Discussione sulle linee generali
Data: 
Lunedì, 31 Agosto, 2020
Nome: 
Giuditta Pini

A.C. 2617-A

Grazie, Presidente. Oggi, discutiamo la proroga, appunto, dello stato di emergenza e della possibilità che ha il Governo di legiferare in tal senso e di dare strumenti in tal senso. La prima volta che è stata posta questa questione era il 31 gennaio e, infatti, anche nel titolo del decreto-legge si cita, appunto, la proroga rispetto a questo decreto che fu fatto il 31 gennaio. Quando fu fatta questa prima dichiarazione di stato d'emergenza, ci fu una polemica, ovviamente, perché una parte dell'emiciclo sosteneva che non fosse necessario dichiarare l'emergenza sanitaria, si trattava di una cosa isolata e, poi, dopo, la polemica appunto finì sui giornali, ma finì lì. Quando, a marzo, ci trovammo con i numeri della pandemia che aveva toccato il nostro Paese, che stava colpendo duramente il nostro Paese, che avevano raggiunto picchi tali da mettere a rischio la tenuta del Sistema sanitario nazionale, il Governo, anche grazie, anzi, soprattutto grazie a quel decreto, riuscì a porre in essere una serie di azioni, come la famosa chiusura totale, dal 4 marzo in poi, del territorio nazionale, e, poi, un'altra serie di famosi DPCM che poi grazie anche all'intervento di questo Parlamento sono stati trasformati in decreti e nell'obbligo del Governo di riferire prima in Aula, però, insomma, tutto ciò, grazie a quella dichiarazione di stato di emergenza.

La cosa paradossale fu che nelle settimane successive - all'inizio, ovviamente, ci fu un'iniziale solidarietà da parte di tutti -, poi, si fece polemica sul fatto che il Governo non avesse chiesto prima lo stato d'emergenza, salvo poi ricordarsi che dal 31 gennaio noi eravamo in stato di emergenza. Questo, cosa vuol dire? Che la dichiarazione di stato d'emergenza dà al Governo la possibilità di agire; non è un automatismo, dà al Governo la possibilità di avere una serie di strumenti da utilizzare in tempi rapidi e utili in caso, appunto, di necessità e di pandemia. Quando abbiamo discusso questa proroga che, appunto, sostanzialmente proroga, come ha giustamente e molto puntualmente elencato prima l'onorevole Rizzo Nervo, una serie di provvedimenti proprio volta a dare gli strumenti sia al Governo che alle ASL, alle professioni sanitarie, alle autonomie locali e alle regioni, per contrastare la pandemia; a luglio, quando abbiamo fatto questa discussione in XII Commissione e anche in Aula quando abbiamo discusso le pregiudiziali di costituzionalità, l'argomento principale era che era finita l'emergenza, non c'era più l'emergenza, non c'era più necessità perché ormai era passata l'ondata. Purtroppo, ovviamente, non è così, in Italia la situazione è molto migliore, è sicuramente molto migliore rispetto a quella dell'inizio dell'anno scorso, anche grazie, anzi, soprattutto grazie agli sforzi che tutti i cittadini hanno fatto e alle misure prese dal Governo, ma è una pandemia e, quindi, non è sufficiente dire che qui non c'è più per far sì che sparisca, basta vedere i numeri. Solo ieri ci sono stati più di 290 mila nuovi contagi accertati nel mondo, abbiamo interi Paesi e continenti che hanno dei ritmi di diffusione del virus impressionanti, l'India, gli Stati Uniti d'America che hanno per tutta l'estate avuto dei numeri agghiaccianti di nuovi contagi, di nuovi morti e di nuovi ricoveri, moltissimi Paesi del Sud-Est asiatico, ma anche i nostri vicini di casa, la Francia, la Spagna e la Gran Bretagna, stanno tutti avendo di nuovo un aumento, la famosa seconda ondata, così tanto declamata. Noi stiamo, per ora, come sistema Paese, reggendo molto bene, appunto, anche grazie al fatto che le persone, la maggior parte delle persone continua a rispettare le prescrizioni che sono state date, grazie al fatto che abbiamo un Sistema sanitario nazionale pubblico che, appunto, garantisce a tutti l'accesso alle cure e alla prevenzione e anche grazie al fatto che stiamo facendo, si stanno facendo decine di migliaia di tamponi ogni giorno e, quindi, i numeri che noi oggi abbiamo sono numeri che sono simili - se prendiamo il numero 1.200, nella sua freddezza - ai dati che avevamo a maggio, ma in realtà sono molto diversi, perché non si tratta di quelli visibili, ma si tratta di tamponi che vengono fatti a tappeto e, quindi, abbiamo un numero sempre uguale di positivi, ma, in realtà, come oggi era anche spiegato molto bene sui giornali, a maggio erano quelli che noi vedevamo, adesso sono più simili a quelli che ci sono. Questo, cosa vuol dire? Che, ovviamente, c'è un sistema che sta funzionando, che è quello di tracciamento, c'è un sistema che sta funzionando, che è quello di cercare di capire se chi rientra da zone a rischio, anche di Paesi a noi vicini, sia positivo, si stanno tracciando e si stanno vedendo tutti i positivi asintomatici e ci si sta preparando a quella che è la ripresa delle attività che ci sarà tra due settimane, tra le quali quella della scuola, e poi, andando avanti in autunno, la ripresa di tutte le attività.

In questo decreto c'è la proroga fino al 15 ottobre, per esempio, del cosiddetto lavoro agile, che ormai è diventato famoso come smart working, c'è la proroga della possibilità per le aziende e per le ASL dell'assunzione, in caso ci sia la necessità, di personale sanitario, per un tempo indeterminato uguale all'emergenza, per far fronte all'emergenza; c'è, appunto, una serie di proroghe in questo senso.

Ovviamente, il dibattito è molto diverso; già quello che stiamo facendo e che faremo qui oggi e nei prossimi giorni sarà molto diverso rispetto a quello che facemmo a luglio, perché ci siamo accorti, appunto, che non è sufficiente dire che è passato tutto, perché sia passato tutto. È una pandemia globale, il virus è ancora molto forte e sta ancora girando molto e la comunità scientifica sta facendo passi da gigante, ovviamente; anche solo la rapidità che noi abbiamo nell'avere i risultati dei tamponi e nella capacità che abbiamo di testare e tracciare le persone rispetto a marzo è completamente diversa; oggi, per esempio è stata pubblicata la notizia di questo studio, che è stato fatto anche dall'Alma Mater Studiorum di Bologna insieme all'Università di Modena e Reggio Emilia, insieme ad altre università, che ha studiato e ha scoperto qual è il meccanismo che fa sì che il Coronavirus uccida, come il Coronavirus uccida le persone intubate in terapia intensiva. Hanno scoperto qual è il meccanismo, una volta scoperto il meccanismo, sono in grado di studiare un metodo per ridurre la mortalità, quindi, anche in terapia intensiva. Questo vale anche per un sacco di farmaci che sono stati sperimentati in modo nuovo e, infatti, nel decreto c'è una proroga anche per queste sperimentazioni; ciò vale anche per l'utilizzo dei dispositivi, la produzione e l'acquisto di dispositivi di protezione individuale, le famose mascherine, proprio perché comunque si deve cercare di fare in modo che sia più facile possibile per tutti reperirle e che sia più facile per tutti appunto proteggersi.

Insomma, sicuramente, rispetto alla prima richiesta di stato di emergenza è cambiato il mondo e questo, diciamo, purtroppo, è sotto gli occhi di tutti, però, è anche andata avanti moltissimo la ricerca ed è andata avanti moltissimo anche la capacità di risposta del nostro Sistema sanitario nazionale e di ricerca sul virus, su come fronteggiare il virus e, ovviamente, la patologia che si porta dietro. Ovviamente, abbiamo davanti altri mesi molto impegnativi in cui sarà sicuramente importantissimo che non solo il Governo abbia gli strumenti per poter lavorare e poter eventualmente approvare decreti o DPCM in caso di emergenza - speriamo che non ci sia la necessità -, ma anche per poter continuare con la cosa più importante, che è la prevenzione. All'interno, per esempio, c'è la proroga per tutto quello che riguarda la app Immuni; anche su questo c'è stata un'enorme polemica che è andata avanti e che va tutto avanti, e invece semplicemente sarebbe forse anche il caso che da quest'Aula arrivasse un appello da parte di tutti noi nell'utilizzo di questa applicazione, sapendo che l'abbiamo anche approvata noi con dei metodi di tutela della privacy e con una tecnologia, utilizzando bluetooth, che consente la tutela della privacy, ma che aiuta anche a rintracciare chi è venuto in contatto con dei positivi. Quindi, è una cosa molto importante, che speriamo venga sempre più scaricata.

Ci sono ovviamente varie cose che non sono presenti in questo decreto: un tema che è sicuramente molto importante e su cui abbiamo presentato un emendamento come Partito Democratico, ci sono anche altri emendamenti, è quello che riguarda la tutela dei lavoratori fragili o dei lavoratori a rischio. Ci sono state una serie di norme e di provvedimenti che erano volti a tutelare chi immunodepresso, chi paziente oncologico, chi lavoratore a rischio si fosse dovuto trovare a dover andare a lavorare in situazioni di potenziale rischio, e quindi erano stati messi in campo degli strumenti a tutela di quei lavoratori. In questa proroga quegli strumenti non ci sono, però stiamo lavorando insieme al Governo e stiamo lavorando tutti perché ci sia la tutela e sia garantita la tutela per questi lavoratori che devono poter tornare a lavorare in sicurezza, ma, nel caso in cui non fosse possibile garantire la loro sicurezza, devono poter essere comunque tutelati. Quindi sono sicura che, all'interno del dibattito che ci sarà anche nei prossimi giorni su questi temi, questo tema sicuramente verrà fuori. Chiudo con una nota un pochino più dolente sempre su questo decreto: questo decreto proroga l'emergenza al 15 ottobre e questo fa sì che anche un altro decreto, che è stato emanato da questo Governo durante l'emergenza sia connesso a questo decreto, e sia, quindi, collegato e valga fino al 15 ottobre. Mi sto riferendo al decreto che ha reso il nostro Paese porto non sicuro. È un decreto che è collegato a questa emergenza e speriamo che in questi giorni si possa discutere anche di questo. L'Italia non è un porto non sicuro, l'Italia è un porto sicuro; prova ne è anche il fatto che sono ripartiti anche i viaggi turistici e commerciali delle navi da crociera, quindi mi sembra palese che non ci sia questo tipo di pericolo, però sicuramente c'è un dibattito che probabilmente è un dibattito che deve essere fatto nelle sedi europee e che però non può essere recluso a un decreto di poche righe che viene fatto e prorogato all'infinito. Per tutte le altre questioni, per tutte le altre proroghe, da quella sullo smart working alle semplificazioni, per esempio alle semplificazioni e ai metodi e ai tempi di pagamento per l'edilizia scolastica, a tutto quello che è la semplificazione nell'assunzione a tempo determinato per gli operatori del Servizio sanitario nazionale e per le professioni sanitarie, per tutte le altre motivazioni, ovviamente, questo è un decreto che è non solo utile, ma necessario; e, ripeto, lo è anche soprattutto ora che stiamo vedendo come purtroppo il virus sia ancora circolante, sia perfettamente in salute, lui, e come sia ancora molto pericoloso. La cosa più pericolosa che possiamo fare è abbassare la guardia e pensare che sia tutto finito. Non è tutto finito purtroppo: ci si mette molto poco a tornare da dove eravamo partiti, e quindi ci si mette molto poco a tornare in situazioni in cui le persone più esposte, le persone anziane, le persone immunodepresse, le persone più fragili, chi lavora a contatto con i malati siano di nuovo in pericolo. Ci si mette pochissimo e ci si mette molto poco soprattutto se chi è portatore, potenziale portatore sano, o chi è o si crede più in salute decide di non rispettare le semplici norme che ci siamo dati tutti insieme per far fronte a questa situazione. È la prima volta nella storia contemporanea che una democrazia, che la nostra democrazia, che la nostra Repubblica fronteggia una pandemia; non era mai successo, e quindi anche gli strumenti che si hanno a disposizione sono strumenti a volte antichi, che devono essere aggiornati, a volte nuovi, che devono essere normati in modo più corretto. Sicuramente una proroga dei tempi per l'emergenza fino al 15 ottobre è, ripeto, una cosa sacrosanta, che consentirà al nostro Paese e al Governo di avere gli strumenti per lavorare al meglio e per fronteggiare questa crisi.