Discussione generale
Data: 
Mercoledì, 20 Ottobre, 2021
Nome: 
Gianluca Benamati

Grazie, Presidente. Il prossimo vertice europeo è molto importante e particolare. Noi siamo in un momento in cui il Paese sta crescendo, dopo anni, con un rateo di crescita del PIL veramente robusto, trainato dalla produzione industriale, trainato dagli investimenti, agevolato da questa politica sanitaria che è stata più volte richiamata. Su questa crescita c'è l'ombra di quella che è la pandemia delle materie prime, di quella che è la pandemia dei prodotti intermedi e di quella che è la pandemia dei sistemi energetici. I numeri - parlando di energia, signor Presidente del Consiglio - ci dicono che questa crisi non si fermerà nel 2021; il gas al di sopra dei 90 euro per megawattora e l'energia elettrica costantemente quotata attorno ai 200 o 250 euro per megawattora ci dicono che anche il 2022 sarà affetto da questo problema. Allora, la Comunicazione che veniva richiamata, la n. 60 del 13 di ottobre, con i suoi due step, l'uno immediato per raffreddare gli aumenti, l'altro di sistema per garantire sicurezza e approvvigionamenti, è quello per cui noi dobbiamo giustamente batterci. Il suo Governo, il Governo della Repubblica ha operato sulla riduzione dei costi energetici mediante gli interventi sugli oneri generali di sistema che sono stati qui richiamati, si è utilizzata la fiscalità, si è utilizzato l'extragettito delle aste CO₂ per calmierare gli aumenti per i clienti vulnerabili, per le famiglie e per le micro imprese; forse uno sforzo, in futuro, ci sarà da fare anche per quelle PMI al di sopra dei 16,5 chilowatt di potenza installata che sono fuori dalle misure oggi messe in campo, perché, vedete, colleghi, un'azienda che ha installato 50 chilowatt è una piccola azienda e, però, rischia di pagare il 50 per cento in più nella bolletta del 2021, rispetto al 2020. Queste misure dovranno continuare, ma il tema vero è l'approccio strutturale.

La Cina e gli Stati Uniti sono mondi diversi dal nostro. la Cina è sospesa fra il futuro e il passato, ha un grande piano nucleare, un grande piano per le rinnovabili, ma brucia carbone più e come prima; gli Stati Uniti sono autarchici dal punto di vista dei fabbisogni energetici, ma l'Europa è l'anello debole di questa catena. Allora, bene, puntare su riserve strategiche comuni, bene, sugli acquisti comuni, anche per evitare una competizione al ribasso, ma occorre anche rafforzare quello che è il mercato interno unico dell'energia che non è solo connessioni, ma sono anche regole, comportamenti, andamento dei prezzi all'interno dell'Unione. Bene, accelerare sulla transizione energetica, però, dotandola, signor Presidente, degli strumenti idonei.

Il Just Transition Fund è un esempio, ma ne occorrono anche molti altri nella cassetta degli attrezzi e, con ogni probabilità, serve anche un piano, a fianco della penetrazione delle rinnovabili, per il gas; dobbiamo avere contezza di questo, così come deve essere facilitato l'uso delle risorse continentali. L'Italia può fare può, e deve fare, la sua parte, sia accelerando la penetrazione delle rinnovabili, coerentemente con il PNIEC sia potenziando gli accumuli - ancora troppo deboli, mentre gli stoccaggi sono a un buon livello - sia anche costituendo un elemento di diversificazione degli approvvigionamenti; pochi hanno visto nel TAP un elemento di successo, come, in realtà, è stato; noi possiamo non essere l'ultimo anello della catena di fornitura dalla Russia, ma possiamo essere il primo anello delle catene di fornitura dall'estremo Est al Nord dell'Africa; in questo senso, l'Italia può giocare una grande partita, perché non esiste una vera indipendenza senza indipendenza energetica, e qui ci colleghiamo anche agli altri richiami fatti dal Presidente del Consiglio, nella sua relazione, quelli relativi alla politica commerciale. In merito, è ovvio che l'Unione deve ritrovare una politica commerciale assertiva e attenta ai suoi diritti e ai suoi interessi, in un mondo che veniva giustamente definito multipolare, ma poco cooperativo - dico io -, signor Presidente, in cui la competizione la fa da padrone e la globalizzazione delle catene del valore ne sta mostrando tutta la fragilità. In questo senso, sostenere le transizioni - quella verde, quella digitale – è un obiettivo importante, e noi siamo perfettamente d'accordo con la relazione del Presidente del Consiglio, al riguardo ci possono aiutare le due azioni che la Commissione e il Parlamento hanno identificato: la diversificazione - mi accingo a concludere - delle fonti di approvvigionamento e il rafforzamento della produzione interna di intermedi industriali, venivano indicati i chip. Da questo punto di vista, però, anche il secondo braccio di questa tenaglia, ossia il rafforzamento degli strumenti comunitari in materia di difesa commerciale, sta diventando importante, contro il dumping economico, contro il dumping sociale, contro il dumping ambientale.

Concludo, Presidente, assicurando al Presidente del Consiglio che noi lo sosterremo fermamente in questa sua presenza al Vertice; queste transizioni, verdi, digitali, energetiche suscitano in noi molto interesse, perché guardiamo spesso l'aggettivo; il tema è il sostantivo: il cambiamento, la modifica, e questo cambiamento lo possiamo vincere tutti assieme, nella nostra casa comune, questa è l'ultima è l'unica chance che abbiamo, che è stata, è, e continuerà ad essere l'Unione europea.