Signora Presidente, onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, la questione di fiducia viene posta, peraltro istanza non prevista dalla Costituzione ma dai Regolamenti di Camera e Senato; viene posta, in particolare in assenza di operazioni ostruzionistiche da parte delle minoranze, come in questo caso, quando le forze di maggioranza, nonostante la strabordante maggioranza numerica di cui godono nelle Aule parlamentari, verifichino che i propri problemi interni soverchiano i numeri della maggioranza parlamentare. E questo è il vostro caso per la dodicesima volta!
Gli uffici studi della Camera dimostrano che la vostra percentuale di richieste di fiducia e di decretazione supera, nella media mensile, i Governi Berlusconi, Monti, Letta, Renzi e Gentiloni.
Avete pensato che i contratti possano sostituire la politica ma non avete fatto i conti con il fatto che la politica bisogna saperla esplicare quando si è al Governo. Voi avete disseminato la strada di questi dodici mesi di Governo di un numero di decreti-legge superiore ai cinque Governi precedenti che vi ho citato. Ogni qualvolta avevate necessità di approvare qualcosa, avete stabilito che la necessità e l'urgenza dei temi potevano fare a meno del dibattito parlamentare e della omogeneità dei temi presentati. Avete emanato in Consiglio dei ministri fino a oggi, in dodici mesi, 21 decreti-legge e 17 li avete portati a legge di conversione. Avevate promesso - lo dico ai colleghi dei Cinque Stelle, quei pochi che ci sono - la democrazia diretta: avete proposto e realizzato la democrazia per decreto. Voi state estraniando più dei precedenti cinque Governi la democrazia parlamentare dall'attività legislativa. In tutti i decreti che vi ho citato il rapporto di giorni di discussione tra i due rami parlamentari sostanzialmente - forse con vostra soddisfazione - vede attuato il monocameralismo. I giorni in cui le discussioni dei decreti passano ad un altro ramo del Parlamento, sia che si inizi dal Senato sia che si inizi alla Camera, sono unicamente giorni di approvazione: non c'è sostanzialmente discussione e, su 47 leggi approvate dal Parlamento, 17 sono quelle di conversione di decreto-legge; 7 sono di ratifica; 14 sono di natura governativa. Dunque, voi i paladini della trasparenza, della democrazia diretta oppure del popolo che decide, guidato dal capitano, state facendo decidere, come è successo nelle ultime quarantotto ore, in alcune poche stanze segrete dei destini delle nostre leggi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e state barattando principi fondamentali, di cui legittimamente sono state piene le vostre campagne elettorali - ripeto: legittimamente - bandiere ideologiche che caratterizzano i vostri movimenti politici, i vostri partiti politici, li state barattando un pezzettino alla volta, decreto per decreto. La notte scorsa c'è stato uno scambio indegno sul tema dell'autonomia, che è un tema di riforma sostanziale delle istituzioni del Paese, dell'architettura costituzionale del Paese, che volete far passare in questa legislatura senza che il Parlamento possa prendere parola (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e noi non ve lo permetteremo. Avete barattato le autonomie - dico ai colleghi della Lega - con i 60 miliardi di fondi europei da distribuire tra il 2021 e il 2027, facendo tornare miracolosamente quei miliardi alla Ministra Lezzi e barattandoli in cambio di un'approvazione rapida delle autonomie in Consiglio dei ministri. Peraltro, visto che chiedete la fiducia sul Governo, bisognerebbe dire qualche parola su quello che è accaduto. Ieri, come tutti gli osservatori hanno potuto verificare di persona, è stata audita nella Commissione bilancio la Ministra protagonista dell'emendamento che ha bloccato i lavori del Parlamento per due giorni la quale, dopo essersi scusata - è sempre dignitoso e sempre bene accolto - ha sostenuto che si è trattato di un errore ma ha aggiunto che quel famoso emendamento che sottraeva a lei quei 60 miliardi era stato approvato - vedasi - con parere favorevole del Viceministro Castelli del MoVimento 5 Stelle e del relatore della legge sempre del MoVimento 5 Stelle e votato dai colleghi del MoVimento 5 Stelle, oltre che dai colleghi della Lega, in presenza di un parere contrario della Ragioneria di Stato, parere che non si è mai visto. Dunque o la Ministra Lezzi dice delle bugie di fronte al Parlamento e non è vero che vi fosse un parere contrario - d'altra parte noi non l'abbiamo mai visto ed è l'ipotesi più probabile - oppure nelle Commissioni riunite bilancio e finanze si è votato favorevolmente, con il parere del Governo e della maggioranza, un emendamento che valeva 60 miliardi sul quale era stato espresso il parere contrario della Ragioneria di Stato.
In entrambi i casi, chi conduce il futuro dei nostri cittadini, la qualità del Governo del Paese in questo modo incapace non è degno di guidare il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Non lo diciamo noi, che ci sia una incapacità di guidare il Paese, perché, se questa capacità ci fosse, voi avreste il coraggio di porre ai voti il decreto-legge o altri che contengono provvedimenti di alcuna urgenza senza ricorrere al voto di fiducia. Infatti voi sostenete - avete utilizzato questo nome - che quello in esame sarebbe un “decreto crescita”: dunque si potrebbe supporre che voi siate esperti della materia della crescita. Ma voi, in dodici mesi, avete portato il Paese alla mirabile crescita dello 0,1 e vi apprestate, dice l'Istat guidato da un presidente, che voi ben conoscete, con probabilità del 65 per cento ad un secondo trimestre dell'anno in corso a crescita negativa e voi sareste gli esperti che devono spiegarci come far crescere il Paese? È impossibile. E, infatti, il “decreto crescita” di strumenti per crescere ne ha molto pochi. Ha invece molte altre cose, molte altre contraddizioni che vi hanno costretto a ricorrere al voto di fiducia: avete dentro il salva-Roma, il salva-Catania, il salva-province siciliane dove si ricorre ai fondi europei per sanare i debiti di bilancio. Peraltro ieri anche sulla questione dei debiti fuori bilancio delle regioni vi siete inventati l'errore della vocale, come ha detto il Viceministro Garavaglia, salvo che vi siete scordati che la legge per adesso prevede che, per sanare i debiti di bilancio, serva una legge, mentre voi avete ieri deciso di estromettere i consigli regionali da tali questioni. Avete certo infarcito il decreto-legge del salva-banche: dopo aver fatto cinque anni di campagna elettorale contro il Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e contro il salva-banche, avete di notte introdotto il salva-Banca Popolare di Bari. Insomma, avete tuttora mantenuto una questione aperta, che non sappiamo se avete risolto in queste ore, ossia la questione dello scudo legale per l'Ilva, per l'azienda che ha deciso di acquisire Ilva. Manca la politica: questo è il problema. Quando la politica è ridotta a contratto, a contrattazione, quando manca una visione, quando siete costretti a incontrarvi di notte per risolvere il problema di questo o di quel Ministro che protesta, quando siete costretti a scambiare la sorte di questa o di quella regione per accontentare questo o quel movimento, quando contemporaneamente di notte cercate miliardi da promettere a Bruxelles e, nel frattempo, utilizzate i risparmi degli italiani nella CDP per provare ad uscire dal pantano in cui siete ridotti a Bruxelles e contemporaneamente annunciate che comunque troverete i soldi per evitare le clausole di salvaguardia dell'IVA e per abbassare le tasse per un costo di 15 miliardi, manca la visione. Voi siete alla contrattazione tra di voi e per far questo… …quando manca una visione e meno male che una visione c'è stata nel decreto-legge ed è il provvedimento che ha salvato Radio Radicale di cui andiamo molto orgogliosi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), ho finito, Presidente, quando manca la visione e quando manca la politica, siete costretti ad emettere un decreto al mese ed una fiducia al mese, perché il luogo dove si discute, il Parlamento di tutti gli italiani, non fa per voi. Voi preferite decidere tra pochi capi, in stanze segrete, e far smettere di crescere il Paese.