Vai al testo della Risoluzione in Aula
Onorevoli colleghe e colleghi, signora Presidente, oggi in quest'Aula, mentre ci confrontiamo in vista del prossimo Consiglio europeo, vorrei che tutti avessimo la consapevolezza che quello che accadrà nei prossimi mesi determinerà l'intero assetto mondiale. La preoccupazione, quindi, è enorme, anche per il saldarsi di nuovi e pericolosi assi internazionali, che mirano a riscrivere la geopolitica e i confini con l'uso della forza e della guerra, colpendo al cuore le istituzioni multilaterali.
Davanti a tutto questo, lei, però, nel suo intervento, oggi, come al solito fa la forte con i deboli e la debole con i forti. Ha fatto un attacco da bulla a Sea Watch. Ha attaccato chi salva le vite in mare, mentre il suo Governo, per legge, rende più difficile salvarle. Occorre ricordarle che la solidarietà non è un crimine. Alza la voce con loro, ma non alza la voce con Netanyahu.
Abbiamo tutti condannato con forza l'attacco di Israele alle basi italiane in Libano e alla missione UNIFIL. Siamo vicini al nostro contingente italiano impegnato nella missione di pace: chi attacca l'ONU attacca il mondo. E non è soltanto inaccettabile, come lei afferma, è un punto di non ritorno nell'attacco sfrontato al multilateralismo e anche all'Italia. E non si capisce se lei pensa di poter fermare Netanyahu con le telefonate, anziché con gli atti concreti. Noi chiediamo al Governo di unirsi agli altri Governi europei che stanno chiedendo l'embargo totale dell'invio di armi ad Israele da parte di tutti i Paesi. E lasci perdere, Presidente, le risposte da funzionario ministeriale. Qui il punto non è cosa fa l'Italia, che pure ha continuato con le forniture delle licenze precedenti anche dopo l'ottobre scorso, ma è chiedere a tutti i Paesi di fermare l'invio di armi ad Israele, e questo non lo state facendo.
E torniamo a chiedervi anche di seguire l'esempio di Spagna, Irlanda e Norvegia nel riconoscere pienamente lo Stato di Palestina come contributo a un percorso di pace che, in questo momento, è totalmente sparito dai radar, di fronte al primo Governo israeliano nella storia che nega apertamente la prospettiva dei “due popoli e due Stati” in convivenza pacifica, che l'Italia ha sempre sostenuto. Torniamo a chiedere uno sforzo politico e diplomatico del Governo italiano e dell'Unione europea per ottenere un immediato cessate il fuoco a Gaza e ora anche in Libano , per ottenere la liberazione incondizionata degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, per un maggiore supporto umanitario ai civili, per la ripresa di un'azione diplomatica e per fermare tutte le parti in conflitto.
Su questo, sentito il suo intervento, è necessario fare una specifica. Noi, l'antisemitismo, lo abbiamo sempre contrastato, a differenza della giovanile del suo partito, ma sia chiaro, sia chiaro che criticare il Governo di estrema destra di Netanyahu, denunciare il massacro in corso di palestinesi, compiendo crimini di guerra in spregio al diritto internazionale, denunciare l'attacco alla missione UNIFIL, condannare le occupazioni illegali, chiedere di sanzionare i Ministri israeliani che armano la violenza dei coloni in Cisgiordania non vuol dire essere antisemiti, né mettere in discussione l'esistenza di Israele! Vuol dire asserire un dato di fatto: che Netanyahu sta allargando il conflitto in una pericolosa escalation regionale, con l'unico obiettivo di preservare il suo destino politico personale e che le sue azioni non solo violano il diritto internazionale, non solo violano ogni diritto dei palestinesi, ma sono le peggiori nemiche della sicurezza di Israele!
È passato un anno dal brutale attacco terroristico di Hamas, che trucidò quasi 1.200 tra civili e militari israeliani, sparando anche su ragazze e ragazzi innocenti che ballavano, sequestrando 250 ostaggi. È trascorso un anno, nel quale la reazione del tutto sproporzionata di Netanyahu ha causato a Gaza oltre 40.000 morti, tra i quali tantissime donne e bambini, con conseguenze umanitarie catastrofiche.
L'altro giorno, nell'ennesimo attacco dell'Esercito israeliano, sono bruciati vivi alcuni bambini, un orrore senza fine. La guerra ha allargato il suo raggio di azione, coinvolgendo l'Iran e il Libano. Abbiamo condannato duramente tutti gli attacchi, anche quelli di Hamas, di Hezbollah, gli attacchi missilistici dell'Iran, il cui regime contestiamo, al fianco delle tante donne iraniane che scendono in piazza al grido di “donna, vita e libertà”. Ma, per ottenere il cessate il fuoco e fermare tutte le parti in conflitto, la politica deve reagire, dalla Russia al Medio Oriente, al Sudan, dove ci sono stati oltre 20.000 morti nell'ultimo anno e mezzo e 10 milioni di sfollati. È in atto un tentativo di riscrivere la geopolitica con l'uso della guerra: non lo accettiamo, perché la guerra non è mai l'unica alternativa.
E questo vale anche per la questione ucraina. Noi ribadiamo, ancora una volta, il nostro sostegno all'autodifesa dell'Ucraina dall'invasione criminale di Putin, ma l'Italia e l'Unione europea devono metterci lo sforzo politico e diplomatico che fin qui è mancato per raggiungere una pace giusta, anche riprendendo l'iniziativa della prima conferenza di pace del giugno scorso per isolare e fermare Putin e perseguire una pace giusta e duratura. Però, anche qui, le chiedo: con quale credibilità il suo Governo può farlo, se i suoi principali esponenti stendono tappeti rossi a Orbán, che usa i veti per frenare il supporto economico all'Ucraina? Anche qui, quindi, forte con i deboli e debole con i forti.
Oggi non ha detto nulla sulla necessità di proseguire con gli investimenti comuni europei, il presupposto indispensabile di un piano industriale europeo che serve, anzitutto, all'Italia. Lei ha detto solo che bisognerà verificare nuovi strumenti di debito comune. Che cos'è? Un ispettore, che verifica? Ma lei è la Presidente del Consiglio di questo Paese, lei dovrebbe guidare in Europa una grande battaglia per assicurare che il Next Generation EU continui e si rafforzi. O, forse, non vuole scontentare i suoi alleati nazionalisti, che non hanno mai creduto negli investimenti comuni europei? Come Wilders, ospitato a Pontida con tutti gli onori. Ma noi ce lo ricordiamo Wilders: era in giro, durante la pandemia, con un bel cartello con scritto: “Non un centesimo all'Italia”. È un po'difficile fare gli interessi italiani, quando in Europa vi accompagnate con della gente così.
Questa è la vera partita fondamentale per l'Italia. È inutile che venga a darsi delle pacche sulle spalle da sola sul portafoglio che è stato offerto a Fitto, perché la realtà è che non avremo più il portafoglio economico che discute gli investimenti comuni europei, ma quello sulla coesione, che nessuno mette in discussione, mentre i suoi alleati vogliono bloccare quegli investimenti comuni e lei fa spallucce. E per inciso, noi, Presidente, che non siamo come voi, valuteremo attentamente le audizioni di tutti i candidati commissari, Fitto compreso, ma non pensi di salire in cattedra a dare delle lezioni, perché lei chiamò una piazza contro Gentiloni.
A votare a favore fu il vostro capogruppo olandese, ma voi votaste contro, Fitto compreso, tutta la Commissione europea. Non avete niente da rivendicare in quest'Aula, se non la vostra incoerenza, la stessa incoerenza che aveva davanti al benzinaio nel fare i video in cui diceva che avrebbe abbattuto tutte le accise, mentre scopriamo stasera che, invece, aumenterete le accise sul diesel.
E Fitto non si presenta certo con il migliore biglietto da visita, Presidente, perché lei continua a dire che siamo il Paese più avanti nell'attuazione del PNRR, ma è un'altra bugia. L'Italia ha raggiunto il 37 per cento dei suoi obiettivi, ci sono 5 Paesi che hanno fatto meglio. Quest'anno sono stati spesi solo 10 miliardi sui 40 previsti e il 62 per cento della spesa lo avete spostato al 2026 in uno slancio di ottimismo.
Lei prima ha detto che oggi l'Italia non si limita a seguire la rotta tracciata da altri. Le chiedo perché, allora, sul nuovo Patto di stabilità, che reinserisce parametri di austerità, avete accettato a testa bassa il compromesso deciso dalla Francia e dalla Germania. Lei se la prende con il Green Deal, ma non aiuteremo le imprese e gli agricoltori negando l'emergenza climatica che già li colpisce. Lo chieda agli alluvionati che, dopo più di un anno, ancora aspettano i ristori al 100 per cento che aveva promesso e che non sono mai arrivati.
Passate il tempo a prendervela con le scadenze europee, intanto altri Paesi investono sulla transizione e noi rischiamo di rimanere indietro. Ma la sua propaganda, Presidente, si sbriciolerà anche sull'immigrazione. Ieri, una nave della Marina è partita per l'Albania con 16 migranti a bordo. Ci dica quanto costa quel viaggio: 800 milioni di euro buttati per deportare migranti, calpestandone i diritti fondamentali, nonostante una recente sentenza europea che fa scricchiolare l'intero impianto. Quella sentenza della settimana scorsa dice che non si può considerare sicuro un Paese anche se una sua sola parte non è sicura per chiunque.
Allora, se sulla nave - mi aiuti lei, Presidente - ci sono degli egiziani, dobbiamo dedurre che per voi l'Egitto è un Paese sicuro in tutto il suo territorio, in ogni sua parte, per tutti, nonostante un ricercatore italiano sia stato torturato e ucciso e migliaia di egiziani siano detenuti illegittimamente? Potevate mettere quelle risorse sulla sanità pubblica per accorciare le liste d'attesa, e invece 4,5 milioni di persone non riescono più a curarsi.
Concludo: il Partito Democratico, Presidente Meloni, continuerà ad inchiodarvi alle vostre responsabilità, scansando il fumo della vostra propaganda ideologica. Ciò che resta è un Governo che taglia la sanità, taglia il sociale, non ha un piano industriale, nega il salario minimo, aumenta la precarietà e la povertà, premia gli evasori e calpesta i diritti. State riportando il Paese indietro, ma noi vi fermeremo.