Sull'ordine dei lavori
Data: 
Martedì, 5 Dicembre, 2023
Nome: 
Elly Schlein

A.C. 1275-A​ e abbinate

Grazie, Presidente. Comunico anch'io la mia volontà di togliere la mia firma da questa proposta di legge. Questa non è più la proposta di salario minimo delle opposizioni, perché la maggioranza, come hanno detto già i miei colleghi, ha svuotato questa proposta di ogni significato e l'ha fatto con la consueta arroganza. Quindi, noi togliamo le nostre firme.

Non nel nostro nome state tradendo le speranze e le attese di quei 3,5 milioni di lavoratrici e lavoratori poveri. Non nel nostro nome state pugnalando alle spalle le persone sfruttate, pugnalandole alle spalle, perché non avete neanche il coraggio di guardarle negli occhi mentre affossate una proposta giusta per l'Italia. Non nel nostro nome state calpestando un'altra volta le prerogative di questo Parlamento e delle opposizioni. Voi avete i voti per governare, ma governare non significa umiliare le prerogative delle opposizioni di presentare delle proposte, di discuterle e di votarle.

Questo, vi sia chiaro, non è un diritto di cui disponete liberamente in questo Parlamento. La Costituzione non vi autorizza agli abusi di potere sulla pelle delle minoranze. La verità è che non avete mai voluto parlare di salario minimo! Avete solo scelto la strada del rinvio, della sospensione, della congiura e del silenzio. Così anche oggi: dopo mesi di rinvii, dopo aver presentato un emendamento soppressivo che non avete neanche avuto il coraggio di votare, il Governo ha scelto di sottrarre al Parlamento il diritto di discutere e di votare sul salario minimo.

Questa è l'idea che avete della democrazia, vero? È un antipasto del premierato: forti coi deboli e deboli con i forti, perché questo siete.

I poteri tutti concentrati nelle mani del capo del Governo e ai cittadini solo il dovere di acclamare il capo ogni 5 anni. Ma la democrazia è un'altra cosa. Giorgia Meloni non ha avuto il coraggio nemmeno di farvi votare contro la nostra proposta; ha preferito trovare un sotterfugio per soffocare il dibattito in quest'Aula ed è molto triste, colleghi - lo dico tramite lei, Presidente -, l'immagine di una maggioranza che accetta di essere ridotta a pigiare i tasti, che accetta di vedere svilito il ruolo di quest'Aula. Potevate avere un sussulto di dignità quest'oggi e invece niente: a capo chino per non scontentare chi comanda.

Sapete, colleghi, chi non ha il tempo di aspettare i vostri comodi dopo 6 mesi che chiediamo di votare su questa proposta e oggi votate una delega in bianco al Governo per avere altri 6 mesi? Chi non può aspettare per un anno i vostri comodi è chi guadagna 5 euro all'ora e deve fare tre mestieri per campare, come alcuni lavoratori che ho incontrato all'aeroporto di Torino mesi fa. Chi non può aspettare è chi vive queste condizioni di lavoro. Non vi siete neanche presi il disturbo di mettervi un secondo nei panni di chi vive così, di chi ha paura del futuro, di chi ha paura ogni volta che arriva una busta, perché, se c'è dentro una bolletta, deve decidere quale pagamento ritardare e di chi ha paura anche di mettere al mondo un figlio, sì, perché non sa come farà a pagargli i pannolini, su cui, peraltro, avete scelto di aumentare pure l'IVA.

Oggi, con questa scelta, affossate il salario minimo su cui abbiamo raccolto oltre 500.000 firme con le altre opposizioni. Ve ne siete fregati e gli avete tolto pure il nome. Puntate a cancellarlo dalla memoria collettiva. Avete scritto una delega, dove non c'è traccia del salario minimo. Dunque, aiutatemi a spiegarlo agli italiani. Voi oggi votate contro una legge che dice che, sotto i 9 euro, non è lavoro ma è sfruttamento e, allora, vuol dire che siete d'accordo che, in Italia, c'è lo sfruttamento del lavoro, perché non trovo altre spiegazioni in italiano.

La nostra legge rafforza la contrattazione collettiva. Voi nella delega rischiate di aprire alla legittimazione dei contratti pirata, perché non fate riferimento alla rappresentanza. Andatelo a spiegare a chi lavora nella logistica, nei servizi, nella vigilanza, andatelo a spiegare a chi contribuisce per l'85 per cento alle entrate fiscali di questo Paese e si trova da voi sbattuti in faccia 14 condoni costruiti su misura per gli amici degli amici. Andate a spiegargli che non possono scioperare, perché per voi il diritto di sciopero è un residuo dell'Ottocento, che non possono avere un contratto firmato dalle organizzazioni più rappresentative e che non possono avere un salario dignitoso e definire una soglia sotto la quale la dignità è calpestata. Andatelo a spiegare a un ragazzo di Napoli che è normale se la sua busta paga sarà meno pesante di quella di un suo collega di Torino. D'altra parte, siete quelli dell'autonomia differenziata e, quindi, non stupisce vedervi reintrodurre per legge le gabbie salariali.

Chiudo Presidente. Avete scelto oggi di mostrare definitivamente all'Italia da che parte state. Doveva essere un Governo dalla parte degli italiani e, invece, vi siete dimostrati un Governo dalla parte degli sfruttatori, mentre avete dato la sberla più forte a chi, in questo Paese, viene sfruttato. Vergogna.