso significativo in primis contribuendo a rafforzare la cooperazione multilaterale con i Paesi vicini della sponda sud del Mediterraneo, partner storici dell'Europa nelle relazioni energetiche. Ed allora nel settore del gas appaiono positivi gli investimenti per il corridoio sud e l'idea di un hubmediterraneo, mentre un mercato integrato dell'energia elettrica a livello mediterraneo potrebbe rafforzare la nostra sicurezza energetica e la capacità di produzione da fonte rinnovabile della sponda nord dell'Africa. 
Nella creazione di questo mercato unico pienamente integrato occorre riflettere sul significato e sull'impatto per noi di due delle condizioni base del percorso. Richiamavo, poc'anzi, la disponibilità dei collegamenti infrastrutturali e il superamento di tutte le barriere regolatorie come misure assolutamente necessarie. Mentre sulle barriere regolatorie il nostro Paese è relativamente avanzato, è sensibile per noi il tema delle infrastrutture di collegamento. L'Italia, per la sua posizione geografica, infatti, rischia di essere penalizzata per la limitazione fisica nell'azione di interconnessione con i partner europei. Occorre che sia chiara ed inequivocabile la possibilità tecnica, ma anche la possibilità politico-strategica, così rilevante in queste ore cariche di tensione e di dolore, di collegamenti infrastrutturali anche con la sponda sud ed est del Mediterraneo, una cooperazione stretta con i Paesi del vicinato e l'uso di tutte le risorse finanziarie, incluse quelle del Fondo europeo per gli investimenti strategici, sono assolutamente necessari. Ed è proprio in questo quadro, Presidente, che l'Italia, a partire da un ruolo significativo nel settore dell'efficienza energetica e delle tecnologie sostenibili nei processi industriali ed utilizzando la sua felice posizione di ponte nel Mediterraneo, può giocare un ruolo di primo piano a livello europeo. 
Gli sforzi del Governo per accompagnare il nostro sistema produttivo e industriale verso una maggiore compatibilità energetica ambientale – abbiamo appena discusso il decreto Ilva e il decreto Investment compact – occorre siano valorizzati al meglio a livello europeo. 
Concludo signora Presidente. La politica energetica è un tassello essenziale della nostra politica industriale ma più in generale è un elemento importante per tutta la nostra economia e per il futuro; questa sfida riteniamo sia bene presente al Governo sentite anche le parole del Presidente del Consiglio dei ministri e per questo giudichiamo positiva la comunicazione che ci è stata resa e impegneremo il Governo in questa direzione per il prossimo Consiglio europeo.