Signora Presidente, onorevoli deputati, è molto difficile trovare una linea unitaria nella replica partendo dal presupposto, che ha ben spiegato l'onorevole Lorenzo Dellai, dei rischi della liturgia di questi appuntamenti, ma avendo anche un dibattito parlamentare in quest'Aula abbastanza disarticolato non tanto fra maggioranza e opposizione ma tra persone che parlano del Consiglio europeo e persone che, invece, si cimentano su argomenti a piacere, tra persone che affrontano l'oggetto della discussione del Consiglio europeo e persone che, imbracciato un microfono, provano a utilizzarlo nelle modalità che paiono loro più consone per parlare di tutto e, quindi, sostanzialmente non dell'argomento in discussione.
Nella replica io ho due alternative: la prima è quella di evidenziare i tanti aspetti positivi, i tanti elementi di riflessione che ci hanno posto non soltanto i colleghi della maggioranza, che pure hanno espresso argomenti molto interessanti su questo, dalle considerazioni dell'onorevole Romano alle riflessioni di Lupi, compresa una citazione alla quale sono molto legato, ma anche gli interventi di personalità del mondo non solo della maggioranza ma anche delle opposizioni. Non condivido ciò che ha detto Rampelli, ma devo riconoscergli di aver tentato di esprimere una linea sull'Europa che non è la mia ma che trovo coerente e, comunque, applicata all'argomento di discussione.
Poi, però, vi è stato un elenco di considerazioni sulle quali non replicare parrebbe segno di viltà, parrebbe segno di non attenzione. E, allora, molto rapidamente sui singoli punti mi limito ad alcune considerazioni di merito, in replica, signora Presidente, a considerazioni che sono state espresse dai colleghi che sono intervenuti e poi chiuderei su un punto legato all'Unione europea e al Consiglio di giovedì e venerdì. L'onorevole Brescia, del MoVimento 5 Stelle, si è a lungo espresso sulla situazione delle politiche migratorie in questo Paese. Egli, come da post del blog, che è una frase ormai tutta attaccata – il «postdelblog» – di qualche giorno fa, ha validato una tesi, suggestiva e intrigante, per la quale l'aumento dell'immigrazione in questi tre anni è dovuto al Governo italiano. E noi che pensavamo, invece, che fosse legato a Daesh che è nata in questi tre anni, alla crisi libica, alla
situazione internazionale di tensione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Noi, pensate un po’, che continuiamo a guardare il Mediterraneo e a vederci barconi di migranti anziché le sirene, come pensano autorevoli deputati del MoVimento 5 Stelle, noi pensiamo che ciò che sta accadendo in questa stagione della storia non derivi dal nostro Governo. E guardate che noi abbiamo molta autostima, ne abbiamo molta, e qualcuno dice persino che abbiamo un eccesso di consapevolezza, per non dire di arroganza. Ma pensiamo che ciò che sta avvenendo, onorevole Brescia, non dipenda dal Governo italiano, sulle cui risposte si può naturalmente discutere. Quello che la matematica, oltre che la logica, esclude è che vi sia un collegamento rispetto a ciò che Brescia ha detto: «Hanno bloccato la frontiera balcanica e, quindi, sono aumentati gli sbarchi nella frontiera meridionale». Come è noto, sono due diversi punti di partenza e, come è noto, i numeri sono profondamente diversi. Se è vero, come è vero, chiamiamo la matematica in nostro supporto: l'anno scorso in Germania oltre 1 milione e 100 mila persone sono entrate nel Paese guidato da Angela Merkel e i numeri dell'arrivo, dello sbarco, diciamo, dal meridione verso la Sicilia sono sostanzialmente analoghi a quelli dello scorso anno. Vi è un aumento dall'Egitto di circa il 9 per cento, ma i numeri sono più o meno gli stessi. Naturalmente, questo non significa che non abbiamo bisogno di affrontare con grande attenzione il tema della migrazione e su questo abbiamo cercato di dire alcune cose. Noi pensiamo che si debba andare in Africa. Il New York Times ha espresso a proposito di qualche vostro statista, onorevole Brescia, del MoVimento 5 Stelle, alcune valutazioni circa il vostro grado di conoscenza della situazione africana. Come non ricordare, nelle dieci perle che il New York Times ha individuato come le più clamorosi falsità dette da politici di tutto il mondo, che uno di voi sia al secondo posto per il giudizio che gli ha dato sulla Nigeria, ma non è questo il punto di discussione perché non vorrei andare su argomenti troppo complicati. Il punto chiave è che, se si va in Africa, si va con una strategia che tenga insieme la cooperazione internazionale, la cooperazione economica e la cooperazione diplomatica e si cerca di risolvere un problema che è molto più grande di come lo avete descritto. Sta anche in 140 caratteri, se si ha la forza e la determinazione di studiare, ma se si deve tornare, invece, sugli argomenti evergreen, che sono sempre i soliti, perché non vale un discorso parlamentare del MoVimento 5 Stelle senza l'espressione «mafia capitale», si sappia che da questa parte del tavolo c’è un Governo che ha voglia di lavorare per la città di Roma, per liberarla da tutte le difficoltà, che ha voglia di lavorare perché tutti i fenomeni di illegalità e di illegittimità siano combattuti, ma proprio per questo, prima di esprimere parole come «mafia capitale» e «rifiuti», guardate a chi sono andati ibusiness dei rifiuti negli ultimi dieci anni, guardate a chi sono andate le consulenze del mondo dei rifiuti negli ultimi dieci anni e, prima di parlare del Partito Democratico, abbiate un minimo di rispetto, parola che evidentemente non conoscete (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Lo dico, prima di arrivare all'onorevole Brunetta, prendendo spunto da una considerazione che ha fatto l'onorevole Brescia in finale, quando ormai l'argomento a piacere era svolto. Egli ha parlato, a proposito del referendum costituzionale, di dittatura 2.0. È immaginabile che egli abbia in testa che quella di oggi sia una dittatura 1.0 e che questo sia un rilascio della versione precedente, oppure è immaginabile che la dittatura 1.0 rispetto alla 2.0 abbia a che fare con alcuni Paesi sudamericani, a scelta – e scegliete voi – tra Cile, Venezuela od altro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ma quello che è fondamentale dire qui in questo luogo, a lei onorevole Brescia e all'onorevole Brunetta, che poi ha detto: «si è fatta carne di porco della democrazia parlamentare», è che le parole sono importanti e siccome in quest'Aula qualcuno, ormai ottant'anni fa, anzi novant'anni fa, ebbe l'ardire di pronunciare parole che misero fine all'esperienza della democrazia e per le quali in quest'Aula, da questi banchi, qualcuno per i suoi discorsi ha pagato con la vita, potete avere tutte le opinioni di questo mondo, potete pensarla come vi pare sul referendum, fate ciò che potete fare e fatelo come volete, ma questa è una democrazia e mettere in discussione la democrazia in Italia non significa insultare il Governo: significa insultare l'Italia e questo non ve lo permettiamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ! Abbiate rispetto delle parole, riconoscete che questo Paese vi consente di essere liberi e poi votate «sì», «no» o «forse», ma rispettate la libertà e la democrazia del Paese che si chiama Italia nonostante voi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Area Popolare (NCD-UDC), Scelta Civica per l'Italia, Democrazia Solidale-Centro Democratico e Misto-Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).
L'onorevole Brunetta (Commenti del deputato Brunetta), evidentemente giù di morale per l'ennesima mancata assegnazione del Nobel, che anche quest'anno incomprensibilmente non è andato da quelle parti... ha espresso... . ha iniziato il suo intervento dicendo: «Caro Presidente, lei ha parlato del nulla». No, non stavo parlando di lei, presidente Brunetta; stavo cercando di affrontare... ... un tema di discussione un pochino più ampio. E qual è questo tema di discussione un po’ più ampio (Commenti del deputato Brunetta) ? È quello di affrontare la visione europea in una cornice più ampia rispetto a quella in cui il presidente Brunetta ha avuto modo di esprimere le sue valutazioni (Proteste dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini). Si è, infatti, egli a lungo soffermato – cito testualmente, trattandosi di replica – sulle colle austriache, sulla democrazia parlamentare e su altri temi che possono essere facilmente giudicati come fuori dal contesto di cui stiamo discutendo. Io credo, onorevole Brunetta, che con l'intervento che ha fatto il Governo in quest'Aula, che può piacerle o meno – solitamente non le piace e almeno in questo oggi vi è stato un elemento di coerenza –, abbiamo offerto a tutti i gruppi parlamentari una opportunità di confrontarsi sul merito. Cosa abbiamo detto ? La situazione è complicata, è difficile; Roma 2017 vede il lavoro di gruppi politici di varia espressione culturale, perché il PPE, partito del quale anche l'onorevole Brunetta fa parte, coopera e collabora con il PSE, con i liberaldemocratici e con altre forze politiche per affrontare il tema del rilancio dell'Europa. Io ho detto: «Vediamo se in questo Parlamento esiste la possibilità di arrivare, con gruppi di lavoro – egli ha ironizzato sia sui gruppi che sul lavoro – a un progetto su Roma 2017». A mio giudizio questo tema è un tema che avrebbe meritato un accoglimento diverso da parte sua e da parte degli altri. Ciò nonostante, fedele ad alcune grandi valutazioni che il suo gruppo ha sempre espresso circa la necessità di andare in Europa e di andarci con una voce unitaria, fedele alla grande intuizione da cui il Partito Popolare Europeo ha preso le mosse – ultimamente molto discusse in Italia, ma molto condivise a livello continentale, perché su questi temi noi siamo pronti a ragionare a tutti i livelli, in tutti i luoghi –, io confermo questa richiesta. Confermo, cioè, la disponibilità del Governo italiano, nonostante i toni che sono stati utilizzati e nonostante il fatto che il discorso sia stato tutto sul referendum, sul quale ovviamente io non replicherò trattandosi di intervento sul Consiglio europeo e attenendomi fedelmente alla replica ai vostri interventi e niente di più, e riconfermo la necessità, a mio giudizio sacrosanta anche per voi, di trovare dei luoghi in cui discutere nel merito. Infatti, Roma 2017, che ci sia io o che non ci sia io, onorevole Brunetta, avrà un'Italia che dovrà essere protagonista e se l'Italia, anziché parlare di Europa, si mette a discutere, come lei ha fatto in quest'Aula, della paura di qualcuno o presunta tale, delle colle austriache o delle assegnazioni dei Nobel – argomento che ha introdotto lei –, a mio avviso, lei sta facendo perdere un'occasione, non tanto a noi, perché, che lei ci sia o non ci sia, noi andremo avanti, caro onorevole Brunetta, ma al suo partito, che è uno dei partiti che, a livello europeo – Forza Italia è nel PPE –, avrebbe o dovrebbe avere un ruolo grande, importante, rilevanti. E se in questi anni non c’è stata la forza di Forza Italia dentro il Partito Popolare Europeo, non si deve alle persone che la rappresentano a livello europeo, ma a certi atteggiamenti come quelli di oggi, quando, a fronte di un'apertura per discutere del futuro dell'Europa, si risponde con un concentrato di insulti che non coglie la sostanza. Noi vogliamo lavorare insieme. (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Fate quello che pensate. Mi rimangono due interventi. Ho detto che Rampelli e Artini hanno svolto interventi interessanti, anche se non condivisibili. Ovviamente, per quello che riguarda la maggioranza, ci sono gli interventi di Locatelli e Berlinghieri e ho già citato l'intervento di Dellai. E mi rimangono i due ultimi interventi. Il primo è quello di Scotto e il secondo è quello di Fedriga. Sono culturalmente molto più vicino alle considerazioni che esprime Scotto e vorrei augurargli di vivere l'inquietudine, che appartiene alla nostra generazione, dell'intervento o del non intervento in alcune zone del mondo. Lei è stato molto tranchant quando ha parlato di Afghanistan. È un tema che ci portiamo dietro da anni, noi che siamo cresciuti in un'area culturale simile, non la stessa, ma che abbiamo vissuto, non sulla nostra pelle, sulla pelle dei nostri coetanei, fin dai tempi di Sarajevo. Immagino, onorevole Scotto, che lei fosse tra quelli che non condividevano quell'intervento; io, nel mio piccolo, ero tra quelli che condividevano – credo che eravamo insieme all'università – l'intervento voluto dall'allora Governo per cercare di mettere fine alla mattanza nei Balcani. Sono state discussioni che ci hanno diviso profondamente, che hanno segnato una generazione. Invidio chi ha le certezze che lei ha espresso in questo suo intervento. Infatti, in realtà, quando si parla del confine sottile, difficile tra il rispetto della libertà e il dovere di rispetto della pace, è molto difficile non calarsi nel contingente e nel puntuale e ragionare soltanto a livelli teorici. Glielo dico perché la vita ci ha portato qua entrambi e io, da Presidente del Consiglio dei ministri, ho due volte chiesto a quest'Aula di allungare la nostra permanenza in Afghanistan. Ne sono convinto e ne sono consapevole e le dico, caro onorevole Scotto, per il tramite della Presidente, che non si fa a cuor leggero quando ti fermi davanti alla base, nel luogo dove c’è il memoriale delle 54 vittime italiane di questa guerra, non si fa a cuor leggero quando ascolti racconti dei familiari dei caduti, quando incontri le persone che sono saltare su una mina e non hanno più un arto. Sono le donne e gli uomini dell'Esercito italiano, cui va la mia profonda riconoscenza e gratitudine e un sentimento di rispetto profondo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Area Popolare (NCD-UDC), Scelta Civica per l'Italia, Democrazia Solidale-Centro Democratico, Misto-Conservatori e Riformisti e di deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).
Credo, onorevole Scotto, che quel Paese, l'Afghanistan, abbia ancora bisogno della comunità internazionale. È un Paese nel quale gli errori della comunità internazionale sicuramente risalgono a molto prima che non all'intervento del 2001. Sono errori che fanno di quell'area forse l'area con meno pace al mondo nella storia degli anni recenti, dal 1979, mi piacerebbe dire, ma probabilmente potremmo risalire ancora prima. Allora, io rispetto la sua posizione su questo, ma le dico, da Presidente del Consiglio, che essere oggi in Afghanistan significa lottare per la libertà delle bambine e dei bambini dell'Afghanistan (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Scelta Civica per l'Italia e Democrazia Solidale-Centro Democratico); significa difendere la democrazia e gli interessi di persone che possono sembrare lontani da noi, ma che sono profondamente dentro il nostro cuore perché appartenenti alla grande generazione delle donne e degli uomini del nostro tempo. Lo dico guardando dall'altra parte dello schieramento, sapendo che c’è un di più di professionalità del nostro mondo, che probabilmente, quando io stavo con lei all'università, non avevo imparato a riconoscere. L'esercito italiano, le Forze armate, le Forze dell'ordine, gli istruttori – penso ai carabinieri in Iraq, ma non soltanto a loro – hanno un tasso di professionalità e di umanità nel mondo che dovrebbe vederci orgogliosi di loro e che dovrebbe fare di loro un punto di riferimento per tutti, non soltanto per qualcuno (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Area Popolare (NCD-UDC)).
Evito, onorevole Scotto, di dirle che, nella sua foga, il passaggio sul salario cinese le è venuto un po’ lungo, è stato un passaggio un pochino complicato. Il fatto che gli ingegneri in Italia costino meno che altrove è un fattore di competitività del Paese, è un dato di fatto. È come quando uno dice che l'Italia ha degli asset più importanti sulle tasse. Quindi, se in una brochure il Ministero dello sviluppo economico fa notare che si spendono meno soldi nel costo del lavoro non perché c’è stato il Jobs Act, ma perché il costo del lavoro è da sempre più basso che in altri Paesi come la Germania o l'Olanda, questo è un fatto di competitività (Commenti dei deputati dei ruppi Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà). Trovo sorprendente... Trovo sorprendente... Trovo sorprendente che in assenza di argomentazioni qualcuno pensi di bloccare il discorso immaginando che faccia paura uno che urla più forte. È molto semplice il dato di fatto: il costo del lavoro in Italia è più basso che in altri Paesi(Commenti dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà). Il vero dramma italiano... Il vero dramma italiano... l vero dramma italiano è che in questi anni il differenziale tra ciò che paga un imprenditore e ciò che mette in tasca un lavoratore è troppo alto e troppo basso ciò che prende in tasca un lavoratore. Allora siccome è così, la differenza tra chi urla e chi fa è che noi abbiamo fatto l'operazione degli 80 euro, la riduzione dell'IRAP sul costo del lavoro e l'abbassamento del cuneo fiscale. Per voi, il cuneo fiscale è una provincia autonoma del Piemonte, non è una delle realtà che valga la pena di essere discussa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Avete aumentato le tasse in questi anni e venite a parlare a noi. Chiudo su Fedriga, anzi no, chiudo sull'Europa perché chiudere su Fedriga diciamo (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini)... Trovo che il sano senso della democrazia parlamentare sia quello di un deputato dell'opposizione che dice: «Vieni, vieni a chiudere qua !». Questo è il sano senso di fare, direbbe Brunetta, carne da porco della democrazia parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e commenti del deputato Brunetta). Devo dire che è molto bello replicare perché uno porta delle considerazioni oggetto di discussione, gli altri arrivano con dei testi preparati e quando uno risponde nel merito, iniziano ad urlare dicendo «Vieni, vieni !»: curiosa storia delle relazioni parlamentari dalla caverna ad oggi. Entro nel merito sulle considerazioni di Fedriga. Questi ha posto alcuni temi oggetto del Consiglio europeo di giovedì e venerdì vale a dire la disoccupazione secondo l'ISTAT, J.P. Morgan, Banca Etruria e il falso in bilancio. Questi quattro temi che inspiegabilmente ancora Tusk non ci ha comunicato essere all'ordine del giorno dei lavori, sono quattro temi su cui debbo a tutti voi una risposta salvo poi chiudere sull'Europa e su ciò di cui potremmo parlare nonostante Fedriga. Il primo: si parla di falso in bilancio che dice Fedriga potrebbe dare adito a un'azione penale da parte dei magistrati: sì, adesso sì, da quando noi abbiamo reintrodotto questo reato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Il falso in bilancio, che il suo partito aveva tolto dal codice penale, è nuovamente un reato ma il dato di fatto sul quale stiamo discutendo è che l'onorevole Fedriga chiama falso in bilancio un dato che è il dato di previsioni del Governo italiano sulla crescita nel 2017. È stato oggetto di discussione credo fino a qualche ora fa in Commissione e, se non ho capito male, sarà oggetto di discussione in Aula nelle prossime ore. Dov’è l'elemento di presunto falso in bilancio per l'onorevole Fedriga ? Egli ritiene che le stime di crescita – non il falso in bilancio che è il consuntivo ma il preventivo o, meglio, le previsioni per il 2017 – sarebbero, secondo l'onorevole Fedriga, sovrastimate dal nostro Governo. Il Governo italiano stima una crescita dell'1,0 per cento. Io non sono soddisfatto di questa crescita. È molto di più di come eravamo messi nel 2012-2013: ci sono tre punti di differenza ma è ancora molto poco rispetto alle nostre ambizioni. È chiaro che non avendo lo spazio di intervento legato all'incidere sul deficit si fa con quello che si può e di conseguenza il più 1 per cento è una stima davvero prudente come tutte le stime di Padoan che è il primo Ministro del tesoro che ha fatto una stima più bassa della realtà anno domini 2015, perché resti agli atti. Ovviamente io avrei fatto una stima molto più alta come potete facilmente immaginare: è inutile che faccia lo splendido con le buone azioni di Padoan. Io avrei stimavo molto di più ma la stima di Padoan è stata più bassa della realtà. Il 2017 vede una stima dell'1 per cento: è una stima irrealistica ? Secondo Fedriga sì: può darsi. Il Fondo monetario internazionale fa una stima dello 0,9 per cento. Ora io capisco che vi sia una grande ipersensibilità sul tema ma stiamo discutendo di una modifica tra le previsioni del Fondo monetario internazionale, solitamente il più duro nelle previsioni, e il Governo italiano che è pari allo 0,1 per cento. A me pare che questo argomento sia poco credibile nella discussione politica parlamentare ma, avendolo posto, ho il dovere di rispondere così come pure sui dati della disoccupazione. I dati che lei ha citato, onorevole Fedriga, non vengono dal Ministero del lavoro: sono quelli dell'Istat. Il Ministro del lavoro l'ho scelto io, l'Istat l'ha votato il Parlamento come le è noto. E l'Istat soprattutto ha delle metodologie che io non contesto. Non le contesto neanche quando l'Istat dice che facciamo meno 0,4 nel 2014 e, dopo un anno e mezzo, si scopre che era più 0,1. Quante pagine ci sono state scritte sulla recessione in Italia che era finita, a nostra insaputa peraltro. Ma non è questo il punto: se ci sono dei metodi, si prendono quei metodi e si applicano, fine della discussione. Nessuno di noi ha cambiato le leggi se non il Jobs Act... I punti chiave dei dati dell'Istat, che mi premunirò di lasciare alla Presidenza per consentire all'onorevole Fedriga di approfondire in libertà, sono i seguenti. Dal febbraio 2014 ad oggi l'aumento dei posti di lavoro secondo Istat è pari a 588.000 unità. Dice Fedriga: «No, perché sono i voucher». Dei 588.000 nuovi posti di lavoro che sono stati creati secondo Istat, il 74 per cento secondo Istat sono lavori a tempo indeterminato, certo con il Jobs Act, certo con gli incentivi, certo ma sono 588.000 posti di lavoro in più con il 74 per cento a tempo indeterminato. Questa è la realtà dei numeri che può piacere o meno. Io le dico perché non mi piace, onorevole Fedriga: perché questi 588.000 posti di lavoro in più sarebbero un risultato stratosferico e strepitoso se non arrivassero dopo un milione – poco meno 927.000 – posti di lavoro in meno persi negli anni della crisi, anni iniziati con il suo partito che era al Governo di questo Paese e il suo partito non è stato nelle condizioni non soltanto di scorgere la crisi che stava arrivando ma di trovare una sola risposta che le democrazie occidentali, quelle di sinistra e di destra, hanno invece individuato a partire dal mercato del lavoro. Allora prima di parlare di numeri, caro onorevole Fedriga, uno li studi ma, secondo, si domandi perché se negli anni dal 2001 al 2013, anzi diciamo dall'2001 al 2011 perché poi voi siete usciti, in dieci anni avete governato otto anni e in questi otto anni la crisi si è fatta sentire senza che voi ve ne accorgeste perché, mentre la Germania faceva la riforma del mercato del lavoro, voi eravate impegnati con la Bossi-Fini e con l'Accordo di Dublino che voi avete firmato(Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico): fatevi una domanda e datevi una risposta.
La questione bancaria e infine l'Europa. In quest'Aula per l'ennesima volta risuona la questione delle banche e per l'ennesima volta io torno qui a dirvi, onorevole Fedriga, che gli scandali delle banche in questo Paese sono scandali autenticamente vergognosi. Noi lo abbiamo detto senza guardare in faccia nessuno, neanche la nostra parte politica... .neanche la nostra parte politica... ..e noi lo abbiamo detto con chiarezza. Sarebbe stata piacevole la stessa chiarezza da parte sua sugli scandali bancari che hanno riguardato non soltanto la banca della Lega ma anche le banche del nord-est dove un intreccio pericoloso e sbagliato tra le presidenze, il management e il territorio politico di quell'area ha permesso di avere in quell'area del nord-est la più grave crisi bancaria che, grazie alla moral suasiondi questo Governo, è stata affrontata almeno parzialmente attraverso la creazione del Fondo Atlante. Il punto relativo a Banca Etruria glielo ripeto per la settima volta: glielo ha già fatto qua il Ministro competente ma ...arrivo anche a Carrai se non ha fretta. Vado prima alla «b» di Boschi, poi alla «c» di Carrai, poi arrivo alla «f» di Fedriga. Nel frattempo le segnalo le seguenti considerazioni: le banche popolari sono state cambiate da questo Governo e da questo Parlamento dopo che per diciassette anni si era perduta l'occasione. Il provvedimento delle banche popolari, che noi abbiamo portato in quest'Aula e che abbiamo approvato grazie alla maggioranza, è un provvedimento che era stato scritto, in modo sicuramente migliore di noi, nel 1998 dal Ministro del tesoro, che si chiamava Carlo Azeglio Ciampi e dal direttore generale del Tesoro, che si chiamava Mario Draghi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Capisco che i vostri insulti alla memoria di un galantuomo come Carlo Azeglio Ciampi, gli insulti di Matteo Salvini, ancora vi facciano male (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Democrazia Solidale-Centro Democratico), ma la realtà dei fatti è che quella riforma non passò per il volto negativo in Parlamento. Dopo diciassette anni, noi abbiamo portato una norma che ha cambiato il destino delle banche popolari e il destino delle banche popolari è il destino... Per cortesia, non fate carne di porco della democrazia parlamentare. Il punto fondamentale è che oggi, grazie a quelle norme, i correntisti sono stati salvati tutti (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente e Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini). I correntisti sono stati salvati tutti, nonostante la vostra disinformazione, i correntisti sono stati salvati tutti. Gli amministratori sono stati commissariati, ma gli investitori, cioè non il correntista che mette in banca con lo 0,5 di interesse, ma l'investitore che prendeva il 7, l'8, il 9 per cento di interesse ha visto una divisione, in virtù di regole europee che sono state scritte quando al Governo c'eravate voi, e ratificate nel 2013 tutti (Commenti del deputato Fedriga). Perché Brunetta se lo dimentica, ma era anche lui... Il punto fondamentale – e che resti agli atti di questo Parlamento una volta per tutte – è che i correntisti sono stati salvati, che gli amministratori sono stati sanzionati e commissariati tutti (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente e Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini) – sanzionati e commissariati – e che gli investitori, vale a dire quelli che, anziché accontentarsi dello 0,5 hanno comprato dei prodotti particolari, sono stati messi di fronte a un'alternativa; se troppo poveri, sono stati, comunque, ristorati. Se truffati, hanno la possibilità di dimostrarlo. Il punto centrale è un altro: è che in questo Paese il sistema delle banche è stato un sistema nel quale la connivenza e la complicità di una parte del sistema politico, anche da parte vostra, ha prodotto dei risultati in cui quando noi abbiamo fatto il decreto sulle banche popolari per superare questo sistema, voi avete votato contro (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini). Questa è la differenza fra noi e voi. E vengo, infine, alla questione europea, alla questione di JP Morgan. Mi pare che basta che lei legga i giornali per capire che il Governo e il ruolo di Marco Carrai non hanno niente a che vedere. Può leggere i giornali per rendersene conto o rispondere, se lo riterrà, nei tribunali e nelle aule nelle quali vorrà parlarne. Non è questa l'Aula per discutere. Io so che il nostro obiettivo è che nessun risparmiatore perda i propri denari per il futuro e, da questo punto di vista, spero, penso e credo che Monte dei Paschi di Siena, come pure le banche venete, come pure banca Carige, come pure tutte le altre banche possano avere un futuro. Mi spiace non rendersi conto una volta di più che mentre voi eravate impegnati a fare polemiche al nostro interno, le regole europee hanno permesso ad alcuni Paesi di intervenire e salvare le banche, come hanno fatto i tedeschi, mentre voi quando eravate al Governo, vi siete preoccupati di salvare altre persone, altre cose e non i correntisti italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico –Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini). Chiudo sull'Europa (Commenti del deputato Fedriga). Ho finito... .avendo già risposto anche su Carrai, onorevole Fedriga. Gli mandiamo una email, così speriamo che, almeno lui, la sappia leggere. Vengo alla conclusione finale. Io trovo che l'Europa, in questa fase, abbia una discussione molto difficile e questa discussione molto difficile si giochi, in particolar modo, nel dibattito che si terrà a Roma nel 2017. A mio giudizio, le settimane e i mesi che ci vedono tutti impegnati nella direzione di dare una mano al Paese potranno essere affrontati in due modi. Il primo, cercando di sparare a zero, come è stato fatto, anche stamattina: uno parla di Europa e gli altri rispondono su altri argomenti. È un atteggiamento tipico di una corrente culturale che è molto forte in Europa e nel mondo, che è quella di chi non intende avanzare delle proposte, ma si accontenta di attaccare le proposte degli altri. È quella di chi lavora contro e non per; è quella di chi, di fronte ad un problema, non si chiede come fare a risolverlo e si tira su le maniche della camicia, ma cerca di alimentare il tono dello scontro, cerca di alimentare la paura e il complottismo, cerca di far notare che tutto ciò che serve all'Italia è soltanto annegare in un mare di polemiche. E, poi, ci sono gli altri, che sono quelli che, vincendo la naturale resistenza ad affrontare la guerra nel fango, provano ad alzare il tono. Nel discorso più bello della Convention democratica, Michelle Obama – non me ne voglia il di lei coniuge – ha detto una cosa straordinaria. Quella donna ha detto: «Quando loro vanno in basso, quello è il momento in cui noi dobbiamo rialzare il tono e puntare in alto».
Oggi abbiamo assistito a un dibattito parlamentare in cui, a fronte di una richiesta di discussione sull'Europa, la risposta è stata sui temi più piccoli e banali e totalmente slegati dal Consiglio europeo. Felici noi se, nei mesi che ci separano da qui a Roma 2017, saremo in grado di rimettere, con lo spirito dei padri fondatori e con le ansie e le inquietudini dei figli che attendono risposte da noi, l'Europa al centro del dibattito e non le piccole beghe quotidiane di chi non ha voglia di lavorare per, ma solo contro (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Area Popolare (NCD-UDC), Scelta Civica per l'Italia e Democrazia Solidale-Centro Democratico e di deputati del gruppo Misto).