Grazie, signor Presidente. Signor Presidente del Consiglio, la sua relazione ampia ed esaustiva ci consente di approfondire i 6 punti che caratterizzano questo Consiglio europeo che, come tutti gli altri Consigli europei degli ultimi 18 mesi, è caratterizzato dalla preponderanza dell'emergenza COVID.
Nessuno avrebbe immaginato, nella storia delle istituzioni europee, che, ininterrottamente, per oltre un anno e mezzo, i lavori si sarebbero aperti con l'emergenza COVID per le libertà individuali che sono state compresse, per la cooperazione sui vaccini, i traffici, i trasporti. Lei ha molto opportunamente sottolineato come il lavoro comune fatto sui vaccini ci ha consentito di distribuire 1 miliardo di dosi, di vaccinare la popolazione europea per oltre il 77 per cento, di autorizzare attraverso l'EMA 4 vaccini diversi e, nonostante tutto questo, nei singoli Paesi prevalgono egoismi, condizionamenti, approcci culturali alimentati dai diversi sovranismi. Quello che è accaduto alla giornalista italiana, Lucia Goracci, in Romania (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) - alla quale va tutta la nostra solidarietà - ne è un esempio e non è un caso che dentro l'impegno del Consiglio europeo ci sia un passaggio molto chiaro sul superamento dell'esitazione vaccinale anche contrastando la disinformazione. Mi permetterà su questo di ringraziare, a nome del Partito Democratico e mi auguro di tutto il Parlamento italiano, il presidente David Sassoli, presidente uscente del Parlamento europeo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che ha guidato il Parlamento europeo in una fase complessa della sua storia e per aver anteposto in queste ore l'interesse delle istituzioni e l'unità delle istituzioni rispetto alle proprie legittime ambizioni. Dicevo, Presidente, noi siamo in una fase in cui non potevamo perder tempo nel dibattere anche di proroga dell'emergenza sanitaria: è nei fatti la proroga dell'emergenza sanitaria e nei fatti bene ha fatto il Governo a prorogarla, bene ha fatto il Governo a ribadire che la linea del Ministro Speranza, fatta di protezione della salute e difesa della vita, è l'obiettivo di chi ha a cuore la sanità pubblica e la scuola pubblica; perché se c'è una cosa che abbiamo imparato in questi 18, 20 mesi è che quanto più si difende attraverso il rafforzamento della salute pubblica la capacità delle nostre reti sanitarie di reggere, tanto più si difendono vite umane. I numeri che lei ha richiamato, e che sottopongo soprattutto all'attenzione di quelle forze politiche diffidenti, sono numeri incontrovertibili, non solo per il numero dei contagi, non solo, purtroppo, per il numero drammatico dei decessi, ma anche per la pressione stessa sulle reti sanitarie. La differenza tra i 3.200 ricoverati nelle terapie intensive un anno fa alla data di oggi e gli 850 di oggi danno il senso della differenza tra un Paese che ha fatto della campagna di vaccinazione massiccia un punto fermo e i Paesi che hanno sottovalutato tutto questo. Questo è accaduto anche grazie ad un lavoro comune fatto in Europa e, quindi, questo Consiglio europeo si aprirà ancora una volta con l'emergenza COVID e l'Italia potrà essere ancora una volta un punto fermo di una strategia collettiva comune ma, come ci ha ricordato nella sua relazione, l'economia prenderà inevitabilmente uno spazio importante. Partiamo dai prezzi dell'energia a cui lei ha fatto riferimento e su questo le chiediamo di continuare sulla strada tracciata e di insistere su una discussione che non è definitiva, ma è molto importante e che ci consente di dire con chiarezza che le azioni di medio termine, che sono state intraprese e che hanno reso l'Unione europea più efficiente e meno dipendente dai combustibili fossili, sono ancora azioni che meritano il massimo rafforzamento di un'attività comune; tradotto: la revisione del mercato del gas con il pacchetto imminente a cui lei ha fatto riferimento, il terzo pacchetto, e gli acquisti congiunti di gas devono essere un obiettivo sul quale devono crederci tutti i Paesi. L'Italia è favorevole, ma siamo divisi. L'Italia è favorevole, con la Francia, Spagna, Romania, ma non bastiamo; la resistenza di altri Paesi, come Germania, Austria, Paesi Bassi e Danimarca, è un problema politico che va affrontato e va affrontato con la determinazione che lei ha richiamato. Noi abbiamo fatto la nostra parte con le misure immediate, quelle interne, quelle che ci hanno consentito, attraverso l'azione del Governo, di garantire oltre 4 miliardi di sostegni ai più deboli, alle imprese. Se questo è il quadro generale e se sull'idrogeno l'iter legislativo merita ancora un impegno superiore rispetto a quello che c'è stato fino ad oggi in Europa, è evidente che la parola da lei citata “decarbonizzazione” in quest'Aula fino a 4, 5 anni fa era considerata una parola che spaccava in due il Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Voglio dirlo con forza, perché aver sentito oggi il Presidente del Consiglio sottolineare che la priorità per l'Italia e per l'Europa è la decarbonizzazione dà il senso del cambio di fase e del cambio storico che c'è stato in Europa. Sugli aspetti esterni per la migrazione, Presidente Draghi, è evidente che l'equilibrio tra solidarietà e responsabilità è un equilibrio faticoso, che non sempre ha dato i risultati che speravamo; restano molti problemi sul fronte interno e il Consiglio dovrà tentare di dar forza ai piani di azione. Per dirla con Moro, nessuno, Presidente Draghi, è chiamato a scegliere tra l'essere in Europa e essere nel Mediterraneo, poiché l'Europa intera è nel Mediterraneo e non si può utilizzare la vita dei migranti e la loro disperazione per opportunismi politici; voglio dirlo soprattutto alle forze sovraniste. Chiudo, Presidente Fico, sottolineando semplicemente un aspetto. Il Presidente Draghi ha sottolineato come a margine del Consiglio europeo ci sarà il vertice che tratterà l'unione bancaria e l'unione del mercato dei capitali; è un passaggio fondamentale, Presidente Draghi, perché si ribadirà ancora una volta - lei lo ha detto più volte - qual è la strada che ci porterà alla modifica al nuovo Patto di stabilità, che riprenderà per il momento sulla carta la sua operatività nel 2023; anche su questo e sulla gestione del debito pubblico c'è una contrapposizione tra noi e i Paesi frugali - tra noi e i Paesi frugali - lo ripeto per farlo ricordare ai sovranisti.Signor Presidente, ho chiuso. Semplicemente chiudo con un appello: l'Europa che è venuta fuori dalla crisi pandemica è sicuramente più unita e lungimirante di come viene opportunisticamente rappresentata dalle forze politiche. Noi continuiamo a lavorare affinché il popolo europeo, per la responsabilità storica che abbiamo, abbia in dono un'Europa più forte e più unita (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).