Relatore per la maggioranza
Data: 
Giovedì, 22 Aprile, 2021
Nome: 
Ubaldo Pagano

Doc. LVII, n. 4

Grazie, Presidente. Il Documento di economia e finanza costituisce il principale documento di programmazione della politica economica e di bilancio e si colloca al centro del semestre europeo che tuttavia quest'anno avrà natura particolare ed eccezionale, in virtù delle conseguenze economiche della pandemia da COVID-19 e della risposta dell'UE alla crisi. In primo luogo, anche per il 2021 la Commissione europea ha deciso l'applicazione della cosiddetta clausola generale di salvaguardia, al fine di assicurare agli Stati membri il necessario spazio di manovra per il sostenimento delle spese sanitarie necessarie ad affrontare le emergenze e delle misure per contrastare gli effetti recessivi sull'economia. Inoltre, le scadenze del semestre europeo saranno adattate a fini di coordinamento con il dispositivo di ripresa e resilienza e i piani nazionali. Data la natura politica complessiva dei PNRR, la Commissione ha preannunciato la propria intenzione di non proporre nel 2021 raccomandazioni specifiche. Gli Stati membri sono invitati a sottoporre i rispettivi piani entro il 30 aprile e le valutazioni della Commissione sul contenuto dei piani sostituiranno le relazioni per Paese del semestre europeo. Per tali ragioni, rispetto ai precedenti DEF, il DEF 2021 è stato trasmesso privo del Programma nazionale di riforma poiché le riforme occupano già un ruolo centrale nel PNRR, sperando che questo costituisca un unicum dettato dalla eccezionalità del momento. Unitamente al DEF, il Governo ha trasmesso al Parlamento la Relazione che illustra l'aggiornamento del piano di rientro verso l'obiettivo di medio termine per la finanza pubblica, ai fini dell'autorizzazione parlamentare allo scostamento di bilancio, necessario al finanziamento degli ulteriori interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza. Con tale Relazione, il Governo richiede in particolare l'autorizzazione al ricorso all'indebitamento per 40 miliardi di euro nell'anno 2021 e per 6 miliardi di euro annui per il periodo 2022-2033, finalizzati a finanziare un nuovo provvedimento di sostegno all'economia e alle imprese, in particolare per sostenere i lavoratori autonomi e le imprese più colpite dalle restrizioni adottate per contenere il contagio. Il DEF espone poi l'analisi del quadro macroeconomico italiano, relativo all'anno 2020 e le previsioni tendenziali per il 2021 e per il 2022 che continuano ad essere condizionate dall'epidemia da COVID-19 sull'economia italiana e internazionale. Richiamando le stime ufficiali dell'Istat, il Documento evidenzia come il PIL abbia registrato nel 2020 una caduta pari all'8,9 per cento in termini reali: si tratta di una contrazione dell'attività economica senza precedenti in tempo di pace. Il risultato è in linea con quanto previsto a settembre 2020 nella Nota di aggiornamento del DEF, che aveva rivisto al ribasso le stime della caduta del PIL. Per quanto concerne le prospettive dell'economia italiana per il 2021 e per il 2022, il DEF 2021 presenta due scenari di previsioni macroeconomiche, uno tendenziale e l'altro programmatico. Lo scenario a legislazione vigente esposto nel DEF riflette un quadro economico ancora profondamente condizionato dall'andamento della pandemia e dalle conseguenti misure sanitarie e di chiusura di molteplici attività economiche. Nel complesso, le prospettive per il 2021 appaiono più favorevoli in relazione alla ripresa dell'attività economica e del commercio mondiale.

La previsione di crescita del PIL in termini reali per il 2021 infatti è rivista al 4,1 per cento, al ribasso di 1,9 punti percentuali rispetto alla crescita del 6 per cento prospettata nello scenario programmatico della NADEF del settembre scorso, ma comunque in tenuta rispetto a ulteriori considerazioni più nefaste, che ne erano state prospettate. Considerando anche le importanti misure di stimolo fiscale introdotte con il “decreto Sostegni”, nonché la forte spinta che verrà dal Piano di ripresa e resilienza, il DEF prospetta a livello tendenziale una crescita del PIL che, dopo il recupero nell'anno in corso, più 4,1 per cento, salirebbe del 4,3 nel 2022, del 2,5 per cento del 2023 e del 2 per cento nel 2024.

Al riguardo nel DEF si stima che l'insieme degli interventi di politica fiscale, adottati a supporto di famiglie e imprese con il “decreto Sostegni”, produca un effetto espansivo sull'economia italiana nell'anno in corso di circa 0,7 punti percentuali. La piena ripresa dell'attività economica viene quindi posticipata, rispetto a quanto previsto nella NADEF 2020, con una revisione al rialzo delle prospettive di crescita per il 2022, anche per il pieno esplicarsi degli effetti positivi legati all'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ciononostante il DEF stima il recupero dei livelli pre-crisi dell'attività economica solo nell'ultimo trimestre del 2022,con un ritardo di un trimestre rispetto a quanto atteso nella NADEF 2020.

Venendo al quadro macroeconomico programmatico per gli anni 2021 e successivi, il DEF tiene conto delle misure che saranno presentate a fine aprile con il prossimo “decreto Sostegni” e della versione finale del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che prevede un ammontare complessivo di 237 miliardi, comprensivo degli ulteriori canali nazionali di finanziamento per circa 30,5 miliardi, il cosiddetto fondo complementare, che sarà istituito e alimentato con uno stanziamento di 6 miliardi di euro l'anno. La manovra prevista con il nuovo “decreto Sostegni”, grazie al nuovo scostamento avrà una dimensione di circa 40 miliardi di euro in termini di impatto sull'indebitamento netto del 2021. L'impatto sul deficit degli anni successivi, al netto della spesa per interessi, varierà fra 4 e 6,5 miliardi all'anno, principalmente finalizzati a finanziare investimenti pubblici con risorse aggiuntive rispetto a quelle previste con il PNRR. Oltre metà delle risorse stanziate dal 2021 saranno destinate a sostenere i titolari di partite IVA e le imprese impattate dalla crisi. Saranno inoltre adottate misure per aiutare le imprese a coprire parte dei costi fissi. Per sostenere l'erogazione del credito delle piccole e medie imprese, la scadenza del regime di garanzia dello Stato sui prestiti sarà prorogata dal 30 giugno a fine anno. Anche la moratoria sui crediti alle piccole e medie imprese sarà estesa nel tempo. Saranno inoltre reintrodotti rinvii ed esenzioni d'imposta, già attuati con precedenti provvedimenti nel corso del 2020. Il decreto inoltre prorogherà poi le indennità a favore dei lavoratori stagionali e introdurrà nuove misure a favore dei giovani. Risorse aggiuntive saranno destinate agli enti territoriali per sostenere le fasce più deboli e i trasporti locali e mantenere gli sgravi fiscali, che già erano stati attuati nello scorso anno.

Per quanto concerne la versione definitiva del PNRR, il DEF evidenzia che potrà contare su un ammontare di circa 237 miliardi. A differenza di quanto prefigurato dalla NADEF 2020, le risorse del dispositivo di ripresa e resilienza sono state rimodulate in 191,5 miliardi di euro, come da decisione della Commissione europea al seguito di una valutazione attenta degli indicatori. Le sovvenzioni salgono da 65,4 miliardi a 68,9 miliardi, mentre la stima dei prestiti si riduce da 127,6 a 122,6 miliardi, quindi aumentano le cosiddette donazioni e diminuiscono i prestiti al nostro Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Oltre alle risorse previste dai programmi complementari, come React-EU, che ammontano a circa 14,5 miliardi, il Governo ha previsto, come dicevo prima, di utilizzare ulteriori finanziamenti, pari a circa 30,5 miliardi, tramite il Fondo di sviluppo e coesione e il nuovo Fondo di investimento complementare.

Per quanto afferisce il Fondo di sviluppo e coesione, chiarisce l'Ufficio parlamentare di bilancio che trattasi semplicemente di uno scenario sostitutivo di medio periodo, che sarà implementato successivamente. Nello scenario programmatico la crescita del PIL reale è prevista pari a: 4,5 per cento nel 2021; 4,8 per cento del 2022; 2,6 per cento nel 2023; 1,8 per cento nel 2024.

Rispetto allo scenario tendenziale si profila, quindi, un incremento complessivo del tasso di crescita del PIL di: 0,4 punti nel 2021; 0,5 nel 2022; 0,1 nel 2023; una riduzione dello 0,2 nel 2024, a causa ovviamente del più elevato incremento negli anni precedenti e per un consolidamento della finanza pubblica. Grazie a tale dinamica il PIL nello scenario programmatico recupererebbe i livelli pre-crisi nel terzo trimestre del prossimo anno, per poi mantenersi sui livelli superiori per tutto l'orizzonte di previsione.

Il DEF ricorda inoltre che nelle suddette valutazioni non si è tenuto conto degli effetti sulla crescita dell'impatto delle riforme previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, che non di meno dovrebbero, a quanto dicono tutti gli osservatori e tutti gli analisti, esercitare un notevole effetto propulsivo sulla crescita del PIL.

Passo, quindi, la parola al collega Pella, per l'illustrazione della parte del DEF relativa agli andamenti di finanza pubblica, non prima di aver rassegnato i miei sentiti auguri alla collega Lucaselli (Applausi), relatrice di minoranza, per il suo compleanno.