Grazie, Presidente. Vorrei dire alla Presidente Meloni che l'ho ascoltata con attenzione durante il suo intervento. Devo dire che per il 90 per cento del tempo ho sentito solo critiche, anche molto dure, nei confronti dell'Unione europea. Si è sbilanciata in chiave positiva solamente quando ha detto che non ci sono state guerre negli ultimi 70 anni, che va benissimo, ma mi sembra una lettura un po' parziale. Cioè mi sembra che ci sia la volontà, da parte della Presidente Meloni, di rappresentare in Italia l'Unione europea come ancora peggio che un male necessario, cioè sostanzialmente come un soggetto da cui difendersi, che non è in grado di agire, che non fa nulla di positivo, che detta solamente regole a volte incomprensibili, insomma qualcosa che non va bene. Ecco, guardate, io mi preoccupo quando sento una cosa del genere, perché penso che l'Italia, da questo atteggiamento della propria Presidente del Consiglio, non possa che avere conseguenze negative. Questo non può che portarci a essere emarginati in Europa e nelle dinamiche europee: lo vedremo da subito, nei prossimi giorni, sulla composizione delle cariche più importanti; ma poi rischiamo di vederlo anche nei mesi e negli anni successivi.
D'altronde, mi rendo conto di un tema, di una difficoltà, di un imbarazzo che, necessariamente, non può non avere la Presidenza del Consiglio, e cioè se si fa del tema del nazionalismo, della Nazione - come piace chiamarla - e del sovranismo gli elementi centrali della propria politica, evidentemente questi due elementi sono antitetici rispetto all'Europa . Nazionalismo e sovranismo sono non i sinonimi, ma i contrari d'Europa, e qui sta il grande pericolo che noi corriamo. Dopodiché, se ci pensiamo un attimo, purtroppo, quello che dice la Presidente è coerente con la propria storia, e non solo per questa impostazione di fondo, ma perché negli ultimi 10 anni la Presidente del Consiglio ci ha spiegato: prima che sarebbe stato meglio che l'Italia rimanesse fuori dall'euro; poi, che l'Unione europea è una banda di usurai (2015); poi ha elogiato i cittadini della Gran Bretagna che hanno votato Brexit (2016); e, in tempi ancora più recenti, solo qualche anno fa, ci spiegava che voleva togliere i riferimenti all'Unione europea in Costituzione. Questa è la rappresentanza dell'Italia in Europa.
Allora io vorrei capire dalla Presidente, per esempio, se quando dice che l'Europa non fa abbastanza o non è in grado di agire in maniera consistente, per esempio, sta pensando anche di rivedere la propria posizione sul tema del diritto di veto. Cioè, è stata richiamata all'ordine prima dalla Lega, che le ha detto: Presidente, è chiaro che manteniamo il diritto di veto. Io questo vorrei saperlo, perché è molto rilevante per quello che l'Europa potrà fare. E lo è anche per un partito naturalmente europeista, come il PD, che si è sempre battuto ovviamente, certo anche per segnalare i difetti e per fare critiche, ma sempre in chiave positiva, come quando si riprende un figlio e gli si dice: guarda che così non va bene, però hai le potenzialità, hai la forza, fallo impegnati. No, quelle critiche sono, invece, critiche tutte completamente distruttive e negative. Io, sinceramente, penso che non abbiamo niente da imparare, mentre, invece, qualcuno che sta su quei banchi del Governo e anche in parte di questo emiciclo avrebbe molto da imparare.
Poi si è molto soffermata, come spesso capita, sul tema dell'immigrazione. Su questo, guardate, fatemi rispondere subito anche all'onorevole Rampelli che è appena intervenuto, perché anche la Presidente del Consiglio negli scorsi giorni si è spesa, insieme al Ministro dell'Interno, per spiegarci quanto si sono ridotti gli arrivi nell'ultimo anno, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Però volevo dirvi una cosa: l'anno precedente governavate sempre voi, e se noi prendiamo i dati degli arrivi degli sbarchi via mare a oggi rispetto non all'anno precedente, che è stato un record degli ultimi anni, ma rispetto all'anno precedente ancora, e cioè quando ancora c'era il Governo Draghi, i dati sono esattamente gli stessi. Presidente, sono i numeri e sono lì, se vuole glieli dico aggiornati oggi. Sono sostanzialmente gli stessi, cioè sono gli stessi numeri di quel Governo e di quel Presidente del Consiglio e di quel Ministro dell'Interno - allora Luciana Lamorgese - che proprio la Presidente del Consiglio non è che critica, ma attaccava proprio in maniera devastante ogni giorno per quei numeri. Allora, se questo è vero, dovrebbe attaccare se stessa, oppure dovrebbe fare un'altra riflessione, che è una questione di fondo: le partenze e gli arrivi, e cioè le ragioni che spingono la gente a partire dalla propria casa, abbandonare la propria vita, la propria famiglia, i propri affetti, a rischiare la vita in mezzo al deserto e in mezzo al mare sono immensamente più forti di quattro regolette che può mettere un Governo piuttosto che un altro. Dovete acquisire questo tema perché, altrimenti, dovreste dire che avete fallito l'anno scorso. Invece, guardate, non è neanche così, sono movimenti talmente forti che bisogna cercare di gestirli. Poi io sono assolutamente d'accordo quando si dice di combattere gli scafisti, di combattere i nuovi schiavisti - e ci mancherebbe anche altro, vorrei aggiungere - ma guardate, non si fa in questo modo, perché poi, tra l'altro, le dinamiche politiche, soprattutto del Nordafrica, cambiano talmente velocemente che un anno c'è un accordo e l'anno dopo non tiene e ricominciano gli sbarchi, e se c'è bel tempo gli sbarchi sono più alti.
Il tema è: quando si ragiona in termini di irregolarità, cioè “no agli arrivi irregolari “- ragioniamo su questa cosa - chi è che definisce se uno è irregolare o è regolare? Lo definisce la politica, in questo caso nazionale, cioè in questo caso lo definisce lei. Se io stringo i criteri ci saranno più irregolari, se io li allargo ci saranno meno irregolari. Cosa avete fatto voi in questi anni?
Voi vi siete nascosti dietro il nome Cutro per fare un decreto vergognoso, che ha tolto delle condizioni di regolarità - la protezione speciale - e con altri provvedimenti avete reso impossibile la vita ai migranti in Italia. Parlate tanto di diritti, l'Europa giustamente pone il tema di un'immigrazione e politiche migratorie sicure e giuste. Perfetto, ci avete spiegato che ci sono tanti minori stranieri non accompagnati e, invece di costruire le condizioni per accoglierli in maniera degna, avete detto: va bene, questi li possiamo mettere dentro i centri per gli adulti. Complimenti. Peccato che persino l'Unione europea non permette una cosa del genere, questa è la vostra politica. Voi provate a usare il tema dell'immigrazione esclusivamente a fini elettorali, non avete minimamente l'obiettivo di governare questi processi. A me ha fatto piacere che la Presidente abbia richiamato in quest'Aula quello che è accaduto negli scorsi giorni, nel momento in cui ha commemorato la memoria di Satnam Singh, quel migrante che è stato ucciso - possiamo dirlo, sostanzialmente - nelle campagne di Latina. Mi fa un pochino più effetto - scuserete, diciamo così, la mia pronuncia romanesca - che la Presidente del Consiglio si sia dovuta rivolgere ai suoi Vicepresidenti che aveva di fianco dicendo “Ragà, arzateve pure voi, però”, perché, sinceramente, un po'di sensibilità in più, forse, ci potrebbe essere da parte di chi dovrebbe governare questo Paese e rappresentarlo all'esterno. Altrimenti, ve lo dico, c'è l'impressione che sia tutto molto costruito, ma di sostanza ce ne sia poca.
Poi mi permetta, Presidente, di chiudere con un altro riferimento, ovviamente ricollegandomi a una cosa che ha detto lei, Presidente. Lei, riferendosi all'Europa - e parlandone sempre malissimo, come se fosse una cosa che non è di nostro interesse - ha detto: gli agricoltori e le imprese vengono colpiti da norme ideologiche dell'Unione Europea. Ecco, allora io vorrei - forse non lo sa, questo può darsi tranquillamente che non lo sappia – dire, però, alla Presidente del Consiglio che c'è un emendamento governativo al DDL Sicurezza che sta per ammazzare…
…radicalmente tutta la filiera produttiva, agricola, di commercio della canapa industriale. Gliela consegno come cosa. Ieri sono venuti alla Camera i produttori e gli agricoltori -compresa Coldiretti - a dire che questa cosa è molto pericolosa, perché ammazza un mercato di 10.000 e passa operatori e 3.000 imprese. Io glielo segnalo, perché non vorrei che la figura che lei vorrebbe attribuire all'Europa, la faccia esattamente lei a spese - come al solito - delle italiane e degli italiani