Testo unificato - A.C. 196-721-1827-A
Grazie, Presidente. Intanto per ricambiare gli auguri di buon anno che lei cortesemente ci ha posto. Io devo iniziare questo mio intervento al contrario, dai ringraziamenti, che mi sento di rivolgere in particolare alla relatrice di questa norma e al Governo, per il metodo che hanno scelto di privilegiare in sede di discussione, in sede referente, in Commissione.
Infatti, la scelta di ricorrere al dialogo parlamentare, alla lenta limatura della legge in oggetto, la disponibilità al dialogo di merito su una materia che esula abbondantemente - e per questo è di iniziativa parlamentare - dal mandato stretto che la maggioranza di Governo si è data, ha portato oggi in discussione in quest'Aula non solo una legge buona, ma soprattutto una legge giusta. Non era un risultato scontato, soprattutto alla luce delle distanze che allontanavano e in parte allontanano ancora i gruppi parlamentari su una materia così così delicata.
Questa legge definisce un campo. Non era semplice farlo, perché è un campo che si muove tra due spazi già occupati: da un lato, quello della rappresentanza di interessi generali - penso alla funzione che svolgono, secondo la nostra Costituzione, i cittadini che si organizzano in partito, le organizzazioni sindacali, le organizzazioni datoriali, che hanno un ruolo che viene loro riconosciuto dalla Costituzione - e, dall'altro lato, l'interesse privato illegittimo, cioè quello che noi definiamo, attraverso gli strumenti del Codice penale, nella disciplina del traffico di influenze.
Questa legge delimita il campo della rappresentanza degli interessi legittimi e soprattutto lo regola, rendendolo accessibile; regola un mercato - questo, in fondo, fa davvero questa legge - rendendo accessibile il rapporto tra legislatore e rappresentanza di interessi, rendendolo trasparente, rendendolo comprensibile. In un sistema politico-istituzionale che ha ancora su questo tema molti elementi di confusione, poi ci arriverò brevemente, questa legge svolge una funzione di semplificazione e di chiarimento, che io credo sia importante valorizzare.
Ci sono stati punti di conflitto nel corso della discussione, che in particolare hanno riguardato la disciplina delle esclusioni e la disciplina del cosiddetto raffreddamento, cioè in quale misura e quale tipo di decisore debba, come dire, essere oggetto di un divieto di accesso al registro in oggetto della legge, per un certo periodo di tempo, sulla base delle sue caratteristiche. Quello che ne è venuto fuori è un compromesso positivo, che distingue tra legislatori e membri dei rami esecutivi, e che consente soprattutto di differenziare il rapporto tra parlamentari, membri del Governo, portatori di interessi generali e portatori di interessi privati, seppur ovviamente legittimi.
Cosa manca? Lo diceva il mio collega in precedenza: manca molto quello che non è oggetto della presente legge, perché questa è una legge completa, buona e che merita una rapida approvazione anche nell'altro ramo del Parlamento, nel quale auspicabilmente arriverà in discussione dopo che l'avremo approvata alla Camera. Noi siamo un Paese che ha, di fatto, abolito il finanziamento pubblico alla politica e che tende a criminalizzare il finanziamento privato. Questo è un problema che noi abbiamo da legislatori e che avremmo dovuto affrontare auspicabilmente in questa legislatura, ma non abbiamo avuto la forza di affrontare. Siamo un Paese nel quale vige una normativa sul traffico di influenze, che - è stato sottolineato anche da alcuni membri dell'opposizione - definire controversa è eufemistico, sulla quale ancora non abbiamo avuto la capacità di intervenire. Soprattutto, siamo un sistema politico e agiamo in un sistema politico che ha progressivamente delegittimato partiti e Parlamento, che sono passati ad essere, nella percezione generale, da interlocutore forte ad interlocutore debole degli interessi privati, e che meritano una attenzione e un intervento di carattere legislativo che provi a invertire una tendenza, che certo non è data da ieri ma è data almeno dall'inizio degli anni Novanta e che ha progressivamente prodotto una crisi - che oggi rischia di apparire quasi irreversibile - del nostro sistema politico.
Quindi, noi mettiamo oggi la tessera di un mosaico ancora largamente incompleto e su cui, non c'è dubbio, molte sono le differenze che attraversano le forze politiche anche al loro interno.
Ma mettiamo una tessera del mosaico giusta, buona, speriamo che sia la prima (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).