Discussione generale
Data: 
Martedì, 27 Aprile, 2021
Nome: 
Martina Nardi

Grazie, signora Presidente. Signor Presidente del Consiglio, signori Ministri, onorevoli colleghi, in questo lungo anno in cui i quindicenni hanno perso i loro baci, gli esercizi commerciali i loro clienti e molte, troppe famiglie i loro nonni, noi abbiamo investito, tra saldo netto e indebitamento, più di 140 miliardi, per dare una mano, per ristorare, per sostenere per curare il Paese. Questa grande quantità di denaro è stata utile per dare un segnale di attenzione, ha evitato chiusure di attività, è stata utile per aiutare le persone più in difficoltà . Dopo il tempo della cura, con il Piano nazionale di ripresa e resilienza inizia un tempo nuovo, quello della costruzione di politiche per la crescita. La formidabile occasione del Piano è la sfida più grande che il sistema Paese dovrà affrontare. Sarà - è già - l'occasione per sentirci un popolo, gli europei; è cambiato il leitmotiv nel Paese rispetto all'Europa. Sarà soprattutto l'opportunità di cambiare finalmente il Paese, per colmare le diseguaglianze geografiche, per determinare i nuovi lavori, e più lavoro per i giovani, per riformare, finalmente, molte delle nostre istituzioni, per costruire vere e proprie pari opportunità per le donne che, anche in questa pandemia, hanno dovuto affrontare un carico decisamente insopportabile.

Il Piano che ci presenta rappresenta l'insieme delle politiche atte a rilanciare l'economia, a colmare le disuguaglianze, a rendere il nostro Paese più ecologico e solidale. Alla digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo il Piano assegna risorse ingenti, con l'obiettivo di sostenere la transizione digitale e l'innovazione del sistema produttivo attraverso stimoli agli investimenti in tecnologie avanzate e 4.0, ricerca, sviluppo, innovazione e cybersecurity, realizzare reti ultraveloci in fibra ottica, 5G e satellitari e a favorire lo sviluppo delle filiere produttive in particolare quelle innovative del made in Italy, aumentare la competitività delle imprese italiane sui mercati internazionali.

Secondo i dati Istat, il nostro Paese è ancora molto indietro su tale tematica. Nonostante la quota di imprese che forniscono sui propri siti web informazioni su prodotti offerti sia in crescita, le applicazioni digitali più evolute sono poco utilizzati tra le più piccole e medie imprese. Circa l'8 per cento dichiara, infatti, di avvalersi di almeno due dispositivi smart o sistemi interconnessi, soltanto il 15,9 per cento delle piccole e medie imprese ha venduto online nel 2019. Si tratta di una distanza, di un gap – come lei lo ha definito - evidente, che penalizza fortemente il nostro sistema produttivo. La tecnologia è stata utilissima per la continuità operativa di moltissime imprese, soprattutto durante il primo lockdown, e ha favorito la nascita di nuovi modi di lavorare, interagire e fare business, modificando, forse per sempre, le aspettative e comportamenti dei consumatori. Sarà, quindi, necessario favorire l'accelerazione della transizione digitale delle imprese e, particolarmente, delle PMI, con lo sviluppo di una rete di connessione digitale veloce ed ultraveloce, per diffondere innovazione, nuovi servizi e con misure dedicate all'utilizzo di tecnologie e servizi digitali.

Altrettanto fondamentale sarà favorire le misure di pagamento elettronico, monitorandole e calmierando gli oneri connessi a tale operazione, a partire dalle fasce dei micropagamenti.

Risulta, quindi, condivisibile la scelta di investire a sostegno delle filiere tecnologiche, per pensare a modelli industriali e a produzioni che possano collocare il Paese tra i principali produttori di innovazione. L'innovazione passa dalla costruzione di un'economia ecosostenibile che mette al centro i sistemi energetici.

La sfida dell'idrogeno e della decarbonizzazione ci deve trovare pronti sotto tutti i punti di vista.

Il raggiungimento dei parametri di emissioni sanciti dall'Accordo di Parigi e dagli altri protocolli europei, se da un lato deve rappresentare un imperativo categorico, dall'altro deve diventare occasione per nuovo lavoro nel nostro Paese. Bene, quindi, il sostegno al settore automotive e alla filiera delle nuove tecnologie. Bene la sinergia tra progetti di ricerca e impresa, allo sviluppo delle rinnovabili anche in chiave industriale. E bene il sostegno all'efficientamento energetico delle abitazioni attraverso la leva del superbonus 110 per cento. Quest'ultimo dovrà ulteriormente essere finanziato e sono certa che avverrà già a partire dai prossimi decreti, visto che sta già dimostrando la sua duplice capacità di agganciare la ripresa e di migliorare le nostre performance in quanto ad emissioni prodotte. È la cessione del credito che, in edilizia, deve diventare strutturale.

La pandemia - vado a concludere Presidente - ha evidenziato molti problemi irrisolti che hanno determinato diseguaglianze intollerabili, da quelle economiche a quelle delle connessioni immateriali e materiali, a quelle geografiche a quelle educative, da quelle generazionali e di genere. Con il Piano, il Governo ci propone una strada per accorciare quelle distanze e rendere il Paese più competitivo, non lasciando nessuno indietro.