A.C. 2280
Grazie, Presidente. Buongiorno Ministro, colleghi e colleghe. La legge di delegazione europea, insieme alla legge europea, è uno dei due strumenti legislativi ordinari previsti dalla legge n. 234 del 24 dicembre 2012, per il periodico adeguamento della legislazione italiana all'ordinamento dell'Unione europea. In particolare, la legge di delegazione reca le deleghe necessarie al Governo per recepire le direttive ed altri atti legislativi europei e per dare attuazione a eventuali disposizioni non direttamente applicabili contenute in regolamenti europei.
Il disegno di legge di delegazione europea dovrebbe essere presentato entro il 28 febbraio di ogni anno, tuttavia, anche in questa occasione, il Governo ha presentato in ritardo il provvedimento annuale, cioè soltanto il 3 ottobre del 2024.
Quanto all'altro strumento, la legge europea che, invece, contiene norme di diretta attuazione, soprattutto per porre rimedio ai casi di non corretto recepimento della normativa europea, il Governo sembra averlo ormai di fatto sostituito con i cosiddetti decreti salva infrazioni, impedendo così la dovuta approfondita valutazione da parte del Parlamento. A questo, ormai, siamo abituati.
Il disegno di legge di delegazione europea del 2024 con i suoi 29 articoli, come è stato detto, reca principi e criteri specifici per l'esercizio della delega relativa a 20 direttive, nonché per l'adeguamento della normativa nazionale a 21 regolamenti europei. L'annesso allegato A elenca 21 direttive da recepire senza ulteriori principi e criteri direttivi. Si tratta di un provvedimento complesso, molto variegato, che incide su un ampio ventaglio di materie: dalla giustizia all'ambiente, al lavoro, ai diritti sociali, alla salute, alla tutela del consumatore, al mercato interno, alla finanza, tutti argomenti e temi che bruciano sulla pelle delle persone e dei cittadini.
Si provvede al recepimento di direttive o all'adeguamento a regolamenti, ad esempio, sulla tutela penale dell'ambiente in senso ampio, che include la biodiversità e il benessere animale; sulla violenza contro le donne; sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche; sulle emissioni industriali e le discariche; sull'efficienza energetica e sulle fonti rinnovabili; sulla deforestazione, la sostenibilità delle filiere dei prodotti interessati; sul lavoro tramite piattaforme digitali; sui lavoratori dei Paesi terzi; sulla disabilità; sulla qualità dell'aria; sul benessere degli animali utilizzati a fini scientifici; sulla sicurezza di prodotti e sulle etichettature; sulla protezione delle indicazioni geografiche per i prodotti artigianali e industriali, sul greenwashing, sulla protezione dei consumatori nei servizi finanziari online; sui mercati dei capitali; sulla gestione delle crisi e sulla vigilanza bancaria e rischio finanziario; infine, sul riciclaggio e il finanziamento del terrorismo.
L'esame del presente provvedimento in sede referente da parte della XIV Commissione e in sede consultiva da parte di tutte le altre Commissioni non ha comportato, in ogni caso, l'approvazione di ulteriori modifiche rispetto al testo già approvato dal Senato. Sono stati bocciati infatti - lasciatemi dire, con disappunto - tutti gli emendamenti tra i quali quelli presentati dal mio gruppo, il gruppo del Partito Democratico, nell'intento di migliorare un provvedimento che, per sua natura, dovrebbe, invece, appartenere a tutti e non a una sola parte.
Ad esempio, è stato bocciato un emendamento del gruppo PD finalizzato a inserire, tra le direttive da recepire, quelle contro le cosiddette querele temerarie, che rappresentano uno degli strumenti attraverso i quali si tiene sotto scacco l'informazione libera e corretta, fondamentale, in un sistema veramente democratico, proprio per la tenuta democratica del Paese.
Così come sono stati bocciati tutti i nostri emendamenti volti ad assicurare il corretto recepimento dell'importante direttiva sul miglioramento delle condizioni di lavoro dei lavoratori delle piattaforme digitali, ormai estremamente numerosi, garantendo così la privacy e la protezione dei dati personali, le tutele previdenziali vigenti - senza che siano apportate surrettizie riduzioni -, nonché la trasparenza e la tutela della salute nella gestione automatizzata del personale.
Sorte analoga hanno trovato altri nostri emendamenti a favore delle PMI, con la semplificazione e la proporzionalità degli oneri sia in materia di sicurezza dei prodotti di consumo, sia di etichettatura e tracciabilità degli apparecchi elettrici ed elettronici, sia di riciclo dei materiali, nonché quelli per assicurare il corretto e adeguato recepimento della direttiva sui RAEE, di quella sulle emissioni industriali e sulle discariche dei rifiuti, sull'efficienza energetica, sulla promozione dell'energia da fonti rinnovabili e, infine, sul greenwashing.