Grazie, Presidente. Il prossimo Consiglio europeo affronterà questioni di grande rilevanza e sensibilità. L'Italia parteciperà a questo vertice con un ruolo da protagonista e lo farà grazie anzitutto ai risultati straordinari ottenuti negli ultimi mesi. Ricordiamo che il Governo italiano è stato decisivo durante il periodo più duro della pandemia nel convincere l'Unione a mettere in campo misure di protezione e sostegno rivoluzionarie, culminate nell'emblematico programma Next Generation EU da 750 miliardi di euro. Decisivo, al riguardo, è stato, in particolare - lo ricordiamo ancora una volta, perché non è un elemento di dettaglio - il lavoro dell'attuale sottosegretario Enzo Amendola, che ringraziamo, e del Ministro Roberto Gualtieri, cui rivolgiamo un caloroso augurio di buon lavoro per l'elezione a sindaco di Roma. Ci presenteremo al vertice europeo con credibilità e autorevolezza, però anche e soprattutto per il lavoro svolto da lei, signor Presidente dell'attuale Governo. Ricordiamo che l'Italia ha presentato a Bruxelles, nei termini previsti, il Piano di ripresa e resilienza, valutato subito in modo positivo dall'Unione. E l'Italia è stato uno dei primi Paesi a ottenere l'anticipo sull'erogazione delle risorse, un anticipo di circa 25 miliardi di euro già ad agosto. Tutto questo non è accaduto per caso, ovviamente; è il frutto di un lavoro serio, attento, responsabile e competente. Per queste ragioni, signor Presidente, noi Democratici abbiamo sostenuto e continueremo a sostenere con forza e convinzione l'azione dell'Esecutivo e l'attuazione della sua agenda di Governo. Continueremo a supportare con determinazione l'attuazione degli impegni assunti nel Recovery Plan e non permetteremo che si interrompa, in particolare, il percorso delle riforme necessarie al Paese: questo è bene dirlo!
Il vertice parlerà, come lei ricordava, anzitutto dell'attuale situazione epidemiologica. L'Unione ha adottato misure inedite che hanno evitato pericolose disparità di trattamento o competizioni al ribasso tra gli Stati membri, tenendo l'Europa unita nei diritti e nelle opportunità sanitarie. Per questo, condividiamo l'esigenza di costruire ormai una vera e propria Europa della salute, rafforzando il coordinamento sanitario tra gli Stati membri e continuando a investire nella ricerca e nella medicina, contrastando, come ha precisato anche e avuto modo di ricordare il Presidente Mattarella, quella deriva antiscientifica che si registra, sia pure in piccole dosi, ancora oggi, in Europa e nel Paese. Noi siamo al fianco del Governo e dell'Unione, in particolare, nelle azioni a sostegno della produzione e della distribuzione di vaccini gratuiti per tutti, con un impegno di civiltà, che lei ha ricordato, e che chiediamo di assumere con forza: distribuire ancora più dosi di vaccino ai paesi meno ricchi e più fragili. Una battaglia di civiltà, di equità e di giustizia sociale. Siamo al fianco del Governo nelle misure legate all'uso del green pass senza se e senza ma e chiediamo sul punto di smetterla, una volta per tutte, con la propaganda a forze politiche che, in questi mesi, hanno assunto posizioni ambigue e irresponsabili, strizzando l'occhio, a seconda del momento, ai negazionisti sanitari, ai no-mask, ai no-vax o ai no-green pass! Basta demagogia sulla salute e sulla pelle dei cittadini italiani ed europei! Basta demagogia su questi temi!
Al riguardo, a nome del gruppo del Partito Democratico, troviamo doveroso, come lei ha avuto modo di fare, rivolgere un grazie sentito: grazie ai 46 milioni di donne e uomini ad oggi già vaccinati nel nostro paese, a quella grande maggioranza silenziosa e responsabile di italiani che, con senso civico esemplare e ammirevole, sta consentendo al nostro Paese di uscire gradualmente dall'emergenza. L'attuale contesto di crisi sanitaria, però, è politica, sia comunitaria che internazionale; riporta di attualità il dibattito che sarà un po' la tela di fondo del Consiglio europeo sul ruolo dell'Unione e sul senso profondo del progetto di integrazione comunitaria. L'Europa, lo ricordiamo, nasce dalle macerie della seconda guerra mondiale, dopo l'orrore della Shoah e delle leggi razziali. L'Unione, sin dalle origini, dunque, nelle intenzioni dei padri fondatori non solo è un organizzazione economico-commerciale, ma rappresenta soprattutto la culla della democrazia, una comunità fondata su valori e principi di tolleranza e solidarietà, su diritti e libertà fondamentali volti ad evitare il ripetersi di tragedie nella storia. In questo contesto, lo diciamo allora con chiarezza, chi nega il primato del diritto europeo e lo stato di diritto mette a rischio e attacca l'unità stessa e le fondamenta dell'Unione, mette a rischio la tutela di quei valori essenziali su cui l'Unione è stata costruita: democrazia, libertà e rispetto dei diritti umani! Per cui lo ribadiamo in quest'Aula: sosteniamo con convinzione l'azione politica e giuridica della Commissione, a tutela dei valori fondanti dell'Unione, e diciamo “no” con forza, anche in quest'Aula, a governi che sostengono norme illiberali sull'indipendenza e l'autonomia della magistratura! Diciamo “no” a governi che approvano provvedimenti offensivi della dignità delle persone sulle politiche di genere! Diciamo “no” a governi che adottano norme restrittive della libertà di stampa o della libertà di insegnamento e diciamo “no” a forze politiche, anche di casa nostra, che propongono un ritorno ad un'Europa dei muri e delle barriere, a un'Europa delle piccole patrie e dei piccoli passi!
L'Europa non è un ristorante con un menu à la carte, come è stato detto, dove ognuno sceglie la portata che preferisce. L'Unione è una comunità fondata su regole e valori condivisi, da rispettare nella loro totalità e lo stato di diritto è il cemento dell'intera costruzione europea. Rispetto, allora, a queste pulsioni e a questi rigurgiti sovranisti, lo diciamo con chiarezza, noi siamo dall'altra parte della storia, noi siamo per rafforzare, non per indebolire, le istituzioni comunitarie, noi siamo per costruire un'Europa sempre più forte della solidarietà, dello sviluppo sostenibile, una Europa che difenda - è stato ricordato nel dibattito, ma diciamolo con forza - le filiere agroalimentari, le produzioni tipiche in vicende come quella del Prosecco o del Nutri-score: è una battaglia importante da fare anche a livello europeo! E invitiamo il Governo, da questo punto di vista, a tutelare queste filiere.
Siamo per un'Europa che consolidi il ruolo di attore internazionale, istituendo anche una vera e propria difesa comune; un'Europa che definisca poi finalmente un nuovo patto sull'immigrazione e l'asilo, superando l'anacronistico Regolamento di Dublino e aprendo la cooperazione con Paesi di origine e transito, per prevedere finalmente, come lei ricordava, corridoi umanitari per l'ingresso regolare e legale di flussi di migranti nel nostro continente.
Ecco la nostra idea di Europa, signor Presidente, lo diciamo con forza a chi pensa di creare nuovi partiti nazionalisti nell'Unione: non portate indietro le lancette della storia. Gli interessi italiani e del Paese non si difendono alleandosi con la Le Pen, con Orban, con il Premier polacco, con gli spagnoli di Vox, cioè con i nazionalisti che si sono opposti agli eurobond e al Next Generation EU! Gli interessi dell'Italia e dell'Europa si difendono sostenendo la linea politica di Draghi, di Sassoli e di Gentiloni! Guai ad andare indietro in Europa! Guai a ritornare al punto di partenza, dopo l'evoluzione delle misure straordinarie adottate finora. Uniti siamo più forti. Abbiamo, quindi, bisogno, in futuro, di più Europa, non di meno Europa, per sostenere il nostro Paese e difendere il futuro dei nostri cittadini. Affidiamo a lei, signor Presidente, il compito di portare avanti questo percorso.