A.C. 2203
Grazie, Presidente. Questo decreto ha un obiettivo preciso: la tutela del lavoro, la tutela di ogni forma di lavoro, precario, stabile, autonomo e i nuovi lavori, che sono tanti, la tutela del lavoro in ogni settore, per ogni attività, per ogni tipo di produzione. Quando parliamo di lavoro dobbiamo tenere presente sempre le tutele, i diritti individuali e anche quelli collettivi, tutele che riguardano uomini e donne, i giovani e gli adulti; tutele quando il lavoro c'è e tutele quando il lavoro non c'è, e quindi avere attenzione alle tante, troppe crisi aziendali, che hanno colpito il nostro Paese e il nostro sistema produttivo in questi anni. Se pensiamo al lavoro che c'è, dobbiamo avere chiaro il fatto che c'è stata una profonda trasformazione, con processi di cambiamento che ci obbligano alla ricerca di nuove modalità, di tutele legate a diverse forme di organizzazione del lavoro, ove ci sono lavoratrici e lavoratori che vivono condizioni di precarietà, e sono tanti, molte forme vecchie e nuove di precarietà. Il lavoro a tempo, le collaborazioni, l'occasionale, a tempo determinato, ove tanti giovani sono privi di diritti, dove la maggioranza sono donne e quando sono prive di diritti le donne, ne va anche di una condizione sociale ancora più pesante.
Con questo decreto si danno risposte importanti, necessarie, utili, tutele che riguardano prestazioni previdenziali, relative agli iscritti alla cosiddetta gestione separata dell'INPS, per facilitare e riconoscere prestazioni che riguardano diritti universali, ma anche costituzionali, quali ad esempio l'indennità di malattia, di degenza ospedaliera, di maternità, parentale, e così via. Anche la riduzione di requisiti per il diritto all'indennità di disoccupazione è importante. Di fronte a tanti disoccupati, noi abbiamo bisogno di rivedere anche i requisiti in positivo. Tutto ciò perché abbiamo l'obiettivo di tutelare tantissime persone coinvolte nel lavoro.
E credo che la dimostrazione concreta di questo obiettivo sia prevista anche dall'articolo 4 sulla condizione del personale di ANPAL Servizi, che deve finalmente essere stabilizzato. Nelle tante audizioni in Commissione lavoro abbiamo ascoltato preoccupazioni, proposte e sollecitazioni da parte dei rappresentanti delle professioni, delle imprese, dei lavoratori, sollecitazioni a fare bene e presto. Se pensiamo, come dicevo prima, alle tante crisi aziendali, penso alla disperazione di chi perde il lavoro, il salario, e deve vivere - solo per chi può, perché non tutti ci arrivano - con gli ammortizzatori sociali. E quando questi finiscono e le aziende non riprendono a produrre o chiudono la fabbrica - da ultimo la Whirlpool, ma c'è una lunga fila, la lista è lunga -, quando di fronte hai un destino di disoccupato, per troppo tempo, e hai una famiglia, hai dei figli, allora abbiamo l'obbligo morale, sì, l'obbligo morale - non sarà il bene del mondo questo decreto, ma risponde a un obbligo morale - di intervenire, non lasciare soli i lavoratori e le loro famiglie. Occorre nell'immediato garantire loro almeno il sostegno al reddito per vivere, ed è questa una questione morale, per aiutare tutti quelli coinvolti nelle crisi aziendali, in attesa, ovviamente - e questo è un problema fondamentale per noi, perché non rinunciamo a batterci per questo -, a rientrare nel lavoro, a creare nuovo lavoro, ma nel frattempo bisogna aiutarli. Infatti, con questo decreto si prevede il finanziamento della cassa integrazione guadagni speciale, così come è previsto lo stanziamento di ulteriori risorse per le aree di crisi di Sardegna, Sicilia e di tutte le regioni interessate, basta leggerlo il decreto. Nessuna area sarà esclusa, ogni area sarà salvaguardata, e non è roba da poco. Così come sono previste deroghe per i trattamenti di mobilità. Tutte questioni che aiutano le persone che non hanno lo stipendio fisso. Così come sono previsti incrementi di risorse per sostenere agevolazioni per imprese che nascono - molte cooperative - dando occupazione a disoccupati provenienti da aziende in crisi: se le aziende nascono per questo, vanno aiutate, naturalmente. Si tratta quindi di un articolato che ha l'obiettivo concreto di aiutare, difendere e tutelare il lavoro in tutte le sue forme. Sono migliaia i lavoratori e le lavoratrici che attendono queste risposte, che attendono queste tutele, e sono centinaia le imprese, piccole e grandi, piccole e medie, di ogni tipo, che hanno bisogno di questi strumenti e decisioni legislative. Certo, non pensiamo di superare una fase di crisi così profonda solo con questo decreto-legge, non siamo così sprovveduti, e non intendiamo fare demagogia. Aiuta, certo, ma non basta, ma è un aiuto che non possiamo negare. Chi vota contro nega questo aiuto. Poi so bene che occorrono politiche industriali che riguardano anche la siderurgia, l'acciaio, tutto il nostro manifatturiero antico che deve diventare nuovo, innovarsi, che riguarda investimenti, politiche di rilancio, di sviluppo, ricerca e formazione, politiche ambientali, politiche che invertano un mercato del lavoro troppo precario di questi anni. Flessibilità e mobilità sì, ma precariato no; ragioniamo, sono tre parole profondamente diverse.
So bene che tutto questo si deve affrontare con un'azione e con scelte a largo raggio, con politiche legate fra di loro, con politiche intrecciate ove formazione e salario camminano insieme, e questo decreto è fortemente intrecciato, questo decreto fa parte di un progetto di un'azione a largo raggio. Infine, non sottovalutiamone i contenuti: è un aiuto anche alle organizzazioni sindacali che contrattano ai tavoli, e contrattano insieme alle aziende in quanto rappresentanti dei lavoratori e delle lavoratrici, come previsto dallo Statuto dei lavoratori, che esiste ancora, non è stato abolito, e che difendiamo, perché ha un senso rispetto alla rappresentanza. Questo vuol dire essere ai tavoli, che non vieta ad altri di partecipare, anzi stimola tutti noi a partecipare a dare un aiuto; ma non dimentichiamo la rappresentanza. Detto questo, il PD lo sosterrà con convinzione, come abbiamo fatto in Commissione lavoro, perché ce n'è assolutamente bisogno. Certo, ci sarà bisogno di andare avanti, ma noi lo faremo. Ho detto che questa è una risposta a chi oggi si trova in queste difficoltà, ho detto che abbiamo bisogno di politiche industriali, abbiamo bisogno di mandare avanti quello che questa mattina abbiamo chiamato la questione delle professioni. Abbiamo un programma forte per il lavoro, questo è un pezzo importante, per questo lo sosteniamo.