Dichiarazione di voto
Data: 
Martedì, 17 Gennaio, 2017
Nome: 
Laura Garavini

Doc. XXIII, n. 18

Negli ultimi anni, nel nostro paese, accanto al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, il gioco d'azzardo illegale è diventato uno dei settori di maggiore guadagno per le mafie. 
Se in una prima fase, storicamente, le mafie si erano date una sorta di autolimitazione, in virtù della quale si erano tenute lontane dal gioco, negli ultimi tempi invece le diverse organizzazioni criminali (di origine italiana) hanno investito massicciamente in questo ambito. 
Il motivo è semplice: ne ricavano profitti stratosferici. Ed in misura crescente. 
Quello del gioco d'azzardo è di per sé un settore molto florido, cresciuto nel giro di soli pochi anni in modo esponenziale. Pari al 4% del PIL nazionale, il gioco d'azzardo legale, nel 2010, raccoglieva dai giochi nel nostro paese una cifra attorno ai 61,4 miliardi di euro. Solo 5 anni dopo, nel 2015, era salito a 88, 2 miliardi, con un incremento difficilmente uguagliabile in altri contesti economici. 
La crescita esponenziale del settore, soprattutto a partire dal 2003, ha portato con sé grossi problemi sociali, a seguito della diffusione del gioco compulsivo e delle conseguenti patologie legate alla dipendenza da gioco. Un fenomeno che produce forte disagio sociale, casi di violenza, crisi famigliari ed umane. 
Secondo uno studio comparato internazionale riportato dal settimanale Economist compiuto da una società di consulenza l'Italia oggi risulta essere il 4o paese al mondo per perdite da gioco in termini assoluti, dopo gli Stati Uniti, la Cina, e il Giappone. Significa che in Italia le somme spese per il gioco in termini assoluti sono maggiori rispetto a quelle di altri paesi che hanno molti più abitanti dell'Italia, ad esempio il Brasile, l'India, la Germania o la Francia. Dati davvero preoccupanti. 
Inchieste recenti hanno poi evidenziato come le mafie si siano ormai diffusamente infiltrate nel gioco legale su tutto il territorio nazionale, attraverso numerose e diverse modalità, tutte particolarmente lucrative. 
Ecco perché è quanto mai opportuno ed apprezzabile che la Commissione Antimafia, in questa legislatura, abbia scelto di mettere ad oggetto dei propri lavori questo approfondimento e offra al Parlamento – attraverso questa relazione – un lavoro di analisi e di proposta; da un lato su quella che è l'attuale dimensione delle infiltrazioni della criminalità organizzata nel gioco d'azzardo e soprattutto su quali accorgimenti normativi sia opportuno predisporre per contrastare la diffusione del fenomeno. 
Dal punto di vista politico, per anni non era stata prestata la necessaria attenzione alla pericolosità del gioco d'azzardo. Anzi... si poteva arrivare ad ipotizzare uno Stato biscazziere, che, incurante dei danni arrecati ai propri cittadini, cogliesse solo i vantaggi di un incremento degli introiti erariali derivanti da un'impennata del settore. 
Da un paio d'anni a questa parte invece, con il fattivo contributo del Pd sia nelle Commissioni che in Parlamento e con l'appoggio del nostro Governo, siamo riusciti ad invertire la situazione e ad adottare misure importanti, che da un lato mirano all'esercizio legale del settore del gioco, contrastando al meglio eventuali infiltrazioni mafiose, e al tempo stesso si fanno carico della tutela della salute dei cittadini. 
Certo la strada è ancora lunga, la meta non è ancora raggiunta, ma la direzione intrapresa è sicuramente quella giusta. 
Tra l'altro un plauso ed un grazie vanno al costante lavoro di sprono e di sensibilizzazione messo in campo dalle numerose associazioni della società civile, raccolte attorno alla campagna «mettiamoci in gioco». 
Il rapporto della Commissione Antimafia che ci apprestiamo a votare, dà atto del lavoro svolto ed evidenzia in modo puntuale quali importanti passi avanti sono stati compiuti negli ultimi anni, rispetto al crescente pericolo rappresentato dal gioco, anche in forma di gioco on line. 
A partire ad esempio dalla ferma battaglia del nostro gruppo contro ogni forma di riciclaggio e per una tracciabilità delle vincite. Battaglia che già in occasione della Comunitaria2008 ci ha portato all'introduzione dell'obbligo di tenere «conto dedicato» per i giocatori, col quale sbrigare tutte le operazioni legate a scommesse o giochi on line.

Sono poi particolarmente positive le misure che abbiamo adottato nella legge di stabilità 2016. In particolare: 
1) Abbiamo previsto la progressiva riduzione (del 30%) delle macchinette più datate, le cosiddette newslot (AWP) che sono quelle più vulnerabili a possibili manomissioni, anche da parte delle mafie. E ne abbiamo previsto la sostituzione con sistemi di gioco più moderni, più facilmente controllabili, perché in collegamento diretto via server con la centrale. 
2) Abbiamo poi introdotto misure che pur non toccando necessariamente gli aspetti antimafia, lo stesso si prestano molto bene a garantire una maggiore legalità del settore ed un minore ricorso al gioco e cioè: 
Abbiamo previsto severi limiti alla pubblicità sui giochi con vincita in denaro, vietandola nelle trasmissioni radiofoniche e televisive generaliste dalle ore 7 alle 22 di ogni giorno, proprio per tutelare i gruppi più deboli: anziani, minori, disoccupati, casalinghe. (In caso di violazione la sanzione va dai 100.000 ai 500.000 euro); 
Abbiamo poi aumentato le trattenute (dal 13 al 17,5% sulle newslot e dal 5 al 5,5% per le VLT) a carico dei gestori; 
Abbiamo istituito il Fondo per il gioco d azzardo patologico, stanziando 50 milioni per la cura dei giocatori patologici; 
Tutte misure estremamente positive a cui si aggiunge l'importante decisione assunta solo qualche giorno fa dall'attuale Governo Gentiloni, con l'introduzione della ludopatia tra le malattie riconosciute dai LEA i Livelli Essenziali di Assistenza. Anche questa una battaglia che portavamo avanti da anni e che salutiamo con grande soddisfazione.

Allora, abbiamo fatto dei passi avanti molto importanti. Ed è necessario che continuiamo su questa strada – anche per consolidare l'impegno antimafia. Perché sono variegate le forme di infiltrazione adottate dalle mafie nel gioco d'azzardo. Lo attestano numerose inchieste in Materia E la relazione che ci apprestiamo a votare lo documenta puntualmente. 
Si va dalle forme più tradizionali in cui i diversi clan impongono l'installazione di macchinette manomesse agli esercizi commerciali, estorcendo i titolari o intestando direttamente le sale gioco a prestanome al fine di utilizzarle come lavatrici di denaro sporco e a fini di riciclaggio. Attraverso la clonazione delle schede elettroniche delle apparecchiature (Newslot, o AWP), i malavitosi si appropriano di cifre che altrimenti andrebbero devolute sia per le imposte, sia come compenso al concessionario, sia come payout (cioè la vincita del giocatore. Spesso questo tipo di attività si accompagna alla concessione di prestiti usuranti a soggetti dipendenti da gioco, con le conseguenti immaginabili conseguenze. 
Ma sempre più frequentemente si realizza anche la gestione di piattaforme illegali di scommesse, via on line, spesso riferite a server collocati all'estero cercando di eludere la normativa italiana e lasciare nascosti all'estero i ricavati derivanti da ingenti flussi di denaro. Questa risulta essere ormai una delle forme più proficue e diffusa di riciclaggio. A cui si collegano non di rado ulteriori forme criminogene, come il furto di identità elettronica e la donazione di carte di credito. 
Inoltre una delle nuove frontiere dei guadagni legati al gioco d'azzardo è rappresentato dal Calcio scommesse, il cosiddetto Match fixing, cioè la capacità di interferire e determinare i risultati delle partite di alcune serie di calcio attraverso casi di corruzione di giocatori ed arbitri. Anche questo un fenomeno molto inquietante, che si è manifestato purtroppo in un numero crescente di casi, anche recentemente. 
Ecco che di fronte a manifestazioni così massicce della penetrazione delle mafie nel gioco d'azzardo la relazione della Commissione indica sostanzialmente quattro proposte operative puntuali. E cioè: bisogna potenziare gli strumenti volti a contrastare le operazioni di riciclaggio, a livello nazionale ed internazionale. Servono continuità nei controlli, condivisione delle informazioni, tecnologie aggiornate e un massiccio investimento contro cybercrime, sia a livello nazionale che europeo. Bisogna investire sulla formazione professionale degli operatori, e sul coordinamento sulla sicurezza informatica. Bisogna perfezionare ulteriormente la tracciabilità dei giocatori. E soprattutto serve un'armonizzazione della legislazione a livello europeo, così da evitare che si approfitti di buchi legislativi in altri paesi per l'installazione di server all'estero e la realizzazione di enormi profitti. 

Bisogna poi uscire da una logica sanzionatoria che si limiti a pene meramente pecuniarie. Può avere una valenza molto più deterrente la possibilità di confiscare i locali e le apparecchiature usate in contesti illegali. Per gestori che trasgrediscono le regole può essere molto più efficace introdurre la possibilità che il questore proceda alla chiusura dell'esercizio o alla sospensione delle autorizzazioni in caso di concreti ed univoci elementi di fatto che attestino la presenza di infiltrazioni mafiose ed il mancato rispetto delle norme. 
Inoltre è necessario prevedere requisiti più stringenti per l'accesso a gare di evidenza pubblica per il rilascio di concessioni. In particolare si propone l'aggiunta di una serie di reati da considerarsi ostativi alla concessione, ad esempio reati previsti solo di recente – l'autoriciclaggio, il voto di scambio politico mafioso, il falso in bilancio – ma anche reati tributari gravi, peculato, corruzione e concussione internazionali. 
Infine sarebbe opportuno prevedere un'unica autorità di controllo sui giochi con poteri di vigilanza rafforzati che si occupi di tutte le realtà legate ai giochi. (Oggi l'agenzia dei monopoli, che è per eccellenza l'organo istituzionale delegato alla vigilanza, non controlla le 4 tradizionali case da gioco (Campione, Venezia, San Remo, Saint Vincent). 
Insomma... abbiamo fatto tanto, ma lo stesso abbiamo ancora tanto da fare. Il sistema dei giochi, proprio per la sua vulnerabilità, necessita un'attenzione costante ed interventi normativi mirati. 
È molto qualificante che l'attuale Governo dedichi attenzione al fenomeno e nell'augurarmi che si riesca a dare celere esecuzione ai suggerimenti contenuti nella presente relazione, dichiaro il voto favorevole del Gruppo del Partito democratico. 
Grazie Presidente.