Dichiarazione di voto finale
Data: 
Giovedì, 18 Novembre, 2021
Nome: 
Elena Carnevali

A.C. 2561-A​

Grazie molto, Presidente. Signora Ministra, onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, la prima cosa che voglio fare qui, davvero in modo non formale, è di ringraziare la Ministra Bonetti, per il lavoro che abbiamo fatto, per il supporto che ci è stato dato nella fase emendativa, il relatore De Filippo, tutte le colleghe e i colleghi della Commissione affari sociali, anche la Conferenza delle donne del Partito Democratico, un luogo libero dove le persone, con competenze, possono dare davvero il loro contributo.

Voglio ricordare qui che era il 20 luglio dello scorso anno quando noi abbiamo approvato in Parlamento la delega dell'assegno unico universale. Io ricordo che allora Graziano Delrio ricordò come detta occasione era quella in cui l'Europa si era fatta forte, solidale, era vicina e, finalmente, avevamo ritrovato un'unità a livello europeo.

Oggi siamo qui, in un altro momento, che io giudico meriterebbe anche il rango di attenzione di questo Parlamento, perché oggi avviene un'altra cosa: approviamo questa delega nel momento in cui, in Consiglio dei Ministri, avete approvato il decreto legislativo per l'assegno unico universale. Al di là dell'investimento di 20 miliardi, di un patrimonio di tutto il Parlamento, di tutte le forze politiche, io credo che quello sia l'altro pilastro forte a sostegno della valorizzazione delle famiglie e del riconoscimento del ruolo sociale che le famiglie hanno. Si tratta di una misura - poi lo constateremo nell'analisi che faremo nei prossimi giorni - che non è solo di sostanza economica: è una misura che consentirà di riconoscere anche risorse economiche più rilevanti per le famiglie numerose, per le famiglie con persone con disabilità, indipendentemente dall'età.

Ciò che abbiamo fatto allora era un progetto di legge, che prevedeva anche la parte sulla dote dei servizi, che è stata davvero, attraverso il provvedimento che, permettetemi, io qui non chiamo Family Act, ma continuo a chiamare legge delega per la valorizzazione della famiglia, l'altro grande compimento, perché abbiamo un ritardo cronico, abbiamo un ritardo storico, abbiamo bisogno di investire in modo forte, deciso, convinto. E l'abbiamo fatto a partire dal “Conte 2”, l'abbiamo fatto con questo Governo, l'abbiamo fatto con la stessa Ministra, perché siamo convinti che 400 mila posti di lavoro persi solo per le donne durante la pandemia, che ha colpito appunto soprattutto le donne, che l'incidenza del part time, che avviene, soprattutto, anche quello involontario, sempre a sfavore delle donne, che il 25 per cento di accesso agli asili nido e nei servizi in questo Paese non siano indici di civiltà e che, quindi, dobbiamo fare in modo di ricucire questo Paese e che tutti abbiano le stesse opportunità.

Il collega Siani quante volte in questo Parlamento ci ha ricordato l'importanza dei mille giorni e quante volte noi abbiamo puntato l'attenzione sulla povertà educativa dei minori che c'è all'interno di questa delega. Credo che abbiamo fatto davvero un lavoro molto importante; lo abbiamo fatto con il contributo, la passione. Lo dico a lei, ma non ce n'è bisogno: non è stato un esercizio di scrittura quello che abbiamo fatto à la carte in Commissione. Lo abbiamo fatto perché quello che c'era scritto in quegli emendamenti, 8 sono stati falciati, 12 sono stati ridimensionati dalla Ragioneria, era quello che pensiamo sia utile a un'idea di Paese. E se noi mettiamo insieme questa coniugazione astrale in cui ci troviamo oggi, dove da un lato abbiamo l'assegno universale, abbiamo la legge delega, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, questa è l'occasione davvero straordinaria per incidere. Dopo tanti anni magari di politiche, quello che abbiamo potuto fare, magari di bonus, di politiche intermittenti, ma non di un progetto di Paese, invece credo che questo sia un progetto di Paese in cui noi siamo tutti coinvolti.

Convengo con quello che ho sentito dire in quest'Aula: non sarà solo una questione di Governo, sarà una questione che riguarderà tutti i livelli istituzionali, sarà una questione che riguarderà i comuni, sarà una questione che riguarderà gli enti del Terzo settore, le imprese. Tutti dobbiamo fare in modo di riportare questo Paese fuori dall'inverno demografico, fuori dai tassi di denatalità, fuori dall'idea che le famiglie, che le madri e i padri non possano innanzitutto garantire quel progetto, il desiderio, ed essere di fronte, come accade adesso, a una mortificazione per cui, in questa fase ancora più forte, se vuole, un po' di depressione, un po' di tristezza, non si riesce a buttare il cuore oltre l'ostacolo e pianificare i desideri delle famiglie come si vorrebbe.

Questa legge delega ha cinque assi importanti. Il primo asse è quello che riguarda i servizi, i servizi socioeducativi per l'infanzia, per l'adolescenza, per il contrasto alla povertà educativa. Noi li vogliamo diffusi, capillari, anche se “capillari” ci è stato cassato, perché è la capillarità, è la prossimità alle famiglie che permette alle famiglie e alle donne di poter avere il lavoro.

Noi vogliamo anche un'altra cosa: in questa legge delega finalmente abbiamo scritto che il diritto del congedo di paternità è concesso a prescindere dallo stato civile di famiglia del padre lavoratore o che non sia subordinato all'anzianità lavorativa o di servizio, siamo riusciti a prevedere un periodo ragionevole di preavviso, a prevedere il diritto del congedo anche a parità di condizioni per i lavoratori pubblici, siamo riusciti a mettere finalmente la paternità anche per i lavori autonomi e i liberi professionisti. Lo abbiamo fatto anche con l'assegno unico universale, dove non abbiamo fatto differenza tra figli di serie A e di serie B, dove i figli dei liberi professionisti, quelli delle partite IVA, finalmente i figli degli incapienti hanno la stessa riconoscibilità e gli stessi diritti dei figli degli altri.

Concludo: è un primo passo quello della legge delega e molto verrà e seguirà rispetto al lavoro che faremo nelle prossime occasioni. Voglio toccare solo tre punti che mi stanno a cuore. Ho apprezzato molto il fatto di avere il parere favorevole sul fatto di riuscire a bucare quei 10 giorni di congedo parentale. So che sta a cuore a lei, sta a cuore al Partito Democratico, che avrebbe voluto 90 giorni, perché penso che abbiamo tutti i titoli - scusate questa espressione - per competere con Paesi come la Francia, la Germania e la Svezia. Penso che abbiamo la possibilità di fare in modo che non si parli più di conciliazione dei tempi di cura, perché conciliano solo le donne, ma soprattutto di poter parlare di condivisione dei carichi di lavoro. Penso che le conciliazioni invece dei tempi e degli orari siano la strada giusta che dobbiamo perseguire, insieme a quello che dobbiamo fare rispetto alla formazione dei figli, come è scritto in questa legge delega, sostenere le responsabilità e investire soprattutto sull'autonomia delle nuove e delle giovani generazioni.

Noi parliamo di giovani generazioni, ma stiamo parlando di figli che hanno 28, 29 e 30 anni, che non è che stanno in casa perché gli fa piacere, ma perché non hanno le possibilità. Credo che questa non sia una scommessa, ci tengo a ribadirlo alla fine e alla conclusione di questo intervento. Queste tre condizioni astrali che abbiamo si chiamano progetto; non uno dei progetti del Paese, ma il progetto del Paese. Solo se riusciremo a fare in modo di sfruttare al meglio le opportunità del Piano nazionale di ripresa e resilienza, quello che consentirà di avere l'assegno universale, quello che c'è dentro questa delega, noi finalmente avremo chiamato il Paese a riscrivere un pezzo e un modo di concepire la società.

Ministro, concludo dicendo che noi non vogliamo una società basata sulla competizione, non vogliamo una società dove chi può è solo quello più forte, noi non vogliamo una società dove chi vince è solo quello che ne ha la possibilità. Noi pensiamo che questo Paese abbia la necessità di garantire le opportunità in cui tutti possono vedere espressi i loro desideri e le loro possibilità, compresa quella di essere famiglia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).