Data: 
Lunedì, 16 Ottobre, 2017
Nome: 
Titti Di Salvo

1-01716

Discussione generale

 

Grazie, Presidente. L'argomento, di cui oggi parliamo, è un argomento che abbiamo tutti il dovere di tenere fuori dalla polemica politica. È troppo serio, troppo dedicato, troppo difficile anche, non certo da affrontare, ma da risolvere. Allora, io penso che sia veramente da tenere fuori dalla polemica politica. Non voglio, quindi, mettere a confronto scelte del passato con scelte attuali, legislature precedenti con la legislatura attuale. Non voglio farlo per una ragione, perché sono convinta che su questi temi maturino dei processi. La cultura condivisa, grazie all'impegno al lavoro, alla passione, alla lotta di molti e di molte, man a mano, costruisce mattoni, su cui è possibile agire.

Allora, dire, come è stato detto prima - e sono molto d'accordo - dalla collega Fabrizia Giuliani, che questa legislatura inizia con un atto significativo e decisivo, non è rivendicare un protagonismo o un merito a noi, al Partito Democratico - che pure l'abbiamo - o confrontare questa legislatura con altre. No! Vuol dire riconoscere che il tempo, il lavoro di molti e di molte, ha costruito una cultura, che ha consentito di fare un atto molto importante e di svolta.

La collega Giuliani ha approfondito tutto il carattere e il senso del contenuto della Convenzione di Istanbul. Per questa ragione mi fermo soltanto a due punti, per dare il senso della svolta. Lì, si dicono due cose. Si dice che la violenza contro le donne è una violenza che determina una violazione, appunto, dei diritti umani. E si dice anche che la violenza contro le donne non è un fatto privato. Fatemi dire meglio: la violenza maschile contro le donne non è un fatto privato.

Infatti, intorno a queste due grandi affermazioni, ruota il senso e la possibilità di costruire quello che veniva ricordato prima e cioè un approccio integrato, per contrastare quella violenza maschile contro le donne. Infatti, è possibile. Che cosa lo rende possibile? Lo rende possibile il riconoscimento pubblico che la violenza maschile contro le donne non è un fatto privato, non è un fatto che riguarda una relazione tra un uomo e una donna o una relazione dentro una famiglia o dentro una relazione sessuale o sentimentale. No! È un fatto che, siccome riguarda tutti, determina la responsabilità di tutti nel contrastarla: la responsabilità delle istituzioni, della politica, dei partiti, la responsabilità collettiva, quelle individuali, quella della scuola, quella dell'università, quella delle forze dell'ordine.