Discussione generale
Data: 
Mercoledì, 22 Marzo, 2023
Nome: 
Piero De Luca

Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, il prossimo Consiglio europeo ha in agenda questioni di grande rilievo. Viviamo una fase storica delicata, una pandemia devastante ha lasciato il posto a una guerra drammatica alle porte dell'Europa e all'insorgere di un'emergenza energetica e delle materie prime con l'impennata dell'inflazione e del costo della vita. In questa situazione, il nostro Paese avrebbe potuto pagare un prezzo altissimo; se siamo riusciti a reggere negli anni scorsi è per una ragione molto semplice, perché l'Italia non era sola, perché l'Italia era ed è rimasta fortemente ancorata all'euro e all'Europa e questo grazie al Partito Democratico e alle forze progressiste che hanno tenuto la barra dritta anche quando qualcuno, tra le vostre fila, provava ad allontanarci dai nostri partner. Oggi che siete al Governo, vi rendete conto di quanto fossero sbagliate le vostre posizioni e ogni giorno vi affannate a chiedere il supporto dell'Europa. Siamo commossi e piacevolmente colpiti di questa vostra conversione. Se volete, però, davvero, tener fede a questo cambio di rotta, vi invitiamo ad essere coerenti e consequenziali sempre. Non si può essere europeisti a giorni alterni, a seconda delle convenienze, com'è nello stile, peraltro, dei vostri amici sovranisti di Visegrád.

La prima cosa da fare allora, considerate anche le recenti notizie che ci arrivano dal sistema bancario - la crisi della Silicon Valley Bank e di Credit Suisse - è semplice, bisogna ratificare subito la riforma del trattato MES, basta con bugie e fake news; il MES, lo ricordiamo, esiste già dal 2012 e l'avete negoziato voi al Governo nel 2011, col Governo Berlusconi. In questi mesi è stata definita una riforma che migliora lo strumento attualmente esistente. Siamo rimasti gli unici, l'unico Paese a non aver dato seguito agli accordi sottoscritti. Non c'è più un minuto di tempo da perdere.

Abbiamo calendarizzato in Commissione esteri una proposta di legge a nostra prima firma, ma ce ne sono anche altre; smettetela di buttare la palla in tribuna, ne va della credibilità del nostro Paese, ma anche della stabilità dell'economia europea e, soprattutto, della tutela dei risparmi delle nostre famiglie in caso di crisi bancaria. Non capiamo come possiate non comprendere l'importanza da questo punto di vista di ratificare questa riforma.

In queste condizioni, permetteteci di essere, allora, molto preoccupati. Quanto ai negoziati sulla nuova governance economica per la riforma del Patto di stabilità, ricordiamo che grazie al nostro lavoro negli anni scorsi, per la prima volta nella storia, durante la pandemia, abbiamo ottenuto un risultato straordinario. Mentre voi rincorre vate i no-vax, i no-mask, i no-pass, noi abbiamo sospeso temporaneamente l'applicazione del Patto di stabilità e crescita e l'abbiamo fatto per consentire agli Stati di poter investire, intervenire nel sostegno alle proprie comunità, aiutare a difendere la vita e la salute dei nostri cittadini  e abbiamo aperto una breccia, abbiamo aperto un varco a livello europeo. Ora occorre continuare a lavorare, dovete continuare a lavorare in quella direzione, perché queste regole che sono obsolete vanno cambiate e possiamo, oggi, cambiarle definitivamente. Vi invitiamo, allora a promuovere, durante il negoziato, l'approccio innovativo messo in campo con il Next Generation EU e il PNRR, per puntare ad approcci individuali dei singoli Stati, che consentano di portare avanti crescita sostenibile, oltre che stabilità finanziaria. Ma siccome abbiamo letto, anche nel suo intervento, nella sua relazione, un passaggio sull'utilizzo dei fondi europei, noi vi diffidiamo, proprio da questo punto di vista, dal fare passi indietro sul PNRR. Il Next Generation EU, il più grande piano di sostegno pubblico europeo mai realizzato finora non è arrivato per caso. Se oggi esiste questo Piano è grazie al ruolo determinante delle forze democratiche e progressiste, in Italia e a Bruxelles, e lo ricordiamo agli italiani, lo ricordiamo a tutti quanti noi in quest'Aula: se fosse stato per voi, oggi il PNRR non sarebbe neppure esistito e non è una chiacchiera. Il 15 luglio 2020, in quest'Aula, voi avete votato contro il mandato al governo a negoziare il Next Generation EU e la costruzione di un Recovery Plan nazionale. Era il 15 luglio 2020. Questa è la verità. E siccome oggi continuate a dare segnali poco chiari al riguardo e parlate di voler riscrivere il Piano, vi ricordiamo e vi chiediamo una cosa con grande nettezza: queste risorse vanno difese, rispettate e utilizzate. Il PNRR è patrimonio dell'intero Paese, non è nella disponibilità di un singolo Governo o di una singola forza politica. Avete il dovere di attuarlo, questo Piano, non di insabbiarlo o bloccarlo, né tantomeno di aprire polemiche inutili, sterili e controproducenti, come è stato fatto nelle scorse ore, col Commissario Paolo Gentiloni, cui ribadiamo il nostro sostegno e la nostra vicinanza!

Avete il dovere, poi, di non disperdere altri risultati ottenuti in questi anni, come i risultati ottenuti nel campo del lavoro. Come vi ricorderete, abbiamo messo in campo uno strumento di sostegno e di difesa dell'occupazione, il programma SURE, un programma importante per dare risorse per gli ammortizzatori sociali e finanziato con risorse europee. È necessario difendere l'occupazione, ma è necessario al tempo stesso difendere il lavoro nella sua dignità e dobbiamo farlo, vi invitiamo a farlo in Italia, lo diciamo con spirito collaborativo, sulla scia delle più recenti norme europee approvate. Come è già stato ricordato durante il question time la scorsa settimana anche dalla segretaria Schlein, vi ribadiamo un messaggio e un invito chiaro: è giunto il tempo di attuare nel nostro Paese le previsioni sul salario minimo.

È una norma questa, sono norme di civiltà e di dignità, che devono essere attuate e introdotte nel nostro Paese per far avanzare l'Italia, per porre fine allo sfruttamento del mondo del lavoro, per porre fine al disastro di oltre 3 milioni di lavoratori poveri. Non è uno specchietto per le allodole, il salario minimo è uno strumento di civiltà e di dignità, che va attuato subito nel nostro Paese!

L'obiettivo che dovrebbe perseguire, a partire dal prossimo vertice, è quello di rafforzare, non indebolire l'Europa, rafforzarne l'autonomia strategica, economica e industriale, accelerando e non tornando indietro sulla transizione digitale ed energetica e rafforzare sempre più il ruolo dell'Unione quale attore internazionale, a partire dalla drammatica emergenza in Ucraina. Il 24 febbraio 2022 è cambiato il corso della storia: Putin ha deciso di avviare un'aggressione grave, ingiustificata e illegittima ad un Paese sovrano. La nostra condanna è stata chiara fin dall'inizio, senza equidistanza o ambiguità, e lo diciamo a chi, anche tra le vostre fila, in questi mesi ha manifestato posizioni equivoche o, addirittura, filo-putiniane. Noi non abbiamo mai avuto incertezze, siamo stati da subito e continuiamo ad essere dalla parte dell'Ucraina, dalla parte della libertà e dalla parte di quei diritti fondamentali, che sono l'essenza stessa della nostra integrazione europea. Lo diciamo con forza e lo ribadiamo anche in questa occasione.

Peraltro, le immagini che ci continuano ad arrivare dall'Ucraina sono atroci. Non siamo in presenza neppure di operazioni militari, ma di vere e proprie azioni criminali, che richiedono una risposta forte della comunità internazionale. E non è un caso che la Corte penale de L'Aja abbia emesso un mandato d'arresto nei confronti del Presidente russo Putin nelle scorse ore. Noi vi chiediamo, allora, di continuare a sostenere, come fatto finora, con tutte le forme di assistenza necessaria, il popolo ucraino, nel quadro degli impegni assunti a livello internazionale. Certo, rafforzando, com'è doveroso, gli sforzi per una più decisa azione diplomatica di pace, che ancora è mancata finora e sulla quale dobbiamo lavorare con forza, con la consapevolezza, però, che, senza il sostegno dato finora, l'Ucraina oggi non esisterebbe più come Stato libero e sovrano, con la consapevolezza che questo sostegno era e rimane ancora oggi, dunque, la premessa necessaria per pretendere ed ottenere un cessate il fuoco immediato che consenta di avanzare verso una soluzione diplomatica per una pace giusta, nella prospettiva di una nuova Conferenza di Helsinki, come ricordato anche dal Presidente della Repubblica, Mattarella.

Ovviamente questo va fatto a livello europeo, creando condizioni di confronto costruttivo con i nostri partner. Avevamo in mente, nei mesi scorsi, le immagini dell'ex Premier Draghi, con Macron e Scholz, insieme, in treno, verso Kiev. Con dispiacere prendiamo atto che si trattava, purtroppo, di un'altra epoca. In questi mesi, signor Presidente, è aumentato, purtroppo, visibilmente il nostro isolamento: dovete scegliere le alleanze giuste, altrimenti saremo condannati all'irrilevanza politica in Europa. Questo è il tema.

E rafforzare l'Europa vuol dire, infine, porre rimedio anche all'incapacità con cui finora l'Unione ha affrontato il fenomeno dell'immigrazione. È evidente che in questo settore le politiche nazionali sono del tutto inadeguate ed inefficaci, ve ne state rendendo conto anche voi in queste settimane e, giustamente, state chiedendo uno sforzo maggiore a livello europeo. Siete voi, però, che, per anni, avete detto che era necessario fare da soli, siete voi che avete detto che era necessario alzare muri, che era necessario fare i blocchi navali e chiudere i porti per risolvere il problema. Vi state rendendo conto che era demagogia e propaganda e che, invece, è necessario uno sforzo corale e collettivo, bisogna andare in quella direzione, verso un'assunzione di responsabilità politica europea. Nel frattempo, però, le soluzioni europee non saranno agevolate dalla strada che avete intrapreso in Italia.

Le misure che avete assunto finora, a nostro avviso, ma i fatti sono inequivocabili, sono anzitutto inefficaci: gli sbarchi sono triplicati e i rischi di tragedie, purtroppo, sempre più elevati. Ma queste misure sono anche assolutamente illegittime e disumane e su questo vorremmo essere chiari. La soppressione della protezione speciale, anche se l'allontanamento comporta una violazione del rispetto della vita privata e familiare, è una scelta per noi gravissima, che va contrastata, perché rende invisibili decine di migliaia di migranti nei nostri territori e lede i diritti fondamentali tutelati dalla Convenzione europea e dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione. Non è questa la soluzione. Così come non è la soluzione dichiarare guerra alle ONG che salvano vite umane nel Mediterraneo, lasciandole circumnavigare per giorni l'Italia con naufraghi a bordo. Non è questa la soluzione, semmai in attesa non di un porto sicuro, ma di un porto situato in un comune di un colore politico diverso dal vostro. Questo per noi è inaccettabile. I responsabili da colpire e contrastare sono gli scafisti e le reti di trafficanti di esseri umani, non chi salva le vite umane in mare, nel Mediterraneo. Continuate ad avere atteggiamenti forti con i deboli e deboli con i forti.

Del resto, quello che è accaduto nei giorni scorsi ha segnato un punto di non ritorno. Le immagini del naufragio di Cutro sono devastanti, sono devastanti per tutti. Ancor più sconvolgente è stata per noi, però, la vostra reazione: colpevolizzare chi parte e fugge da guerre, violenze o persecuzione, non avere neppure la sensibilità di rendere omaggio alle bare delle vittime è un atteggiamento inaccettabile che peserà sulle vostre coscienze, oltre che sulla vostra credibilità politica (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non è con i blocchi navali, quindi, più o meno espliciti, che si affronta la questione delle migrazioni: è necessario aprire canali umanitari per l'ingresso legale e regolare di flussi di migranti in Europa ed è necessario istituire una vera e propria, finalmente, operazione di salvataggio europea. È giunto il tempo di realizzare una Mare nostrum europea, questo è quello che dovreste fare. Così come è giunto il tempo di superare il regolamento di Dublino, quel regolamento però che, per anni, insieme ai vostri colleghi di Visegrád, avete bloccato nei tentativi di riforma a Bruxelles. Speriamo che oggi abbiate cambiato idea e possiate lavorare per portare avanti questa riforma.

Da qui, allora, dobbiamo partire - è l'invito che vi facciamo - per costruire l'Europa del futuro. L'Europa nasce grazie allo slancio pionieristico dei padri fondatori, che seppero mettere da parte le ostilità della guerra porre, fine ai guasti del nazionalismo, dandoci un progetto capace di coniugare pace, democrazia, diritti, sviluppo e uguaglianza. Sono le parole di un grande uomo, di un grande democratico, David Sassoli, il cui pensiero e le cui azioni per noi sono fonte di ispirazione politica e ideale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Evitiamo che nuovi egoismi affiorino in ambito comunitario. Non si tratta di cedere sovranità, ma di costruire una nuova sovranità europea. L'Europa rappresenta una grande opportunità, non è la causa, ma è la risposta più forte possibile ai problemi globali delle nostre comunità. Sostenere e difendere l'Europa vuol dire sostenere il nostro Paese e difendere il nostro futuro.