Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 23 Giugno, 2021
Nome: 
Piero De Luca

Grazie, signor Presidente. Il prossimo Consiglio europeo affronterà questioni di grande rilevanza e sensibilità. I leader esamineranno innanzitutto l'attuale situazione epidemiologica. Questa drammatica pandemia ha mostrato le fragilità e le debolezze degli Stati nazionali, se agiscono da soli; in futuro allora abbiamo il dovere di rafforzare e migliorare il coordinamento in materia sanitaria, costruendo una vera e propria Europa della salute. In questo quadro, abbiamo degli obiettivi prioritari e importanti da perseguire già nelle prossime settimane, innanzitutto, rafforzare la strategia europea per i vaccini, continuando a pretendere serietà e rispetto dei contratti da parte delle case farmaceutiche - come lei ha fatto, signor Presidente - ribadendo con forza, come ha fatto ancora oggi, stamattina, in quest'Aula, un messaggio chiaro a chi nutre ancora dubbi o fa speculazioni: Vacciniamoci tutti! Vacciniamoci tutti! Il vaccino è l'unica arma che abbiamo per sconfiggere il virus, per difendere la salute e la vita dei nostri cari e per far ripartire l'economia e assicurare la tenuta sociale delle nostre comunità! In questa prospettiva, invitiamo il Governo, allora, a portare avanti anche un'altra battaglia decisiva, quella per la solidarietà internazionale e per garantire a tutti, nell'attuale fase di emergenza, vaccini gratuiti, sicuri ed efficaci. La ringraziamo per la sensibilità manifestata sul tema, signor Presidente: noi siamo al suo fianco e per le ragioni anche extrapolitiche e istituzionali da lei richiamate, continuiamo, come Democratici, a sostenere con forza, in sede europea e internazionale, la sospensione transitoria dei diritti di brevetto e comunque la cessione delle licenze di produzione. È una battaglia di civiltà e di equità necessaria per aumentare al massimo la capacità di produzione e distribuzione dei vaccini. Il Consiglio si occuperà poi di azione esterna: al riguardo, noi riteniamo assolutamente necessario consolidare il ruolo dell'Unione, quale attore internazionale sempre più autorevole e, in questa prospettiva, è indispensabile in particolare accrescere gli sforzi per la stabilizzazione della Libia, ma è necessario anche - come lei ricordava - confermare l'interesse a un'interlocuzione strategica con la Turchia, sollecitando però, con la franchezza che lei richiamava, la fine delle sempre più ricorrenti violazioni dei diritti civili e politici fondamentali e chiedendo con forza alla Turchia un segnale importante. Rientri nella Convenzione di Istanbul, la prima convenzione internazionale per il contrasto e la prevenzione della violenza contro le donne! Questo è un segnale decisivo che noi dobbiamo chiedere alla Turchia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Il Consiglio si occuperà poi anche di immigrazione, proprio grazie alla richiesta dell'Italia. Come sappiamo, l'Unione non ha fornito finora, negli anni, risposte all'altezza delle sfide in questo settore. L'Italia invece ha dato - lo ricordiamo con orgoglio - lezioni di civiltà al mondo intero, sin da quando, dopo l'atroce naufragio di Lampedusa, il 3 ottobre 2013, decise di istituire da sola l'operazione Mare Nostrum, di cui andiamo fieri ancora oggi. Come ha ricordato il Presidente Mattarella, nella giornata mondiale del rifugiato, la protezione della vita umana, l'accoglienza dei più vulnerabili sono impegni cui la Repubblica italiana non si è mai sottratta, ripeto: mai. Dobbiamo partire da questa consapevolezza per ottenere, però, che gli egoismi nazionali siano definitivamente superati in Europa e che nessun Paese sia lasciato solo. La volontà sostenuta dal suo Governo, dal nostro Governo, di inserire le politiche migratorie nell'ambito dell'azione esterna europea può essere un punto di svolta decisivo. È giunto il tempo di definire allora, anche in questo settore, un Next Generation EU anche per le politiche migratorie, un nuovo patto sull'immigrazione e l'asilo, fondato su equa condivisione delle responsabilità, umanità, accoglienza e sicurezza. Questi sono i cardini della politica del futuro in questo settore. In questo quadro, è necessario rafforzare innanzitutto allora le politiche di vicinato per la cooperazione e il sostegno allo sviluppo dei Paesi di origine e transito, soprattutto nel continente africano. Poi è indispensabile battersi da subito per un obiettivo prioritario. Come lei ricordava, dobbiamo evitare ulteriori vittime innocenti nel Mediterraneo, combattere le reti criminali di trafficanti di esseri umani e porre fine a pericolosi viaggi della speranza. E abbiamo guardato una sola strada da percorrere al riguardo, davanti a noi: aprire dei corridoi umanitari per l'ingresso regolare di flussi di migranti in Europa, in modo da assicurare una gestione controllata e legale delle partenze nel Mediterraneo verso il nostro continente.

È necessario, infine, portare a termine un'ultima battaglia politica, difficile ma non impossibile per lei e per il nostro Governo: superare il Regolamento di Dublino. Questa è la madre di tutte le riforme in materia. È un obiettivo decisivo per stabilire un meccanismo permanente di redistribuzione automatica obbligatoria dei richiedenti asilo e dei migranti che giungono dagli Stati di frontiera, accompagnata dai rimpatri comunitari di coloro che non hanno diritto alla protezione internazionale.

Il tema ulteriore all'ordine del giorno, poi, è quello del Next Generation EU. Per me, oggi, e per noi è motivo di grande soddisfazione commentare e salutare in Aula l'approvazione, da parte della Commissione europea, del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che conferma la bontà del documento inviato dal nostro Paese a Bruxelles e del lavoro svolto dall'Italia. Il via libera al Recovery Plan italiano, sancito simbolicamente anche dalla presenza a Roma della Presidente von der Lyen, ieri, è un momento storico di cui essere assolutamente orgogliosi come italiani, che merita di essere celebrato e valorizzato in pieno. Grazie, da questo punto di vista, al Governo, grazie soprattutto a lei, signor Presidente, per aver contribuito in modo decisivo ad ottenere questo risultato con la sua autorevolezza internazionale, ma anche con l'orientamento chiaramente europeista impresso all'Esecutivo sin dal suo insediamento.

È doveroso ringraziare, però, anche tutti i colleghi che hanno lavorato in Parlamento, in quest'Aula, fornendo linee guida al Governo perché l'Italia trasmettesse a Bruxelles, nei tempi previsti, un piano credibile ed efficace. Toccherà a noi verificare la corretta attuazione e implementazione dello stesso nei prossimi mesi e nei prossimi anni.

Certo, come Democratici, rivendichiamo con particolare forza questo risultato, ce lo lasci dire. Nei mesi scorsi è accaduto qualcosa di straordinario in Europa: in risposta all'emergenza, l'Unione ha adottato misure inedite e rivoluzionarie, fortemente espansive, e questo grazie all'impegno decisivo in particolare dei Democratici e Progressisti. Nei mesi scorsi, grazie al nostro lavoro, si è voltata pagina rispetto all'austerità degli anni passati, si è approvato un programma di investimenti da 750 miliardi per la ricostruzione dell'Unione dopo la pandemia, che si aggiunge a un bilancio pluriennale da più di 1000 miliardi di euro. Per la prima volta nella storia, grazie alla nostra determinazione, nei mesi scorsi è stata prevista l'emissione di 750 miliardi di euro di eurobond, nonostante l'opposizione a Bruxelles dei sovranisti italiani ed europei. E soprattutto, per la prima volta nella storia, nei mesi scorsi è stata definita in modo vincolante la condizionalità dello Stato di diritto, per noi importantissima e decisiva, e abbiamo detto “no” alla distribuzione di risorse europee a chi viola diritti, valori e libertà fondamentali che costituiscono l'essenza dell'integrazione europea. Per noi è un risultato estremamente importante.

E allo stesso modo, grazie al ruolo determinante dei Democratici in Italia e in Europa, il nostro Paese è diventato il primo beneficiario del programma, con 209 miliardi di euro, disponendo così di risorse mai viste dal dopoguerra ad oggi, per ricostruire le nostre comunità e avviare una stagione di interventi straordinari nella sostenibilità ambientale, nella transizione digitale, nella coesione sociale e territoriale, così come nelle politiche di sostegno alle donne, ai giovani e al Mezzogiorno. Per questo riteniamo doveroso riconoscere anche il merito del lavoro svolto dal precedente Governo e, al suo interno, dagli ex Ministri Gualtieri e Amendola, (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), ex Ministro e sottosegretario Amendola, che ieri a Lussemburgo ha portato alta la bandiera dell'Italia, anche opponendosi alla legge ungherese palesemente discriminatoria. Grazie per il lavoro che state facendo a livello internazionale sui tavoli di Bruxelles (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ed è doveroso ringraziare, ancora oggi più che mai, per quanto fatto a Bruxelles, il commissario Paolo Gentiloni e il Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, che hanno avuto un ruolo di impulso decisivo in questi mesi. È da qui che dobbiamo ripartire per ricostruire e disegnare l'Italia e l'Unione del futuro.

A chi ancora, nelle scorse ore, ha attaccato il Parlamento europeo, proponendo il ritorno ad un'Europa dei Governi, ad un'Europa delle barriere, ad un'Europa medievale delle piccole patrie, ribadiamo con forza che noi democratici siamo dall'altra parte della storia. Ci perdonerete, cari colleghi, ma tra Orban e Sassoli noi non abbiamo dubbi su quale indirizzo e linea politica seguire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E lo diciamo soprattutto a chi pensa di creare con Orban nuovi partiti nazionalisti in Europa: non portate indietro le lancette del tempo nel nostro continente. Noi Democratici abbiamo un'idea diversa, vogliamo rafforzare e non indebolire le competenze del Parlamento europeo e di tutti i Parlamenti nazionali. Noi siamo per costruire un'Europa dei cittadini, della democrazia, della solidarietà, un'Europa sociale dei valori, dei diritti e delle libertà fondamentali.

Noi siamo per un'Europa e un'Unione che modifichi il Patto di stabilità, renda strutturale il programma SURE e il programma Next Generation EU; siamo per un'Europa dell'equità, che ponga fine ai paradisi fiscali ed elimini l'inaccettabile dumping di troppe aziende sulla scia dell'accordo raggiunto all'ultimo G7 su un'aliquota minima globale per la tassazione delle multinazionali. Ecco la nostra idea di Europa e riteniamo che ci siano oggi tutte le condizioni per realizzarla. Ricordava Schuman, nel suo celebre discorso, che l'Europa non si farà d'un tratto, ma sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto.

Ebbene, la risposta alla pandemia da parte dell'Unione ha consolidato la solidarietà europea e ha fatto acquisire la comune consapevolezza dell'importanza decisiva dell'Unione per proteggere al meglio le nostre comunità. L'Italia è e continuerà ad essere sempre più il pilastro fondante dell'Europa. L'Europa è e continuerà ad essere sempre più la nostra casa comune. Lo ricordiamo a tutti: sostenere e difendere l'Europa vuol dire sostenere gli interessi del nostro Paese, come lei ha ricordato, e difendere il futuro dei nostri cittadini. Siamo convinti che ci riusciremo. Saremo al suo fianco e al vostro fianco in questa sfida e in questa battaglia decisiva per il nostro futuro. Grazie, signor Presidente.