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Grazie, signor Presidente. Il prossimo Consiglio europeo è chiamato a prendere decisioni fondamentali in un momento di grande tensione internazionale. Si occuperà, anzitutto, della situazione in Medio Oriente e, al riguardo, mi lasci esprimere, a nome del nostro gruppo, del Partito Democratico, in quest'Aula, piena vicinanza e solidarietà ai nostri militari, ai militari del contingente in Libano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), ringraziandoli per il loro impegno nella regione. L'attacco israeliano contro le basi UNIFIL è stato un atto inaccettabile, una grave violazione del diritto internazionale umanitario. Sono evidenti le violazioni della risoluzione 1701 da parte di Hezbollah, i cui attacchi vanno condannati con forza e fermati anche chiedendo la consegna delle armi a UNIFIL, ma non si combattono calpestando, a propria volta, la risoluzione ONU o sparando ai militari impegnati in operazioni di pace nell'area.
Lo stesso vale per Gaza. A un anno di distanza ribadiamo, ancora una volta, la ferma condanna rispetto al brutale attacco terroristico compiuto da Hamas. È stata una barbarie e diciamo chiaramente che Israele ha diritto ad esistere e a difendersi, dobbiamo dirlo e ribadirlo con forza. Al tempo stesso, ricordiamo, però, che questo diritto va esercitato nel rispetto delle norme e delle convenzioni internazionali e ciò che sta accadendo a Gaza è un massacro intollerabile, che va oltre il legittimo esercizio della difesa. È ora di dire basta alla violenza a Gaza, basta aggiungere vittime innocenti palestinesi alle vittime innocenti israeliane. È ora di lavorare per un immediato cessate il fuoco, per la liberazione incondizionata degli ostaggi e il rilancio del processo di pace, sostenendo gli appelli all'embargo di armi a Israele ed adoperandosi per il riconoscimento dello Stato di Palestina, verso una soluzione politica dei “due popoli e due Stati”.
Un altro tema fondamentale sarà quello legato al conflitto in Ucraina. Permettetemi di rivolgere, ancora una volta, la nostra piena solidarietà e vicinanza alla popolazione colpita: siamo al vostro fianco. L'aggressione della Russia è grave ed ingiustificata, mette a rischio la sovranità del Paese, dell'Ucraina, ma anche i valori fondanti dell'Europa e dell'intera comunità internazionale. Vi chiediamo di confermare in Consiglio gli impegni assunti finora per sostenere l'Ucraina e continuare a farlo con tutte le forme di assistenza necessaria. È fondamentale, però, che l'Europa avvii anche uno sforzo negoziale maggiore rispetto a quanto fatto finora per una soluzione diplomatica di pace, per una pace giusta e sicura. Ci preoccupano, però, signora Presidente, tuttavia, le posizioni ambigue di alcuni suoi colleghi di Governo e i veti agli aiuti posti da Paesi come l'Ungheria. Mostrare simpatie filo-putiniane come fa Salvini o stendere tappeti rossi a chi, come Orbán, indebolisce ogni giorno il sostegno all'Ucraina non avvicina la pace, ma la allontana irrimediabilmente e rende complici del fallimento di una soluzione diplomatica del conflitto.
Un altro argomento di confronto sarà la gestione, poi, dei flussi migratori. Dopo anni di slogan, tra porti chiusi e blocchi navali, avete dovuto fare i conti con la realtà di un fenomeno epocale che richiede soluzioni strutturali, soluzioni che, però, finora non avete ottenuto in Europa. E sapete perché? Perché chi si oppone a maggiore solidarietà, chi si oppone a meccanismi comuni di redistribuzione, chi si oppone a canali umanitari, a una Mare Nostrum europea sono proprio i vostri alleati sovranisti. Dovete convincere anzitutto loro e non ci siete riusciti finora, questa è la verità.
E non se ne esca, signora Presidente, con l'accordo con l'Albania, la prego. Quell'intesa, dal nostro punto di vista, è il simbolo del fallimento, in Europa e in Italia, delle vostre politiche migratorie. L'accordo è, innanzitutto, disumano perché viola diritti fondamentali. È un accordo inutile, perché riguarderebbe un numero massimo di 36.000 persone all'anno - se i numeri non ci tradiscono - a fronte di 160.000 arrivi registrati solo nel 2023. Ma questo accordo è anche inefficace, perché la Corte di giustizia ha da poco smontato l'impianto sui “Paesi sicuri” su cui si fonda questo stesso accordo: per cui, nonostante i proclami, sarete costretti a fermarvi a breve.
A queste criticità se ne aggiunge, però, un'altra non da poco conto, legata ai costi esorbitanti di questa operazione, che gravano sulle famiglie italiane. Per essere chiari, signora Presidente, con le risorse che impiegate o dovreste impiegare in questa operazione, voi state compiendo il più clamoroso danno erariale che la storia del Paese ricordi. Uno spreco di risorse pubbliche drammatico: 1 miliardo di euro sottratto a sanità, scuola e politiche sociali per piantare una bandierina ideologica e propagandistica che non risolverà nessun problema. Questa è la verità, purtroppo.
Il Consiglio discuterà poi di competitività e governance economica. Mi fa piacere aver ascoltato da lei, nel discorso che abbiamo anche letto dopo essere stato depositato qui alla Camera, che bisogna costruire un'Europa come comunità politica e attore internazionale. Condividiamo in pieno e apprezziamo questa inversione a “U” rispetto ai proclami degli anni passati, perché queste dichiarazioni contraddicono anni di battaglie fatte per indebolire l'Europa. Anni di battaglie e il lavoro di questi mesi, fatto di alleanze e azioni sbagliate - dal nostro punto di vista - come la mancata ratifica della riforma del MES, hanno ridotto l'Italia all'irrilevanza e all'isolamento a livello europeo.
E i risultati, guardate, li abbiamo visti, perché avete accettato un negoziato al ribasso sul Patto di stabilità, come ha dichiarato lo stesso Ministro Giorgetti, non noi. Un negoziato al ribasso che ci costerà 13 miliardi l'anno, che pesano nel Piano strutturale di bilancio depositato qualche giorno fa alla Camera. In questo Piano vengono smentiti i proclami fatti negli anni: l'abbassamento delle tasse; il fatto che il Governo non avreste mai messo le mani nelle tasche degli italiani; le pensioni; l'abolizione della Fornero, l'esatto contrario di quello che avete detto per anni. Colpisce, peraltro, il tentativo di mistificazione della realtà. Guardate, Presidente, lo avete scritto nel Piano e lo sta ripetendo da giorni il Ministro Giorgetti; la vostra ricetta economica per i prossimi anni si condensa in tre parole: tagli, tasse e sacrifici per le famiglie. Questa è la realtà ed una delle ragioni è da ricercare proprio nell'incapacità di mettere a frutto il PNRR: questo oggetto che continuate ad affrontare come un peso più che come un'opportunità e che è a disposizione dell'Italia non per una casualità, non perché era dovuto, ma perché l'abbiamo ottenuto, avendo costruito il Next Generation in Europa. Allora, circa questo Next Generation EU, che voi non avete mai votato, né in Italia né in Europa, ci permetta di ricordarle che noi siamo orgogliosi di averlo costruito, come democratici e progressisti. Siamo orgogliosi di aver ottenuto grazie alla lucidità e alla capacità di figure come Paolo Gentiloni e David Sassoli, senza il cui impegno il Next Generation non ci sarebbe stato. Se fosse stato per voi non avremmo ottenuto questo strumento rivoluzionario: è la verità, mi dispiace. Non avete mai votato, né qui né in Europa, a favore del Next Generation, Presidente. Oggi questo Piano è diventato il “Piano nazionale dei ritardi e dei rinvii”.
Guardate, dopo lo slittamento dei 7 miliardi e mezzo della quinta rata, il 30 giugno c'erano da spendere ancora 140 miliardi di euro. Ben il 60 per cento delle risorse deve essere messo a terra solo nel 2026 e nel 2024 le uscite si fermano a circa 9 miliardi di euro sui 44 da spendere, cioè, il 20 per cento del budget. Le criticità sono evidenti. Vi chiediamo una “operazione verità” e come pensate di recuperare il tempo perduto. Sarebbe doveroso chiarire anche chi si occuperà del Piano, se Fitto dovesse essere confermato Commissario. Al riguardo, mi lasci ribadire che su questa indicazione noi difenderemo sicuramente l'interesse nazionale e l'interesse dell'Europa. Noi saremo attenti a verificare l'impianto europeista delle linee programmatiche di Fitto, la presa di distanza dai sovranismi nonché l'impegno a rappresentare l'Italia intera e l'Unione, e non il suo partito e il suo Governo.
Noi saremo “rigorosi e responsabili”: ma non è quello a cui abbiamo assistito in passato. Cinque anni fa, l'allora leader di Fratelli d'Italia - mi pare si chiamasse Giorgia Meloni - sulla nomina di Paolo Gentiloni, con grande senso di responsabilità, ha addirittura incitato alla piazza per mostrare il dissenso verso il Governo che chiamava “degli inciuci e delle poltrone”. Altro che responsabilità rispetto alla nomina e all'indicazione Paolo Gentiloni. Allora, mettiamo da parte la propaganda, davvero. Le soluzioni ai problemi del nostro tempo richiedono più integrazione europea.
Bisogna rendere strutturale il Next Generation, creare una capacità fiscale comune, attuare maggiori investimenti condivisi, ridurre le dipendenze strategiche dell'Unione e proseguire l'attuazione del pilastro sociale. Al riguardo, è una buona notizia, anzi, un'ottima notizia, l'approvazione della direttiva sui riders. Recepiamola subito per combattere insieme il caporalato digitale. Approviamola e recepiamola subito anche in Italia. Mettere da parte la propaganda - e mi avvio a conclusione - vuol dire anche smetterla con l'attacco continuo - questo sì ideologico - al Green Deal. Dopo il negazionismo sanitario, risparmiateci il negazionismo climatico. Guai a tornare indietro sugli impegni contro il cambiamento climatico e la transizione ambientale, che è anche l'unico modo per rendere davvero indipendente l'Europa intera e il nostro Paese, aiutando ad abbassare i costi che gravano su famiglie e imprese.
Certo, bisogna chiedere più investimenti europei per sostenere le produzioni, soprattutto nel comparto dell'automotive, anche al fine di evitare rischi sociali, ma con l'obiettivo di cogliere le tante opportunità, anche occupazionali, della riconversione industriale legata al Green Deal. Chiudo - davvero - ricordando che tanto è il lavoro da fare, come indicato nei report - ricordati anche prima - elaborati da Enrico Letta e Mario Draghi, che ringraziamo per lo straordinario lavoro e lo straordinario contributo fornito ai prossimi passi da fare a livello europeo. Perché, perdonateci, noi, tra le idee di Enrico Letta e Mario Draghi e quelle di Orbán e Le Pen, non abbiamo dubbi su quali scegliere per il bene dei nostri cittadini e per il futuro dell'Europa!
Non abbiamo dubbi su quale sia la parte giusta della storia tra europeismo e sovranismo. Abbiamo bisogno di “più Europa” non di “meno Europa”, Presidente, per difendere gli interessi dei nostri cittadini. Questo è il percorso che vi invitiamo a intraprendere, sin dal prossimo Consiglio europeo, nell'interesse dell'Italia e nell'interesse dell'Europa.