Presidente, gentile sottosegretario, come è noto, questa legge di delegazione europea riassume e porta a sintesi un lavoro parlamentare che era iniziato alla Camera l'anno scorso, proseguito al Senato - che ha apportato delle significative modifiche e ora ci tornerò per un secondo - e che oggi riapproda qui alla Camera dei deputati. Visto che l'atteggiamento del mio gruppo parlamentare è stato direttamente chiamato in causa da alcuni colleghi, da ultima l'onorevole Montaruli, credo che sia d'obbligo provare a spiegare le ragioni che motivano un cambio di atteggiamento parlamentare, intanto partendo dall'esigenza di sottolineare una cosa, cioè che l'astensione, che è cosa ben diversa dal voto contrario, avviene perché alcuni emendamenti proposti dal nostro gruppo parlamentare non vengono accolti nella discussione dell'anno scorso, e ciò avviene in luogo del voto contrario perché questo provvedimento è, appunto, una legge delega, che impegna il Governo italiano ad adeguare la nostra normativa, il nostro sistema di norme a prescrizioni definite in sede europea: non è un prodotto diretto del lavoro e dell'operato del Governo. Avviene una cosa, però, che va oltre il presunto calcolo opportunistico di atteggiamento del nostro gruppo parlamentare, cioè avviene che, oltre a cambiare il Governo, cambia la norma, il che, consentitemi, non è un fatto del tutto secondario, soprattutto in considerazione del fatto che una delle nostre obiezioni nella prima discussione in quest'Aula della legge di delegazione afferiva alle modalità di individuazione della partecipazione italiana alla costituenda procura generale europea e che, proprio quella parte della norma, è stata modificata al Senato sostanzialmente recependo l'emendamento che in Aula avevamo presentato e che era stato respinto nel corso della discussione dell'anno scorso.
Non è un dettaglio da poco decidere se la personalità italiana che parteciperà alla procura generale europea è espressa dal Ministero della giustizia o dal CSM di concerto con il Ministro della giustizia. Non è un dettaglio perché si norma una modalità concreta, importante e significativa attraverso cui il nostro Paese partecipa al processo di costruzione della sovranità europea. Lo dico per gli appassionati della materia della sovranità. La sovranità si compone di almeno tre elementi: ci deve essere la moneta, ci deve essere la spada, ci deve essere la toga. Ecco, noi stiamo partecipando alla costruzione di un pilastro fondamentale della soggettività dell'Unione e, consentitemi di dire, credo che questo non toglierà nulla alla sovranità del nostro Paese, né alla titolarità delle procure italiane nel perseguire determinati reati. Stiamo semplicemente individuando e dando corpo ad un aspetto nuovo della soggettività dell'Unione. Faccio notare, da deputato di origine meridionale, da eletto in un collegio nel Mezzogiorno, che almeno due degli ambiti di cui si occupa questa legge di delegazione sono decisivi per il Mezzogiorno, perché, da un lato, il tema - semplifico - delle truffe all'Unione europea è stato un tema di forte rallentamento delle possibilità di integrazione, nel Mezzogiorno, dentro il processo di costruzione dell'Unione europea, dentro un processo di trasformazione della nostra economia; un processo al termine del quale a pagare non è stata solo l'Unione europea ma è stata la concreta possibilità di una parte del nostro territorio di partecipare a una stagione di trasformazione delle nostre economie. Dall'altro lato, il tema della gestione dei rifiuti, in particolare del sistema delle discariche, della progressiva dismissione di un sistema di trattamento dei rifiuti che ha visto nelle discariche il proprio pilastro fondamentale, è un tema che ci sta a cuore per quasi evidenza empirica di quello che è avvenuto in alcune regioni del Mezzogiorno, ma non solo in alcune regioni del Mezzogiorno, nel corso di questi anni.
Allora, credo che ci siano le condizioni, per il nostro gruppo parlamentare, alla luce delle modifiche intervenute al Senato, non solo di votare favorevolmente rispetto a questa legge, ma di auspicare che i processi che questa delega mette in moto possano trovare ulteriore sviluppo, perché necessari non solo al rafforzamento della sovranità europea, ma anche necessari alla prosecuzione del processo di integrazione del nostro Paese. Vorrei non sprecare tempo, il vostro tempo e la vostra pazienza, ma invito a riflettere su un elemento. Attraverso questa norma, attraverso le norme di questo tipo, noi mediamo i modi attraverso cui le direttive europee vengono applicate nel nostro Paese e intervengono sul nostro ordinamento nazionale. Io capisco e condivido le obiezioni secondo le quali i Parlamenti dovrebbero essere più veloci nel dispiegare questo tipo di lavoro, nel dispiegare questo tipo di interventi. Mi permetto di dire che alcune volte, però, il tempo della mediazione è il tempo più prezioso, perché è il tempo che consente ai frammenti di Paese che qui rappresentiamo - pur essendo il nostro mandato nazionale -, alle sensibilità, alle voci che qui rappresentiamo, di trovare, soprattutto su materie apparentemente così semplici ma nel concreto così delicate, anche per la loro consistenza tecnica, il giusto equilibrio di mediazione, in una logica che per una volta tende a travalicare la logica della normale dialettica e della spesso banale - mi consentirete - dialettica tra maggioranza e opposizione. Io credo che il tempo impiegato così sia un tempo utile e che la norma, così com'è stata modificata, sia una norma più utile e più di valore di quella che è entrata nella discussione parlamentare. In altre parole sto provando a dire che la funzione del nostro Parlamento e dei Parlamenti europei, soprattutto in una stagione di così grande incertezza, è di provare a supplire ad una difficoltà sempre più forte che il metodo intergovernativo trova, facendosi perno, forza, elemento di tenuta e di coesione di un'Unione europea che più volte, negli ultimi anni - il caso così citato della Brexit ne è la esemplificazione pratica -, ha rischiato di essere messa in discussione.
Allora, credo che il lavoro che la Commissione e il Parlamento hanno fatto nel corso di quest'anno e mezzo, per quanto lungo, sia stato importante, quindi credo di potere esprimere l'orientamento favorevole del nostro gruppo, ovviamente verificando in Aula, di volta in volta, se non ci sia lo spazio addirittura per ulteriori migliorie.