Discussione generale
Data: 
Mercoledì, 22 Giugno, 2022
Nome: 
Piero De Luca

Grazie, Presidente. Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, colleghe e colleghi, siamo ormai a quattro mesi dall'invasione dell'Ucraina. Quattro mesi in cui cannoni e carri armati, sospinti dal delirio imperialista di Putin, hanno devastato un intero Paese e massacrato migliaia di civili inermi. Da subito questo Parlamento ha assunto una posizione chiara e netta per l'Italia, che noi democratici riteniamo doveroso ribadire oggi all'intera comunità internazionale che ci guarda e ci ascolta: noi non ci voltiamo dall'altra parte, noi siamo al fianco del popolo ucraino e condanniamo, senza esitazioni o ambiguità, un'aggressione grave e ingiustificata di un Paese e di un popolo libero e sovrano. Questa è la posizione espressa da subito e che ribadiamo oggi.

L'abbiamo fatto e dobbiamo continuare a farlo. Dobbiamo continuare a sostenere la resistenza e anche la ricostruzione in Ucraina con aiuti umanitari, economici, sociali e militari, ma dobbiamo continuare a fornire anche segnali chiari di vicinanza e supporto politico. Per questo il Consiglio dell'Unione deve avere il coraggio di una decisione storica, che invitiamo il Governo a promuovere con forza: riconoscere subito all'Ucraina lo status di candidato all'adesione all'Europa. Da subito: avviciniamo l'Ucraina all'Europa subito! Questa è una decisione da prendere al prossimo Consiglio europeo, con il sostegno forte del nostro Paese.

Non possiamo permetterci i ritardi e le lentezze del passato e in questo contesto chiediamo anche un altro impegno ormai ineludibile: acceleriamo le procedure di ingresso in Europa per i Paesi dei Balcani occidentali. Facciamo anche questo subito, facciamolo ora! Dobbiamo lanciare messaggi forti e determinati: l'Europa deve battere un colpo. Sono milioni le persone che guardano a noi come ancora di salvezza, come lei ricordava bene, signor Presidente, e come garanzia di rispetto di libertà e di diritti essenziali. Da questo punto di vista, invitiamo, allora, il Governo a lavorare anche sull'idea, lanciata dal segretario Letta e ripresa dal Presidente Macron, di avviare quanto prima la costruzione di una confederazione, una comunità politica che integri da subito nella famiglia europea tutti gli Stati durante la fase di adesione all'Europa. Facciamolo subito; è importante tenere all'interno della famiglia e della comunità europea Stati che guardano al nostro continente con attenzione.

Dopo quella della Presidente della Commissione europea, del resto, la visita sua a Kiev, signor Presidente, insieme a Macron, Scholz e Iohannis, ha prodotto un salto di qualità politica importante alla nostra azione, fornendo l'immagine dell'Europa migliore, dell'Europa che vogliamo per il futuro, un'Europa unita e forte, l'Europa che non cede al ricatto dell'energia e che è in grado di assumere decisioni straordinarie, come è accaduto finora, per tutelare diritti, valori e libertà per noi non negoziabili. Dobbiamo continuare lungo questa strada. Le sanzioni, come lei ricordava, stanno producendo i loro effetti e vanno continuate a essere applicate. L'accoglienza riservata a tutti i rifugiati ucraini sta salvando milioni di vite umane. Ricordiamolo e cogliamo questa occasione, ancora una volta, per abbracciare idealmente tutte le donne e gli uomini giunti finora in Italia e ringraziare le strutture pubbliche e private nonché le associazioni del Terzo settore che stanno assicurando assistenza e solidarietà nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Il nostro è un grande Paese da questo punto di vista!

Infine, il sostegno complessivo alla resistenza ucraina è stato anch'esso decisivo e ricordiamolo chiaramente in quest'Aula. Ha consentito a questo Paese di esistere ancora oggi come Stato sovrano (questa è la realtà) e tutto ciò era ed è la premessa necessaria per lavorare, con sempre maggiore determinazione, a un cessate il fuoco immediato e alla ricerca di una soluzione diplomatica per la pace. Le due cose non sono in contrapposizione tra loro, come lei ricordava e come qualcuno vorrebbe far credere; è l'esatto contrario (chiariamolo bene). Se ci fossimo girati dall'altra parte rispetto all'aggressione russa, oggi l'Ucraina che abbiamo non esisterebbe più.

Se fossimo rimasti indifferenti, oggi avremmo discusso di un trattato di resa e non di un negoziato di pace. Se fossimo rimasti inerti oggi avremmo la Russia a minacciare i confini dell'Europa con i suoi intenti imperialistici. Abbiamo fatto bene a seguire la strada che abbiamo tracciato finora e dobbiamo continuare lungo questo percorso. L'Unione continui, quindi, a sostenere la popolazione ucraina e a pretendere al tempo stesso un cessate il fuoco immediato, il ritiro delle truppe di Mosca e l'avvio di un negoziato di pace per un equilibrio nuovo nella regione. Si lavori con forza, signor Presidente - e siamo contenti che lei l'abbia ripetuto - anche ad una soluzione per evitare una crisi alimentare globale. Su questo vanno dette parole chiare con forza: il blocco del grano è un crimine contro l'umanità, è un crimine contro milioni di donne e uomini che rischiano la fame e la vita! Dobbiamo contrastarlo e mettere in campo azioni forti a livello internazionale, per evitarlo e per sbloccare questo rischio.

Signor Presidente, esattamente un anno fa vivevamo un momento importante per il nostro Paese: la Commissione dava il via libera al PNRR. Nel corso di una suggestiva cerimonia a Roma, la Presidente Ursula von der Leyen riconosceva che l'Italia nella lotta alla pandemia era stata un modello per l'Europa mostrando il significato della solidarietà. Ricordo oggi quella giornata di legittimo orgoglio nazionale - cito l'espressione da lei usata allora - perché nel Next Generation c'è l'idea dell'Europa che vogliamo emerga, anche di fronte a quest'altra crisi. È l'idea dell'Europa della solidarietà, è l'idea dell'Europa della condivisione degli sforzi, è l'idea dell'Europa sostenuta e difesa politicamente dal compianto David Sassoli, che ricordiamo con un pensiero commosso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). È quella l'Europa che vogliamo, quella che non resta prigioniera degli egoismi nazionali, consapevoli che o ci si salva tutti insieme o non si salva nessuno. Certo, per affrontare le sfide attuali dobbiamo avviare anche una discussione sul futuro assetto istituzionale e politico dell'Unione, ragionando anche su una modifica dei Trattati. Lo abbiamo visto da ultimo con l'opposizione dell'Ungheria di Orbàn alla tassazione minima sulle multinazionali. Per costruire un'Europa sempre più forte ed autorevole è giunto il tempo di dire: basta ai veti! Basta ai blocchi degli egoismi nazionali! Superiamo la regola dell'unanimità! Questo è un obiettivo prioritario da raggiungere, insieme alla costruzione di un'Unione delle energie, un'Unione che rafforzi e modifichi il Patto di stabilità. È il momento, in altri termini, di costruire un'Europa autonoma e sovrana da un punto di vista strategico. Siamo a un bivio della storia, signor Presidente. Putin pensava di dividerci e di indebolire l'Europa: ha ottenuto l'effetto opposto. Non fermiamoci ora! L'Italia è stata protagonista sulla scena internazionale ed europea ed è tornata ad essere protagonista anche grazie alla sua autorevolezza, signor Presidente. Permettetemi di ringraziare qui, a nome del Partito Democratico, il sottosegretario Amendola e i colleghi di maggioranza per il lavoro incessante e costruttivo svolto in queste ultime ore, per avere una risoluzione e una base di ragionamento e di riflessione di maggioranza, con la quale oggi diamo mandato forte e pieno al Governo. Evitiamo - e mi rivolgo a tutte le forze di maggioranza - tensioni pericolose. Questo è il momento dell'unità e della responsabilità nazionale per tutti. È il momento di rafforzare, non di indebolire, il sostegno al Governo: ne va dell'autorevolezza e della credibilità del nostro Paese a livello europeo ed internazionale. D'altro canto - e mi avvio a conclusione – è in gioco oggi il futuro dell'Italia e dell'Europa, il futuro di quelle conquiste ottenute in decenni di integrazione comunitaria, a partire dal risultato più importante, che dobbiamo difendere e continuare a difendere ogni giorno con determinazione assoluta, in Europa e con l'Europa: la pace. Il Partito Democratico è al fianco suo e del Governo con convinzione. Buon lavoro, signor Presidente, buon lavoro a noi.